"Ed ecco a voi i tributi del distretto 12 dei 76esimi Hunger Games".
Detto ciò, i pacificatori ci spingono dentro al Palazzo di Giustizia, mi volto un istante e vedo mio padre e mia madre tenersi per mano.
Ho sempre amato la loro storia d'amore: così vera, pura, si sono salvati a vicenda.
Oscar non smette di piangere, vorrei dargli un ceffone per farlo ragionare, mi limito a guardarlo stranita.
E' arrivato il momento delle visite o meglio, degli addii.
La prima persona a farmi visita è Haymitch.
Si siede su una vecchia sedia in legno scuro e tracanna il liquore.
Inizio ad avere un nodo in gola pensando al fatto che persino la puzza di Haymitch mi mancherà.
"Dolcezza, io non sono il tuo mentore quindi non posso aiutarti" dice, guardandomi dispiaciuto.
"Sarai il mentore di Oscar?" Chiedo.
"Sì, questo non significa che non ti sosterrò".
Si alza e, cosa inaspettata, mi bacia sulla guancia.
Ad Haymitch segue Effie che, come sempre, è vestita in modo assurdo e stravagante.
"Proprio adesso che la pace era tornata, l'hanno portata via" inizia a dire.
Non vorrei dirle ciò che penso, ovvero: ma tu hai vissuto a Capitol City e non hai mai affrontato la ribellione, è come se avessi sempre avuto la pace.
Mi limito a sorridere, un sorriso molto falso che cerco di caricare con dispiacere e tristezza.
"Spero con tutto il cuore che tu torna a casa" continua a dire.
La sua visita non è stata particolarmente commovente, meglio così: non voglio vedere lacrime versarsi.
Mi fanno visita anche i miei compagni di classe, i miei professori e infine i miei genitori.
Entrano per mano, si stringono come se fossero uno l'ancora dell'altro.
"Tesoro, saremo entrambi i tuoi mentori" Inizia a dire papà.
"Cercheremo il più possibile..." prosegue la mamma che viene interrotta dalle lacrime.
Non mi piace vederla piangere, soprattutto se il motivo delle sue lacrime sono io.
Mio padre l'abbraccia e io faccio altrettanto, formiamo così un bellissimo abbraccio di famiglia.
"Questo è per te" Afferma mio padre porgendomi qualcosa.
E' un piccolo medaglione d'oro, l'ho visto spesso attorno al suo collo, altre attorno a quello di mamma.
Dev'essere un oggetto molto importante.
Ripasso con un dito le rifiniture e poi scopro che si apre, lo apro e vedo tre foto:
Io, papà e mamma.
"Così avrai un po' di casa sempre con te" Continua a dire.
Inizio a piangere nella sua camicia, mi fa sentire al sicuro.
Credo che papà mi mancherà più di tutti: abbiamo un rapporto speciale basato su insegnamenti a dipingere e a cucinare.
Mi mancherà ogni cosa di lui, ogni nostro momento passato insieme: le nuotate, i balli, i suoi racconti, i suoi biscotti con i fiori che mi faceva sempre, il suo profumo di cannella e aneto.
Dopo essermi asciugata le lacrime, mamma mi fissa la piccola spilla, cercando di trattenere un pianto isterico.
Abbraccio anche lei, perché anche lei mi mancherà.
Più di tutto mi mancheranno i momenti passati assieme a lei nei boschi, dove mi insegnava a tirare con l'arco, dove la vedevo felice.
Mi mancheranno anche i momenti dolci tra i miei genitori, mi piaceva osservarli.
Dopo questo commovente pre-lutto familiare, andiamo tutti e tre in treno.
Non ho mai visto niente del genere: lampadari di diamanti, mobili di legno pregiato, tanto cibo di tutte le forme e colori.
Anche Oscar, per un momento, smette di piangere per ammirare.
Ci tuffiamo entrambi nel cibo, non so nemmeno che sapore abbia ciò che sto mangiando.
Credo stia mangiando del cioccolato, ne riconosco il sapore perché mio padre lo usa per i dolci.
I miei genitori mi guardano e ho capito che è arrivato il momento di fermarmi.
Ci sediamo tutti, eccetto Oscar, ad un tavolo.
"Come mai lui non siede con noi?" Chiedo.
"Ha un altro mentore, potrebbe sentire le nostre strategie" Afferma mamma.
Proprio in quel momento compare Haymitch, puzza più del solito e si avvicina verso Oscar che sembra al quanto terrorizzato.
"Allora queste sono le cose da fare" Esclama mio padre.
Mentre parla non faccio altro che guardare Oscar in modo minaccioso, non so che strategie abbia, ma quel ragazzino mi urta il sistema nervoso.
"NON VOGLIO ESSERE UNA SVENTURATA AMANTE" urlo in modo che anche lui mi possa sentire.
"No, non seguiremo quella strategia" precisa la mamma.
"Allora:
1) Trova alleati.
2) Non pensare al bagno di sangue ma cerca dell'acqua.
3) Se non riesci a procurarti armi, costruiscile.
4) Trovati un rifugio.
5) Per procurarti sponsor, cerca di piacere alla gente... fa' sì che ti adorino durante questi giorni di preparazione.
6) Sta' lontana dai favoriti"
"Ho due domande: cos'è il bagno di sangue e chi sono i favoriti?" Chiedo.
"Il bagno di sangue è il momento in cui i giochi iniziano e tutti cercano di prendere le armi che sono nella bocca della Cornucopia, lì ci sono molti morti.
I favoriti sono tributi dei distretti 1, 2 e 4 che si alleano sin da piccoli per questo.
Non credo però, che quest'anno ci siano favoriti visto che si pensava ad un'apparente pace" prosegue mio padre.
"Quando senti il cannone sparare, un tributo è morto e non mettere fuori dalla pedana prima che il conto alla rovescia finisca, salteresti in aria" continua mia madre.
"In questi giorni ci saranno allenamenti collettivi e una sessione privata: cerca di identificare i tuoi prossimi alleati e non mostrare ai nemici le tue doti" dicono contemporaneamente.
Mi limito soltanto ad annuire perché ora penso solo ad una cosa: la morte.
Mi chiedo a chi abbiano affidato Rye, mi chiedo come si sentiranno se morirò o se ucciderò.
E se mi trasformerò in qualcosa che non sono? Tipo una bestia selvaggia, cannibale... non devo permettere che accada.
Vengo distratta da Oscar che mi passa davanti con sguardo minaccioso, lo prendo e gli sussurro: "Tu sarai la mia prima vittima."
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Hunger Games- After
FanfictionIl mio nome è Willow Mellark. Ho 14 anni. Vivo nel distretto 12. I miei genitori sono Katniss Everdeen e Peeta Mellark. La pace è tornata, così pare.