Capitolo 51

117 12 3
                                    

Mi richiudo la porta alle spalle dopo aver salutato mio cugino Alessandro.

Era da molto tempo che non ci sentivamo, e pensavo che i suoi attacchi di panico fossero finiti un anno fa, ma mi ha detto che ultimamente hanno ripreso ad essere frequenti.

Mio cugino ed io condividiamo molto, e abbiamo entrambi passato dei momenti bui a causa della morte dei nostri genitori, io di mia madre e lui di suo padre.

Dopo la morte di mia madre, a causa dello stress e della stanchezza, ho sofferto per un po' di tempo di attacchi di panico, erano rari, e sono sempre riuscita a gestirli da sola. Non ne ho più da quando avevo tredici anni.

Io e mio cugino siamo sempre stati molto legati, sin da bambini. Crescendo abbiamo perso un po' i contatti, ma ci siamo sempre stati l'uno per l'altra, specialmente quando lui ha iniziato ad avere attacchi di panico dopo la morte del padre. So che Ale non l'ha mai accettata. Tutt'ora soffre moltissimo.

Quando ieri ho ricevuto il suo messaggio ho subito capito che qualcosa non andava, così sono corsa da lui. Mi ha sempre detto che io, con la mia presenza, riuscivo a calmarlo, e così é stato.

Ho passato la serata insieme a lui guardando "How I met your mother", ridendo di ogni tentativo di Barney di far incontrare qualcuna a Ted, con la classica frase "lo conosci Ted?".

Ho davvero adorato quella serie.

Adesso mi trovo da sola in casa. Mio fratello è andato in palestra. Eva è uscita a fare compere, e mio padre credo sia con Jenny. Il che vuol dire che ho tutta casa per me.

Controllo il telefono per vedere se ci sono messaggi da Rein. Rimango leggermente delusa nel constatare che non ce ne sono, ma mi aveva detto che sarebbe arrivato in serata, quindi lascio scorrere il tempo con pazienza.

Quando si fa l'ora di cena, io ed Eva decidiamo di preparare la carbonara, e, dopo qualche uovo volato in cucina (non chiedetemi come), la cena è pronta.

«Perché non mi avete aspettato per cucinare?» piagnucola mio fratello una volta che ci siamo seduti a tavola.

«Perché avresti combinato un casino.» ribatto.

«Non é vero! Eva mi sta insegnando, diglielo anche tu pulcina.» 

Ew, semplicemente ew.

«Tu smettila di chiamarmi così e forse lo dico.» risponde Eva.
«Ma a te piace questo nomignolo, proprio l'altro giorno, quando stavamo...» Sam non riesce a finire la frase che la mano di Eva è sulla sua bocca, e mi guarda con un sorriso di scuse.

Mio fratello mugugna qualcosa contro la sua mano, ma nessuna delle due riesce ovviamente a capire cosa sta cercando di dire.

«Parlando di cose serie, domani tornerò a casa mia.» dice improvvisamente la mia amica.
«Hai risolto con tua madre?» domando.
«Abbiamo parlato al telefono, e mi ha detto che vuole che torni a casa, quindi...penso sia arrivato il momento di tornare.» annuncia non troppo contenta. Annuisco comprensiva.

«Sono sicura che risolverete tutto.»
«Lo spero.» mormora. «Ew, Sam, che schifo!» esclama poco dopo.

«Non mi lasci parlare, che cosa avrei dovuto fare?!»
«Magari aspettare ancora un secondo invece di leccarmi la mano.»
«Uffa, mi trattate sempre male voi due.» piagnucola incrociando le braccia al petto come un bambino.

«Ci sarà un motivo no?» chiedo ironica.

«È perché sono troppo bello, bravo e intelligente e quindi siete invidiose?»

«Sì, certo, proprio quello.» rido insieme ad Eva.

«Brave, continuate a prendermi in giro, ma sappiate che non vi farò assaggiare i dolci che ho comprato prima di tornare a casa.» risponde con un sorriso vittorioso stampato in faccia.

Io e Eva smettiamo di ridere di colpo.

E qui la situazione cambia.

«Ora, non arriviamo a conclusioni affrettate.» dice Eva diplomatica. «Lo sai che ti adoro.» aggiunge facendogli gli occhi da cerbiatta.

«Lo dici solo perché vuoi i dolci.» si lamenta.

«No, voglio te e i dolci.» mormora Eva dandogli la stoccata finale.

Ormai è nostro.

«Va bene, ma solo perché sono tremendamente generoso.»

Roteo gli occhi senza farmi vedere. Generoso un corno!

Sam è la stessa persona che qualche giorno fa per dividere una barretta di cioccolata ha usato un righello, e poi ha sparito equamente anche le briciole, ci rendiamo conto?

«Li mangiamo mentre ci vediamo un film in salotto?» proporne Eva.
«Okay, voi andate di là, intanto io sistemo la cucina e poi vi raggiungo.» rispondo.

Una volta che se ne sono andati, controllo il telefono. Sono le 22:30, e non ho ricevuto alcun messaggio da Rein. Provo a chiamarlo, ma non mi risponde, probabilmente si è addormentato dopo il viaggio.

Dopo aver rassettato la cucina, raggiungo gli altri in salotto.

«Che ci guardiamo?» chiedo.
«Scegliete voi, per me è uguale.» risponde mio fratello concentrato sul telefono. Io ed Eva iniziamo a fare zapping, e proprio quando abbiamo scelto il film, la voce di mio fratello mi fa rizzare le orecchie.

«Ma questo non è Rein? Non ti facevo una ragazza da relazioni aperte, soufflé.» mormora Sam.

«Di che diavolo parli?» domando confusa.

Mi passa il telefono.

Guardo la storia Instagram di una ragazza che sta ballando con il mio ragazzo in un locale. Mi paralizzo quando li vedo baciarsi. La storia finisce con loro due che escono dal locale, mano nella mano.

Alzo gli occhi dal telefono, guardo Eva e Sam, che mi fissano preoccupati.

Vedo le labbra di Eva muoversi, ma non capisco cosa dice.

Improvvisamente sento la mia gola chiudersi, e il respiro mancarmi. I polmoni bruciano, e il mio cuore batte troppo velocemente. I miei occhi si riempiono di lacrime, mi sembra di star vivendo un incubo. Non riesco a pensare a niente, vedo solo quel maledetto video scorrermi davanti agli occhi. Apro la bocca per cercare di prendere aria. Mio fratello ed Eva ora sono davanti a me, uno con un bicchiere d'acqua, e l'altra che cerca di farmi aria con le sue mani. Vedo le loro bocche muoversi.

Non sento niente, ma provo tutto.

Incredulità, delusione, amarezza, rabbia, tristezza, frustrazione, una carica talmente potente di emozioni, che non riesco a gestire, e in quel momento, sopraffatta, scoppio a piangere, ritrovando il respiro.

«Mel, mi senti? Riesci a sentirmi?» continua a chiedere Eva preoccupata. Annuisco frastornata.
«Bevi un po' d'acqua.» sussurra allungandomi un bicchiere. Lo prendo con mani tremanti.

Vedo i loro sguardi carichi di pietà, e mi sento patetica come non mai a piangere davanti a loro.

Perché lo ha fatto? Io davvero non capisco. Tutte quelle parole dolci buttate al vento.

"Mel...io...tu non hai idea di quanto sei importante per me"

Quelle parole dette qualche giorno fa erano solo una bugia?

«Mel, io sono sicura che ci sia una spiegazione...» inizia Eva.

«Non provare a giustificarlo!»!urlo contro di lei. «L'ha baciata cazzo! E ora saranno a casa sua a scopare!» 

Eva spalanca gli occhi, mio fratello le poggia un braccio intorno alle spalle, e mi rendo conto di aver esagerato.

«Scusami, non volevo urlare contro di te.» sussurro.

«Mel, perché non vai un po' di sopra? Fatti una doccia e stenditi un po' sul letto.» suggerisce mio fratello; la realtà mi crolla addosso quando sento Sam chiamarmi per nome, e a quel punto mi rendo conto della situazione in cui mi trovo.

La mia vita è un maledetto déjà-vu, prima Fin e ora lui.

«No, portatemi da lui.» ribatto.

La fiducia è tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora