«Il mio piccolo George è cresciuto.» sospiro toccandomi la pancia.
«Chi sarebbe George scusa?» domanda Rein aggrottando le sopracciglia e assumendo una faccia buffissima. Lo guardo facendo una falsa faccia scioccata e mettendomi una mano sulla bocca.
«Non sai chi è George? Rein così mi ferisci! È il mio bambino.» urlo ridendo. Siamo per strada diretti verso casa mia e non c'è una sola voce. Solo noi. Nella notte.«Non sapevo avessi un bambino, e chi sarebbe il padre?» domanda stando al gioco.
«Non puoi farmi questo! Sei tu per la miseria come fai a non saperlo!» dico fingendo di piangere. Probabilmente per quanto stiamo urlando tutto il vicinato si sarà svegliato.Rein mi lancia un sorriso malizioso, che non fa presagire nulla di buono.
«Oh piccola dolce Mel, mi stai forse dicendo che vuoi venire a letto con me? Perché basta una tua parola e ti accontenterei.» sussurra avvicinandosi e poggiando le mani sui miei fianchi. Spero che grazie al buio non veda quanto sia arrossita.
"Oh ma guardatela signori. È arrossita!» esclama Rein ridendo.
«Scemo! Non arrossisco mica per te!» obietto tentando di sfuggire alla sua presa, ma a quanto pare lui ha altri piani.«Non c'è nulla di cui vergognarsi piccola Mel, anche io arrossirei se mi avessi davanti.» sorride tronfio.
«Ma quanto sei modesto!» rido dandogli una pacca sul petto, che devo ammettere è piuttosto tonico. Rein mi fissa insistentemente dall'alto, sostengo il suo sguardo a mia volta. Sento la presa sui miei fianchi allentarsi, e, come se stesse lottando contro se stesso, Rein mi lascia andare, sospirando.
«Andiamo?» dice porgendomi la mano, che titubante prendo. Non capisco questo suo repentino cambiamento, l'attimo prima ridiamo e scherziamo, e quello dopo diventa freddo. Percorriamo la strada verso casa in silenzio, mano nella mano. Apro il cancello della proprietà e leggermente a disagio per questo silenzio che si protrae, arrivo davanti alla porta, seguita da Rein. Mi volto verso di lui, che ha infilato le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans scuri, e mi fissa senza dire nulla.
Davvero, non li capirò mai i ragazzi.
«Sono stata ben...» inizio, ma la porta dietro di me viene aperta e ne esce mio fratello.
«Oh! Ragazzi...Rein, che ci fai qui?» domanda Sam spostando lo sguardo dall'uno all'altro, sto per parlare, ma Rein mi precede.«Ho trovato tua sorella per strada e l'ho riaccompagnata a casa.» mente.
Cosa? Ma è serio?
Mio fratello, essendo mio fratello risponde con un semplice "Ah, okay".
«Rein vieni con me? Ci sono gli altri al locale, li stavo raggiungendo.» propone Sam. E prima che possa fare o dire qualcosa i due si sono già incamminati verso la macchina di mio fratello. Con un peso sulle spalle entro in casa, sbattendo la porta.
Che bisogno c'era di mentire a mio fratello?
Senza accendere alcuna luce, dato che mio padre starà sicuramente dormendo (sempre che non si sia svegliato per il rumore della porta che sbatteva), mi dirigo in camera. Mi getto a peso morto sul mio morbido materasso. In questo momento mi pento di non essere andata a bere qualcosa con Seba e Edo, sarebbe stato meglio.
Con un sospiro rattristato mi addormento.
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Heilaaa guys!!
Come va? Spero che la storia vi stia prendendo... fatemelo sapere commentando e votando.Grazie mille!!
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La fiducia è tutto
ChickLitCosa faresti se avessi perso la fiducia in tutti? O quasi... Se fossero poche le persone su cui contare, se sentissi l'obbligo di doverti allontanare da tutti per non essere ferita? Melissa è una ragazza testarda e irascibile. Sono poche le persone...