CAPITOLO 18

1.9K 136 19
                                    

Era a casa già da un'ora, ma non c'era alcun segno che Logan fosse lì o fosse passato da casa. Si sentiva talmente stanca e talmente delusa da lui, dal suo comportamento di quella sera. Non sapeva cosa fare per arrivare al suo cuore, per fargli capire che le bastava una sola parola per dare un'altra chance a questo strano matrimonio.

"Logan... Dove sei...? " sussurrò lei e s'incamminò verso la sua stanza.

CaraLynne stava cominciando a pensare di andare a dormire, quando udì il suono del campanello. Non poteva essere Logan, lui aveva la chiave. Si strinse lo scialle attorno al corpo, raggiunse il citofono inserito nella parete e rispose allo squillo.

"Sono Zack... Sto cercando Logan," disse una giovane voce maschile.

Lei disattivò il sistema di allarme e aprì la porta ad un adolescente alto e magro, con i capelli castani, che stava risalendo il vialetto d'ingresso. Quando lui entrò nel cono di luce della porta, gli occhi di CaraLynne corsero immediatamente al livido bluastro che gli cerchiava l'occhio destro e poi al taglio che gli deturpava il labbro inferiore.

"Oh, santo Cielo!" sussultò. "Posso sapere che cosa ti è successo?"

Lui ondeggiò da un piede all'altro a disagio, distogliendo lo sguardo.

"Sto bene," borbottò. "Sembra molto peggio di quello che è..."

CaraLynne lo fece entrare e chiuse la porta.

"Dai, vieni! Prendiamoci cura di quelle ferite. A proposito, io sono CaraLynne," si presentò. "Tu devi essere Zack, il figlio di Logan."

Gli occhi verde-marroni di Zack tornarono ad incontrare brevemente i suoi.

"Lo stavo cercando... È a casa?" chiese lui, dopo una breve pausa.

"No, Zack, mi dispiace. Aveva degli... Ehm... Stasera aveva degli affari di cui occuparsi."

"Sai per caso quando tornerà?"

CaraLynne si sentì un po' una stupida per non essere in grado di fornirgli una risposta certa.

"Non saprei... Non mi ha dato un orario, Zack. Ma perché non rimani, così ti metto un po' di ghiaccio sull'occhio? Sembra molto gonfio."

"Non vorrei disturbarti..." disse lui e spostò il peso da una gamba sull'altra, guardando verso la porta.

Lei gli porse una sedia.

"Non disturbi nessuno, Zack. Dai, siediti qui mentre vado a prenderlo. Tuo padre ha una borsa del ghiaccio nel freezer. Mi sembra di averla vista quando ho tirato fuori del gelato l'altro giorno."

Tornò poco dopo con la borsa avvolta in un asciugamano e gliela tese.

"Ecco... Appoggiala sull'occhio per un po' per far diminuire il gonfiore," gli suggerì. "che ne pensi di un bicchiere di succo d'arancia? Ti va?"

Le guance magre di Zack si soffusero di rossore.

"Non dovrei nemmeno essere qui," borbottò, storcendo la bocca verso il basso.

CaraLynne si sedette sulla sedia di fronte.

"Ma cosa stai dicendo? Sai bene che puoi venire qui ogni volta che desideri. Hai tutti i diritti di vedere tuo padre."

Gli occhi di Zack incontrarono per un istante i suoi, prima di abbassarsi di nuovo.

"Non penso mai a lui in questo modo... come un padre... Per me è sempre stato Logan."

Lei corrugò la fronte.

"Non l'hai mai chiamato papà?"

Zack scosse la testa.

VORTICE DI PASSIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora