CAPITOLO 9

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CaraLynne entrò nella camera di Logan e i suoi occhi si posarono sulla valigia che lui aveva preparato in previsione del volo il mattino successivo. Il suo bagaglio invece si trovava in una delle camere per gli ospiti, dove era stato sistemato dopo che un uomo di Logan era passato a prenderlo quella mattina.

Preparò il letto e poi si voltò ad accostare le tende proprio nel momento in cui Logan entrava con un asciugamano avvolta attorno ai fianchi. Era ancora pallido e i suoi lineamenti erano più affilati del solito.

"Cosa facciamo domani?" gli chiese, mentre lui si sedeva pesantemente sul letto. "Visto il tuo stato... Pensi che dovremmo cancellare tutto?"

Logan alzò gli occhi su di lei.

"La partenza è prevista per l'ora di pranzo, Cara... Ma ti spiacerebbe se lo facessimo?"

"Certo che no. Non riesci a salire una rampa di scale, figurarsi volare su un'isola tropicale."

Gli sfiorò la fronte con il palmo della mano.

"Hai un po' di febbre, Logan. Vado a prenderti qualcosa per abbassarla."

Quando tornò con del paracetamolo e un bicchiere d'acqua, Logan era sdraiato a letto e l'asciugamano che aveva legato attorno ai fianchi giaceva sul pavimento. Si sedette sul bordo del letto, conscia del corpo nudo di Logan disteso sotto il lenzuolo di cotone egiziano.

"Ecco qui," disse CaraLynne, porgendogli le compresse.

"Ti ringrazio."

Lui reclinò la testa e le deglutì con un sorso di acqua.

"Posso portarti qualcos'altro?"

"No."

"Sei sicuro?"

Logan aprì un occhio e la fissò.

"Vai via, CaraLynne. Non preoccuparti, ti prego. Starò bene. Anzi, faresti meglio a starmi il più lontana possibile, nel caso in cui si tratti di qualcosa di contagioso."

"Probabilmente è troppo tardi per una precauzione del genere. Mi hai baciata, non dimenticarlo. Non che come bacio fosse un granché."

"Non volevo passarti dei germi..."

"Avresti dovuto informarmi che non ti sentivi bene," lo rimproverò lei e si alzò.

Logan sollevò ancora una palpebra.

"A cosa sarebbe servito? La chiesa era piena di invitati, il ricevimento era pronto e i giornalisti sgomitavano come formiche sui resti di un picnic."

CaraLynne sospirò mentre dava un'ultima sistemata alle lenzuola.

"Sei sicuro in quello che riguarda il dottore? Se vuoi, posso chiamare una clinica aperta ventiquattr'ore su ventiquattro."

Questa volta Logan aprì entrambi gli occhi per indirizzarle uno sguardo esasperato.

"Sembra che al momento tu abbia qualche problema a capire il significato della parola no."

Lei lo ricambiò con un'occhiata maliziosa.

"Sai, ho sentito dire che le coppie sposate spesso finiscono con l'assomigliarsi: forse questo è un tratto che ho già assorbito da te."

Lui chiuse di nuovo gli occhi con un sospiro frustrato.

"Dammi tregua, bimba. Non colpirmi quando sono già al tappeto."

CaraLynne si sentì completamente disarmata davanti a quell'insolita vulnerabilità e il suo istinto materno venne a galla. Gli andò accanto e gli sfiorò ancora la fronte calda con una carezza gentile e confortante.

VORTICE DI PASSIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora