Oggi è il giorno delle interviste: il momento decisivo ed io non sono affatto di ottimo umore.
Ho fatto una totale sciocchezza alla sessione privata, ma in fondo non mi importa; dovrò morire comunque, perché non rischiare tutto?
Prendiamo tutti posto sul divano e aspettiamo con ansia i risultati della sessione.
"Mi dispiace per ciò che ho fatto" incomincio a dire.
"Sei stata fantastica, ma non voglio un'altra rivoluzione: ci sarebbero tante vittime" replica mia madre.
"Nemmeno io la voglio, tranquilla" affermo.
Ecco che compare il logo di Capitol City e Caesar Flickerman, che non dimostra affatto la sua età, inizia a dire i nomi dei tributi e i punteggi.
I tributi del distretto 1 hanno ottenuto entrambi un 9.
Il tributo femmina del 2 un 10, quello maschio un 9.
Quelli del 3 un 7.
Il tributo maschio del distretto 4 un 10, quello femmina un 11.
Man mano che scorrono i punteggi, la mia voglia di sapere ciò che hanno fatto lì dentro aumenta.
Arriva il nostro turno.
Fisso attentamente lo schermo, con meno ansia possibile.
"Willow Mellark, tributo femmina del distretto 12.
Il suo punteggio è... 12!"
UN DODICI? IO?
Tutti quanti festeggiano, ma io no: con quel tale punteggio sarò la prima preda da uccidere.
L'entusiasmo svanisce quando Oscar ottiene uno 0: sostiene di non aver fatto nulla lì dentro.
"Bene ora andate con gli stilisti, dovete prepararvi" sostiene mio padre.
Prima di andare con il mio stilista, riferisco una cosa ad Oscar: "Se te ne uscirai con la storia di essere innamorato di me, ti uccido prima del previsto".
Il suo sguardo è gelido, ma lascia trasparire la paura.
Entro in una stanza larga e la mia stilista inizia a farmi provare le scarpe.
"Dov'è il vestito?" domando.
"Lo vedrai quando sarà il momento di indossarlo" risponde con un tono calmo e pacato.
Mi da delle scarpe assurde: dei tacchi a spillo neri e il tacco è fatto interamente di borchie.
"Deduco che avrò il look da cattiva ragazza anche stasera" dico, cercando di camminare.
"Probabile" afferma, sempre con quel tono rilassato.
Le scarpe non sono affatto comode.
Come fanno le ragazze a portare questi trampoli?
"Non ci sono altre scarpe?" chiedo, cercando di sembrare gentile.
In quel momento Lilac scopre una tenda e vedo tantissime paia di scarpe.
"Sceglile tu" mi dice con un sorriso.
Deduco che il mio abito sarà nero, scelgo un paio di scarpe a parer mio meravigliose: scarpe con tacco ,basso, nere e il tacco fatto tutto di piccoli diamanti.
"Provale!" mi invita Lilac.
Le indosso e sono più comode di quanto mi aspettassi.
In quel momento arriva il mio staff di preparatori che inizia a truccarmi.
Ombretto nero sfumato con quello grigio, mascara nero, ciglia finte, blush, phard, rossetto scuro, matita.
Mi guardo allo specchio e non sembro nemmeno io.
Persino le mie unghia sono finte.
In quel momento, dopo che lo staff ha ammirato il "capolavoro", Lilac prende il vestito.
"Chiudi gli occhi" mi ordina.
Io li chiudo e tolgo l'accappatoio.
Sento la stoffa diventare man mano sempre più pesante.
"Ora puoi aprire" mi invita.
Io li apro e vado dritta a guardarmi allo specchio.
E' un vestito meraviglioso: è un abito nero, più lungo dietro, con dei ricami molto particolari.
Sulla gonna ci sono dei piccoli glitter che fanno sembrare il mio abito un cielo stellato.
"E' bellissimo" dico a Lilac.
"Se vincerai, lo potrai tenere" mi dice sorridendo.
So che questo non accadrà.
Lo staff ammira per qualche minuto e poi mi invita a sedermi per "il tocco finale".
La mia acconciatura è molto semplice: dei boccoli .
Ovviamente ci aggiungono gli accessori: una tiara di rose nere sulla mia testa, una collana di altrettanto colore e dei pendenti.
"Mettiti le scarpe e sei pronta ad andare" afferma Lilac.
"Io non so che dire lì fuori" dico con un po' di vergogna.
"Sii solo te stessa" afferma.
Metto le scarpe e vado in fila.
Noto Oscar dietro me: è vestito quasi uguale a me e spero con tutta me stessa che non stiano usando la tattica degli "sventurati amanti".
Non mi soffermo su Oscar, ma sugli altri tributi: sembrano tutti così sicuri, come se avessero studiato un copione da recitare una volta lì.
Poco dopo lo show inizia e Caesar Flickerman sfoggia la sua nuova pettinatura rosea.
Dico a me stessa di potercela fare, ma ciò aumenta la mia ansia.
Per questo motivo cerco di capire cosa dire.
La ragazza del distretto 1 parla solo del suo modo di vestire.
Il ragazzo del distretto 1 afferma che sarà bello "giocare".
I tributi del 2 sono pronti ad uccidere.
Vedo la fila diminuire ed io non sono ancora pronta.
Potrei soltanto spargere un po' di polvere di carbone, dato che fuoriesce dal mio vestito al minimo movimento, ma non guadagnerei l'attenzione.
Il mio turno arriva più velocemente di quanto pensassi.
"Willow Mellark"
Al mio arrivo tutti restano sorpresi dal mio abito, è un buon inizio.
"Qui, signori e signore, abbiamo la figlia della Ghiandaia imitatrice" incomincia a dire.
Non so il motivo preciso, ma quella frase mi ha fatta infuriare.
"E così sono solo questo per voi?
La figlia della Ghiandaia Imitatrice, ma vi sentite?
Io sono totalmente altro.
E voglio dire, a tutti voi, che la sottoscritta ve la farà pagare per quello che avete fatto ai miei genitori.
Il depistaggio è stato un colpo basso, persino per voi.
Avete fatto provare le pene dell'inferno ai miei genitori e adesso ne pagherete le conseguenze.
Ne pagherete tutti i giorni, guardandovi allo specchio, perché voi non siete persone.
Voi siete assasini.
Vedo umani, ma non l'umanità".
Proprio in quel momento scade il mio tempo.
Non posso crederci di aver detto ciò, sono una stupida.
Mi uccideranno, è sicuro.
Tutti cercano di parlarmi, ma io vado dritta in terrazza a pensare alle conseguenze di ciò che ho affermato.
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Hunger Games- After
FanfictionIl mio nome è Willow Mellark. Ho 14 anni. Vivo nel distretto 12. I miei genitori sono Katniss Everdeen e Peeta Mellark. La pace è tornata, così pare.