Capitolo 2

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L'entrata è un ammasso di gente che si abbraccia o si da pacche sulle spalle, salutandosi.

Mio fratello ci lascia per raggiungere i suoi amici del quinto. Io ed Eva ci dirigiamo verso un gruppo di ragazzi.

Sento che tutti gli occhi sono puntati su di noi. Squadro la mia amica da capo a piedi e devo dire che è davvero bella. Subito capisco il perché di tutti quegli sguardi.

Raggiungiamo il nostro gruppo di amici. Tom, un ragazzo della nostra classe, si alza dal muretto per venirci a salutare. È un bellissimo ragazzo, alto, ben piazzato, capelli marroni e occhi del medesimo colore.

L'anno scorso è stato un periodo strano per la nostra amicizia, ha tentato di baciarmi un paio di volte, solitamente quando era ubriaco. Non l'ho lasciato avvicinare, non perché non volessi baciarlo, ma perché temevo che quando sarebbe tornato sobrio se ne sarebbe pentito e non volevo vedere il rimorso nei suoi occhi, mi avrebbe fatto troppo male.
«Eva.» dice Tom facendole il baciamano. La mia amica arrossisce sotto quello sguardo penetrante. «Mel. Mi sei mancata.» sussurra abbracciandomi e dandomi un leggero bacio sulla guancia.
«Anche tu.» ribatto prima di staccarmi.

Intorno a noi si crea una calca e uno a uno salutiamo tutti i nostri amici.
Vedo come molti ragazzi del nostro gruppo squadrano Eva, e non posso fare a meno di essere contenta per lei.
È davvero una bella ragazza e soprattutto speciale, per questo fulmino tutti quelli che indugiano un po' troppo su di lei. Si è da poco lasciata con il suo ragazzo, con il quale è stata tre mesi, un record per lei, e ci è stata veramente male. Non voglio che soffra di nuovo.

La campanella suona e un po' alla volta gli studenti entrano. Tom mi prende a braccetto e mi conduce verso la nostra classe, perdo di vista la mia amica, ma non importa, tanto siamo nella stessa classe.                    
«Allora, come sono andate le vacanze?» mi domanda in corridoio.
«Bene, le avrei fatta durare di più. Tu che mi dici heartbreaker? Spezzato qualche cuore ingenuo?» chiedo sorridendo.

«Non molti a dire il vero, ero concentrato su una in particolare.» risponde vago.
«Ah sì? E chi sarebbe la fortunata?» scherzo.
«Non la conosci.» ribatte evasivo.
«Fammi vedere una foto allora.» continuo testarda.
«Non ce l'ho.» sbuffa infastidito.

«Mi stai dicendo che questa sfigata non ha Instagram?» continuo facendogli alzare gli occhi al cielo.

«Ti sei resa conto che ti sei appena data della sfigata da sola, vero? Perché non mi risulta che tu abbia Instagram.» ribatte scoccandomi un sorriso sornione.
Mi do dell'idiota mentalmente, quanto posso essere scema? "Tanto" risponde il mio subconscio.
«Touché.» controbatto mentre entro in classe. Mi siedo al penultimo banco e Tom prende posto vicino a me.

Ancora nessuna traccia di Eva, possibile che faccia ritardo il primo giorno? Ma dove si è cacciata? Giuro che se non entra tra cinque minuti la vado a cercare.

La mia amica arriva esattamente un minuto dopo che ho dato voce ai miei pensieri. È un po' scompigliata, come se avesse fatto una corsa. Si siede davanti a me. Mi sporgo verso di lei.
«Tutto bene Ev?» domando vedendola riprendere fiato. «Sì sì, mi sono distratta a parlare e non mi ero resa conto che fossero già entrati tutti.»risponde rapidamente. «Okay...» mormoro. Mi sembra abbastanza strano che non si sia resa conto della massa di studenti che entrava. Per il momento lascio correre, perché la professoressa di matematica fa la sua entrata.
È una donna piuttosto bassetta, con i capelli neri e la frangetta sempre scompigliata. «Sembra che un gatto abbia preso la sua testa come cuccetta.» bisbiglia Tom accanto a me. Cerco di trattenere una risata poggiando la testa sul banco per evitare che la prof se ne accorga. Il mio amico si unisce a me.

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