Capitolo 22

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Il lunedì mattina ho bisogno di una doccia fredda per svegliarmi. La sveglia, che normalmente non sento, ma oggi sì, suona troppo presto, costringendomi ad alzarmi dal letto. Come uno zombie mi dirigo in bagno e faccio una doccia tiepida, volevo fare la dura, ma farla fredda ad ottobre è impossibile.

Dopo essermi lavata e pulita, indosso un paio di jeans larghi e un maglioncino bianco. Scendo per fare colazione e, dopo aver mangiato più veloce della luce, vado in bagno per lavarmi i denti e sistemarmi i capelli. Alle sette e quarantacinque sono pronta, e così come me, anche mio fratello.
Il viaggio verso scuola è silenzioso, persino Eva dopo uno scarso buongiorno non parla più.

Il lunedì si sa, fa questo effetto.

Il cortile è gremito di studenti che aspettano gli ultimi minuti prima di entrare.
«Ci vediamo in classe Mel.» mi saluta Eva prima di dirigersi verso un gruppo di ragazze. A volte mi dimentico di quanti amici Eva abbia oltre a me. Ha provato più volte a presentarmi a quelle ragazze, ma non le sopporto, sono solo delle oche. Mio fratello se ne va dai suoi amici senza degnarsi di salutarmi, così rimango sola, ma non per molto.
«Sei Melissa, giusto?» domanda una ragazza rossa affiancandomi. Sono abbastanza sicura di averla già vista con Rein in più di un'occasione, quindi non capisco che cosa ci faccia qui con me.
«Potresti dire al tuo ragazzo che è un vero stronzo?» mi chiede prima di girare i tacchi e andarsene sculettando. Sono ferma sul posto, cercando di capire cosa cavolo sia appena successo, ma appena vedo il "mio ragazzo" mi dirigo a passo spedito verso di lui. Non mi interessa degli amici che gli stanno intorno, questa me la paga cara.

«Amore, dobbiamo parlare.» lo saluto prendendolo per un orecchio e trascinandolo con me, incurante degli schiamazzi dei suoi amici.
«Ahi! Ahi! Ahi!» esclama per il dolore. Quando siamo abbastanza lontani da tutti, anche se so che mezza scuola ci sta guardando, inizia la mia sfuriata.
«Ma che cosa ti passa per il cervello?» inveisco contro di lui.

«Filmini porno, principalmente, ma tu a cosa ti riferisci di preciso?» fa il simpatico mentre si massaggia l'orecchio.
«Perché vai a dire in giro che sei il mio ragazzo?» sibilo arrabbiata.
«Oh, tutta questa scenata per questa stronzata? Come se non mi desiderassi.» sorride malizioso, ma non sono proprio in vena.

E' lunedì mattina e già sono scocciata di mio.

«Mi serviva un pretesto per scrollarmi di dosso la rossa, e mi sei venuta in mente tu.» dice incrociano le braccai al petto. Vedo i suoi muscoli guizzare a quel movimento, nonostante indossi una felpa.
«Non puoi usarmi perché ti fa comodo.» ribatto risentita.
«Sai che non è così.» obietta avvicinandosi a me.
«Non importa, non farlo più.» taglio corto.
«Va bene, scusami.» dice arrendevole. «Mi perdoni?» aggiunge avvicinandosi ancora. Le punte dei nostri piedi toccano, e io sono costretta a inclinare la testa indietro per poterlo guardare in viso. Mi scruta da sotto quelle ciglia lunghe e folte.
«Sì.» sospiro guardandolo a mia volta.

La fiducia è tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora