Capitolo 26. Scusami.

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Perla, era svenuta tra le braccia di Ciro, che preoccupato ordinò a Edoardo di chiamare il medico di fiducia dei Ricci.

:<<Edoà fa bress.
(Edoà fai veloce.) >> disse in ansia Ciro.
:<<Sta arrivan Cirú.
(Sta arrivando Cirú.) >> disse Edoardo, mentre stringeva tra le mani, la piccola manina di Perla.

Era una ragazzina piuttosto esile e cagionevole.
A causa dei maltrattamenti subiti dai suoi genitori adottivi.
Era da soli tre mesi con i suoi genitori biologici, quindi nessuno conosceva i suoi valori clinici.
Se la ragazzina avesse qualche problema metabolico o qualche carenza alimentare o peggio una malattia terminale, nessuno lo sapeva.
Semplicemente perché i suoi genitori adottivi, non avevano mai controllato in quindici anni di vita, Perla.

Inés piangeva pensava già al peggio.
Pensava che anche a lei, fosse capitata la sua stessa sorte.
Così si precipitò in dispensa, per prendere il misuratore di pressione arteriosa.

Perla, grazie ai panni umidi freschi, che Ciro, in modo premuroso le stava tamponando sulla tempia, si svegliò.

Suo padre Attilio, subito si precipitò stringendola tra le sue braccia.

:<<Vita e papà.
Mi sono preoccupato.
Come ti senti? >> disse Attilio, mentre gli accarezzava le guancie.
:<<Sarà stato un po' di stress.
Scusami. >> disse Perla, pentita.

Flashback
Perla stava giocando sull'altalena, in un'afosa giornata di luglio.
Annabelle e suo marito, avevano deciso di portarla al parco, solo per esibirla come un trofeo, dinanzi ai loro amici facoltosi, in vacanza in Campania, da Milano.

Il maggiore dei due Filippo, stava cercando di spingerla sull'altalena.
:<<Voglio toccare il cielo.
Per favore, Filippo. >> disse Perla, che per l'occasione aveva un nastrino tra i capelli, scarpe a occhio di bue e un vestitino rosa a pois.
Quella bambina, non vedeva mai la luce del sole.

Il bimbo ricciolino, ridacchiò, spingendo un po' più veloce.

Perla caddé a terra, ritrovandosi con le ginocchia sbucciate.
Filippo, le tese una mano.
:<<Grazie Filippo?
Così un giorno posso cercarti e ricordami dell'amico dell'altalena. >> disse Perla, sorridendo.

Il bambino, era quattro anni più grande di Perla.
Così si grattò la nuca, imbarazzato.
:<<È troppo brutto il mio cognome.
Filippo e basta. >> disse Filippo, il ricciolino.
Perla, gentilmente si sfilò un nastrino, regalandoglielo.
:<<Così non ti scordi di me. >> disse sorridendo Perla.

Filippo, salutò con la manina, così anche la piccola Perla.

Anche i coniugi Ricciardi, salutarono i loro amici milanesi.

Poi quando andarono via Annabelle, prese per capelli Perla.
:<<Sei proprio una selvaggia.
Sei tutta spettinata.
Sei proprio come tua madre. >> disse Annabelle, prendendola a schiaffi.

Mentre Perla, piangeva.
Nonostante i suoi dieci anni, era comunque una bambina, in cerca di amore.

Suo padre, gli disinfettò la ferita provocata sulla coscia.
Era in pubblico e tutti lo guardavano.
:<<Chiedimi scusa.
Non devi crearmi problemi o farmi preoccupare. >> disse cercando di affondare le unghie nella carne della bambina.
Perla, annuì spaventata.

:<<Scusa.
Non volevo. >> disse Perla, singhiozzando.

Attilio, la strinsé tra le sue braccia.
:<<Non devi scusarti amore di papà.>>

𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒐𝒎𝒃𝒓𝒂. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊 // 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝑭𝒖𝒐𝒓𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora