Capitolo 18- third day

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L'uragano cessa dopo poco.

18 morti, 8 restanti.

Proprio in quel momento il cielo si illumina: 18 volti scorrono velocemente, Oscar è ancora vivo, i favoriti sono morti.

"Siamo troppo allo scoperto qui" dice Finnick.

"grazie per avermi salvato" continua a dire.

"E' il mio patto" affermo.

"Non morirai!" esclama.

"Tu devi vincere" sussurro.

La conversazione finisce qui; sappiamo che presto uno di noi morirà, quel qualcuno sarò io e Finnick vivrà in pace con sua madre.

Durante il tragitto verso i boschi, sento uno strano rumore.

Alzo la testa e noto un piccolo paracadute argenteo planare sulla mia testa.

Apro il piccolo paracadute in fretta: è una crema per le ferite di un colore bianco accecante e un kit di salvataggio con delle bende e del disinfettante, woah devono proprio amarci a Capitol!

"Ti curo le ferite, stenditi" ordino Finnick.

Lui obbedisce in fretta e passo delicatamente la crema sulla cute che non era molto danneggiata, ma fuoriusciva del pus.

"Ora mangiamo" prendo lo zainetto.

"Willow" sussurra.

"Cosa c'è?" domando.

Mi volto e vedo Oscar: insanguinato, sporco, selvaggio.

"Ci penso io, tu vai verso il bosco" ordino a Finnick.

Non mi fido di Oscar, ho paura che possa far del male a Finnick è per questo che l'ho mandato nei boschi.

"Non accettiamo alleanze" gli grido, facendogli invidiare il cibo che ci hanno donato.

"Ti prego Willow, curami! Siamo dello stesso distretto" si butta in ginocchio con le mani unite.

"Siamo diventati nemici dal momento in cui ho deciso di proteggere Finnick, la tua morte non mi tocca" cerco di mentire il meglio che posso: detesto vedere qualcuno morire.

"Curami, ti aiuterò a salvarlo" striscia verso di me.

Annuisco con il capo e, abbassandomi, gli medico le ferite.

"Grazie" sospira.

Si alza di scatto.

Il momento è troppo veloce per reagire: mi ruba i coltelli e me lo punta uno alla gola.

"Però molto stupida a mandare il tuo amichetto nei boschi, i miei alleati lo avranno già ucciso" sghignazza.

Non posso crederci: ha fatto il doppio gioco e vuole uccidere la ragazza del suo stesso distretto.

"Sei spregevole, siamo dello stesso distretto" dico, facendo finta che non mi stia per uccidere.

"Ti sei sempre creduta superiore, non mi hai mai considerato un degno alleato o un degno avversario" traccia una linea sul mio collo.

"Uccidimi. Fallo. Dimostrerai solo quanto sei bisognoso di attenzioni, così tanto da voler uccidere una ragazza. Sei un mostro" esclamo.

In quel momento pare incantato: lo sguardo fisso nel nulla, lascia la presa sul coltello.

Approfitto di quel momento per prendere il coltello e andare da Finnick.

"FINNICK!" urlo.

Corro per i boschi, disperata.

So che non è morto, non ho sentito colpi di cannone.

Improvvisamente Finnick mi appare da dietro.

"Oh mio dio che spavento!" esclamo, abbracciandolo.

"Ci danno la caccia" dice.

"Lo so, è per questo che da adesso dobbiamo essere sempre in movimento" replico.

"Che hai al collo?" domanda accigliato.

"Oscar, quel traditore" rispondo, iniziando a recuperare tutte le nostre cose.

"Woah questo sì che è spirito di squadra" dice ironicamente.

In quel momento c'è un suono assordante: un elicottero.

Vorrei scoprire perché quell' elicottero sia qui, ma ho capito che nulla di buono viene da questo posto.

"scappa Finnick" urlo.

Una scia di mine viene sparata da quell'elicottero: hanno fretta di chiudere i giochi e di renderli spietati.

Non bastava ammazzarci a vicenda, pure le mine.

Il suolo esplode: cinque colpi di cannone.

Subito dopo l'elicottero scompare, ma la terra resta in fiamme.

"A quanto pare Capitol City ama le cose in fiamme" dico.

"Secondo te chi è morto?" chiede Finnick.

"Spero che uno di quei cinque sia Oscar" rispondo senza pensarci due volte.

Sono stanca, sporca, sudata, triste.

Vorrei piangere, ma risulterei debole e finta.

Vorrei morire, cosa che farò molto presto, finire questa sofferenza.

La tortura che prolunga la morte finirà ben presto, Finnick sarà felice ed io riposerò per sempre.

Conoscerò i miei nonni, Rue di cui ho tanto sentito parlare, Prim.

Chiudo gli occhi: l'oscurità dei mei occhi, ben presto diventerà perenne.

Il fuoco si propaganda; vorrei morire dormendo, almeno non sentirei dolore.


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