Dopo un lungo cammino, arriviamo al lago.
"Riempi tutto ciò che puoi riempire" ordino.
Non abbiamo molte cose, quindi l'unico contenitore che abbiamo è uno zainetto.
Beviamo il più possibile e poi decidiamo un posto dove accostarci.
"Faremo i turni per dormire" dice Finnick.
"Io non voglio dormire. Ho troppa paura che qualcuno possa attaccare mentre dormiamo" esclamo.
"E' per questo che esistono i turni" replica con calma.
Non rispondo, ma cerco di arrampicarmi su un albero.
Il sole scotta, ma mette in risalto il verde attorno a noi.
Salgo su un albero non molto alto, nonostante ciò riesco a vedere qualche tributo andare in giro.
Proprio in quel momento un colpo di cannone riempie il silenzio: 14 morti.
In quell'istante vedo i favoriti dirigersi verso di noi.
Scendo velocemente dall'albero.
"Finnick dobbiamo andare!" urlo.
"Perché?" chiede.
"Non chiedere, corri via o arrampicati su un albero" rispondo.
"Non so arrampicarmi" dice.
"Ti aiuto io" replico.
Lo faccio salire con cautela su un albero.
"Oh guarda chi abbiamo qui: Mellark ed Odair!" dice uno di loro.
"Poverini, sono talmente spaventati da salire su un albero. Tranquilli, vi uccideremo in fretta!" dice la ragazza del 2.
Iniziano a salire sugli alberi, quindi scendiamo frettolosamente e corriamo.
"Siete finiti!" dice il ragazzo dell' 1, parecchio vendicativo.
Una spada sfiora Finnick, dunque mi metto davanti a lui.
"Non toccarlo, stronza!" urlo alla ragazza del 2.
E' un momento velocissimo: lancio un coltello dritto al suo cuore.
Fiumi di sangue sgorgano sotto il suo corpo; resto paralizzata e Finnick è costretto a portarmi via.
E' la prima persona che ho ucciso: una favorita, per salvare Finnick.
Respiro faticosamente e cerco di non piangere.
"Va tutto bene" mi rassicura Finnick.
"Ho ucciso una persona, che sono diventata?" domando piangendo.
"Ne hai salvata un'altra" mi risponde, dandomi un bacio sulla fronte.
Questo bacio era del tutto inaspettato. Non sto dicendo che non sia gradito, anzi.
C'è qualche istante di silenzio.
"Come va la ferita?" domando.
"Non è niente" risponde.
Guardo la ferita e faccio un sospiro di sollievo: è solo un taglietto.
"Mi procurerò del muschio per tamponare il sangue" esclamo.
"Sì, ma ora dobbiamo trovare un altro posto in cui andare" replica.
"Il Villaggio dei Vincitori, no!" dico, quasi urlando.
Penso per qualche istante a dove andare.
"Potremmo avviarci verso la città!" affermo.
"Sì, bell'idea" mi appoggia.
Ci allontaniamo dal bosco e dal corpo della ragazza del 2.
In quel momento un colpo di cannone; 15 morti.
Il sole cala, man mano che ci avviciniamo alla città, creando uno splendido tramonto.
E' buffo come le belle cose si possano trovare anche nei posti peggiori.
In quel momento la vedo: bruciata, quasi totalmente distrutta, lì sono morti i miei nonni, in questa panetteria.
"Papà" esclamo, guardandola.
Entro dentro e Finnick mi segue.
E' orribile vedere come è stata malvagia Capitol City.
"Questa era... la panetteria dei miei nonni" dico a Finnick.
Lui osserva, annuendo.
"Qui sono morti i miei nonni, qui è cresciuto mio padre" continuo a dire.
Ho un groppo in gola, ho bisogno di sfogarmi.
Corro ad abbracciare Finnick e piango tra le sue braccia, per non farmi vedere.
Lui cerca di consolarmi e mi porta fuori.
Asciugo con cautela le mie lacrime, quando arriva un piccolo paracadute argenteo dritto nelle mie mani: IL NOSTRO PRIMO SPONSOR.
Lo apro ed è del cibo, molto cibo: pane, formaggio, pasta, carne.
"Buono!" commenta Finnick, allungando la mano.
"Non ora!" urlo, schiaffeggiandogli la mano.
Beviamo un sorso d'acqua e poi ci rimettiamo in cammino.
E' tutto tranquillo al momento: niente urla strazianti, niente colpi di cannone, niente.
Finnick ed io troviamo una casa non molto distrutta, perfetta per fermarci.
Posiamo lo zainetto e mangiamo un pezzettino di formaggio.
Passiamo una serata piuttosto piacevole, raccontando delle situazioni divertenti che ci sono capitate.
Almeno era piacevole, prima dell'inno di Capitol City e i volti dei caduti in cielo.
Quindici famiglie ora staranno chiudendo le finestre e piangendo la perdita dei loro figli.
Quindici tributi morti in una sola giornata ed io resto viva.
Oscar, stranamente, è vivo.
Il primo turno lo faccio io, anche perché non riuscirei a dormire dopo l'ibrido con le sembianze di mio padre e la visita alla panetteria.
Chissà cosa avranno pensato i miei genitori quando ho ucciso una persona.
Chissà come staranno adesso.
Ho troppe domande nella mia testa, domande che non saprò rispondere.
STAI LEGGENDO
Hunger Games- After
FanfictionIl mio nome è Willow Mellark. Ho 14 anni. Vivo nel distretto 12. I miei genitori sono Katniss Everdeen e Peeta Mellark. La pace è tornata, così pare.