Capitolo. 29 Non mi piaci.

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All'interno della busta, c'erano uno spartito ed una lettera.

:<<Per te che hai il fuoco sacro, nelle vene.
Spero possa servirti per essere impeccabile e impararlo a leggere.
Perla, tu hai un talento raro, non sprecarlo.
Oggi rivederti, mi ha scosso dentro.
Sei sempre così dolce e bella, come quando da piccina indossavi quei vestiti da principessa.
Tu invece, volevi essere libera, come me.
Così mettevi il broncio e ti rifugiavi da me e Anita.
Non te l'ho detto mai, Perla.
Ora è il momento di dirtelo.
Mi sei sempre piaciuta.
Segretamente, spero che questa relazione a distanza, con il ragazzo misterioso di cui non hai voluto fare nome, cessi.
Nessuno merita la tua piccola e pura anima.
Solo io posso.
Io e te, parliamo la stessa lingua.
Spero di incontrarti presto.
Filippo. >>

:<<Tu ossaij, ca si o sape Cir, so tarantelle?
Chi è stu scem?
(Tu lo sai, che se lo sa Ciro, sono tarantelle?)>> disse Don Attilio, nervoso.
:<<È il figlio di un amico di famiglia dei Ricciardi.
Filippo Ferrari. >> disse Perla.
Poi aggiunse
:<<L'ho incontrato in ospedale.
Ho messo in chiaro che sono incinta e che sono impegnata.
Non è colpa mia.
Giuro. >>

Sua madre impallidì e suo padre si aggirava per la stanza nervoso.

:<<Stanno arrivando i Ricci.
Devono vederla. >> disse suo padre Attilio.
:<<Perché?
Non puoi risolverlo tu! >> disse Perla, che già immaginava Ciro, evadere un'altra volta, per rapirla questa volta o ammazzare quel chiattillo!

Suo padre si precipitò davanti alla porta, accogliendo i Ricci.
Mentre tutti entrarono, sorridendo.
Rosa si avvicinò in modo antipatico a Perla.
:<<Appendi il mio giubbino. >>
Perla, la guardò con sguardo confuso e poi appesé sull'appendiabiti il giubbino.
Mentre Rosa, fece un sorrisetto soddisfatto.
Perla, aggrottò le sopracciglia.

:<<Perla, a mamma vieni qui.
Dobbiamo risolvere quella questione.>>
Perla, senza mollare lo sguardo da Rosa.
:<<Sto arrivando. >> urlò.

Così si sedette davanti ai Ricci, mentre la gamba, ballava dal nervoso.
La raggiunsé anche Rosa, con le braccia conserte e lo sguardo torvo.
Poi Perla misé la lettera sul tavolo.
:<<È innocuo.
È un chiattillo.
Non hanno contatti con i Ricciardi, me lo ha detto personalmente. >> disse Perla, con la voce tremante.
:<<Mamma mia, quanto sei ingenua.
È ovvio che ha contatti con i Ricciardi.
Sveglia.
È cotto di te. >> disse Rosa, con voce antipatica.
Perla, si morsé il labbro inferiore, per non imprecare.

Si era già stufata di essere guardata come una zanzara pronta per essere schiacciata.

:<<Stai zitta Rosa! >> urlò infastidito Pietro.
Don Salvatore guardò Don Attilio.
:<<Non è quello che pensi.
Ciro, farà un bordello se sa di questa lettera. >> disse Don Salvatore.
:<<La strappo.
Non gli dite niente.
Non voglio farlo preoccupare. >> disse Perla, sincera.
:<<Perla.
Filippo Ferrari, ha mandato in coma Ciro, in passato.
Era un detenuto anche lui.
Era il migliore amico di Carmine Di Salvo.
È lui che ha cantato. >> disse Pietro, serio.
:<<Non lo sapevo.
Davvero. >> disse Perla, dispiaciuta rivolta a tutti.
:<<D'ora in poi, ci sarò io ad accompagnarti ovunque, se tuo padre o il mio, non possono farlo. >> disse Pietro, convincente.
Poi aggiunse
:<<Ciro deve saperlo. >>
Perla annuì.
:<<Grazie davvero.
Pietro.>>

Rosa sottovoce imitò la voce.
:<<Grazie.
Scusa.>>

Perla, gli rivolsé uno sguardo omicida.

𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒐𝒎𝒃𝒓𝒂. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊 // 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝑭𝒖𝒐𝒓𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora