Brutti Ricordi ♡

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CAPITOLO 18

Eravamo appena arrivati al centro commerciale.
Bella?Cos'hai intenzione di fare a Emmett? Hai già un'idea?-
-In realtà no. E tu per Rose?-
-Nemmeno io. Però ho un'idea-
-Sentiamo.- gli dissi.
-Se li prendiamo insieme i regali? Nel senso che io ho già in mente il regalo per Emmett. E se tu hai già in mente in regalo per Rose possiamo farlo insieme.-
Ci pensai su per un momento.
Una volta l'avevamo fatto.
Era il compleanno di Alice e le avevamo fatto Il vestito Armani che tanto le piaceva.
-Per Rose avevo in mente una cosa che non potrei permettermi da sola-
-Ovvero?!-
-La nuova collezione di Borse di Gucci!-
-Intendi tutta la nuova Collezione?-
-Beh si!- fece una smorfia ma poi rise e entrammo da Gucci.
A mezzogiorno circa uscimmo dal negozio.
Nel frattempo mi ero provata qualcosa anche io e siccome per Edward mi stavano bene mi obbligó a comprarli.
Anzi me li comprò proprio lui metre io mi cambiavo.
Quando uscimmo dal negozio Gucci ci dirigemmo al Saturn per il regalo di Emm.
-Emm voleva tanto uno stereo, mi aveva anche fatto vedere quale, ecco è quello.- mi disse Ed davanti a degli stereo che erano giganti!
-Questo? Ed ma dove ha intenzione di metterlo? È alto mezza parete e largo altrettanto!- dissi guardando Edward.
-Bella! Calmati! Lui vuole quello dietro!- disse.
-Ah ok!- dissi girandomi, poi però mi resi conto di quello che c'era dietro! -Edaward non mi prendere per il culo! Quello è un impianto Hi-Fi da discoteca! Dove lo mettiamo?
-Nella stanza più grande della casa, quella dove ora dorme tuo padre, Emm ci ha fatto le misure per mesi! Tra l'altro quella è l'unica stanza insonorizzata della casa quindi è sostanzialmente l'unico posto dove poterlo mettere!- mi disse e poi si allontanò per chiedere informazioni.
-Ok mettendo insieme i budget ce n'è anche per l'extra del trasporto, siamo apposto, che ne dici di mangiare qualcosa? Vado a pagare e poi porto i sacchi in macchina, tu intanto vai a metterti in fila al MC.- mi disse.
-Ok, a dopo.-
Mi diressi al MC e mi misi in fila per ordinare.
Mentre ero in fila mi suonò il telefono.
-Pronto?- chiesi.
-Bella! Hai notizie di Carlisle?- era Ali.
-No, Alice perchè?-
-Perchè l'ho chiamato già 7 volte e non mi risponde! Quando è stata l'ultima volta che l'avete sentito?-
-L'abbiamo visto stamattina in ospedale, poi siamo venuti a prendere i regali per Emm e Rose, approposito! Noi due dobbiamo parlare! Vic? Come sta?- chiesi.
-ok, Vic dorme, era stanca, non ha fatto altro che piangere e dire Jamy tutta la mattina, Sue le ha dato un tranquillante e ora sta dormendo.-
-Bene, ora proviamo a chiamarlo, scusa Ali ti devo lasciare, dai un bacio a Vic.- chiusi velocemente la chiamata perchè era il mio turno e di Ed nemmeno l'ombra, vabbè avreii ordinato io, incrociando le dita che i suoi gusti siano gli stessi di una volta.
-Prego signorina.-
-Buongiorno allora vorrei 3 patatine grandi, due McChicken, un BigMC, e due coche grandi.-
Tempo poco e la commessa mi aveva già portato tutto.
Mi avviai ai tavoli con i vassoi in mano, lui era li, mi sorrideva e mi aspettava.
-Non scomodarti a venirmi ad aiutare eh! Comunque ho ordinato io, sperando di essermi ricordata i tuoi gusti.-
Edward passò in rassegna quello che avevo ordinato.
-Bella! Hai fatto centro!.- disse sorridendo.
-Sono contenta, senti mentre ero in fila mi ha chiamato Alice!-
-Ah, e che dice?-
-Che Carlisle non le risponde, l'aveva già chiamato sette volte quando mi ha chiamato.-
Edward levò il suo telefono e chiamò suo padre io nel frattempo finì di mangiare il panino e sorseggiai un po' di coca.
Niente non rispondeva nemmeno a lui.
Lo chiamò per ben quattro volte, mentre io mangiavo la mia porzione di patatine, ma niente, non c'era verso, Carlisle era irraggiungibile.
Dopo la quarta volta lo vidi cambiare numero.
-Pronto.- rispose una donna.
-Jackie? Sono il dottor Cullen, dov'è mio padre?- chiese.
-È in terapia intensiva, ha dovuto operare d'urgenza un paziente ricoverato in quel reparto.- disse.
-Oh no!- dissi.
-Grazie Jackie.-
-Andiamo Edward!! Sta operando Jamy!-
-Fammi finire il panino!-
Battei le gambe mentre lui finiva di mangiare.
Poi ci infilammo in macchina e appena arrivati davanti all'ospedale quasi mi lanciai dalla macchina, Edward era troppo calmo, forse perchè confidava in suo padre ma io ero preoccupata.
Mi fiondai dentro all'ospedale ignorando Edward che mi chiamava, mi lanciai di corsa verso la terapia intensiva, Elen non c'era, tanto meglio, entrai senza aspettare il permesso.
Ma davanti alla camera di James mi bloccai e aspettai Edward che arrivò dopo poco di corsa.
-Sei già entrata?- mi chiese.
-No, ho paura, ok! Aspetta qui ora arrivo.- dissi, feci un respiro profondo e entrai nella stanza. Chiudendomi la porta alle spalle.
Quando mi girai non trovai nessuno.
La mia faccia doveva essere sconvolta perchè quando aprii le tendine per mostrare a Edward la stanza si precipitò nella stanza mi prese per un polso e cominciò a correre fuori dalla terapia intensiva.
Quando uscimmo Elen era magicamente riapparsa.
-ELEN!- urlai dimenticando di essere in un ospedale.
Ma il mio urlo venne smorzato a metà dalla manoo di Edward che mi si posava sulla bocca.
-Bella! Bella calmati, non è James quello che papà sta operando, non potrebbe, è troppo legato affettivamente per poterlo operare, non ti ricordi? Non si possono operare parenti, troppo coinvolti emotivamente!-
-E cosa aspettavi a dirmelo?- dissi scostandomi dalla sua mano.
-Il vostro amico è stato portato di sopra, quarto piano stanza 83.- ci disse Elen.
bello, noi eravamo al meno due.
Mi avviai con calma all'ascensore, ma era troppo lento così iniziai a correre per le scale, Edward mi chimava mi diceva di andare piano ma non potevo andare piano.
*QUARTO PIANO*
Andai a passo svelto per il corridoio.
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83!
Finalmente trovai la stanza, entrai.
-Bella! Ciao! Come stai?-
-Ti ammazzerei di botte!-
-NO! Grazie ho già dato!- rise.
-Non ci trovo niente da ridere! Mi spieghi che gusto ci trovi a far soffrire Vic? Poi te la prendi con Edward per come stavo io. Guarda che Vic sta come me ogni volta che torni a casa ubriaco, mi spieghi perchè bevi? Prima che ce ne andassimo non bevevi quasi mai?! E ora perchè?!- ormai ero alle lacrime.
-Bella! Calmati per favore! Ora ti racconto:
il mio racconto inizia quasi cinque anni fa! la sera prima che tu scopristi di essere incinta, quella maledetta moto era la mia! La moto di Jake non era appunto, e quindi usò la mia, ma nemmano la mia era appunto, Vic mi chiese di andare con lei a una festa. te la ricordi? Era la festa di compleanno di Jessica, anche tu costringesti Edward a venire con te, ricordi?- io annuii -Ecco! Nessuno di noi due partì per La Push quel pomeriggio, mentre le nostre moto erano già volate li una settimana prima con il Jet privato di Carlisle. Quella sera Jake mi chiamò e mi chiese se poteva usare la mia moto, sapeva benissimo che quella di Ed era intoccabile, così gli dissi di si, solo dopo mi ricordai che aveva un problema allo sterzo, quando provai a chiamarlo lui era già uscito, rintracciai Sam, gli dissi della moto e lui corse alla gara, riuscì a parlare con Jake prima che salisse in sella, ma lui gli disse di aver controllato la moto ed era tutto apposto. Mi sento in colpa per questo bevo, e poi mi sfogo contro qualcuno, a volte va bene che è qualche magrolino, altre volte ci sono i figli di papà palestrati e le prendo.- fine del racconto.
-Jamy! Non devi sentirti in colpa! Lui aveva controllato la moto! Se aveva detto che non c'erano problemi, allora non ce n'erano!- non ero stata io a parlare.
-Lo so Ed, ma io non ci posso fare nulla, mi sento in colpa, quella moto era mia, se solo non gliel'avessi fatta guidare.- disse sedendosi sul letto sfinito e triste per la confessione.
-Dovresti chiamare Vic, è tanto in pena per te!-
-Dammi il tuo telefono-
Glielo diedi.
*Pronto Bella? Hai saputoo qualcosa? Come sta quel testone di James?!* Era Vic.
-Amore..- disse solo.
Dall'altro lato si sentì un urlo.
*JAMES! MI SPIEGHI CHE COSA CAZZO COMBINI?! DEVI SMETTERLA DI FARE A BOTTE!!! GIURO CHE TI FACCIO TENERE SOTTO SORVEGLIANZA DA CHARLIE!* ok era sclerata.
-Vic aspetta, io sto bene tranquilla, domani mi rimandano a casa-
*Vengo a farti compagnia a dopo*
-Vic aspetta! Ha già chiuso!-
-Non le abbiamo nemmeno detto in che stanza sei, vabbene dai riposati noi andiamo ad aspettarla di sotto e poi torniamo a casa.- gli dissi.
-Ciao ragazzo.- ci salutò lui.
Andammo con calma alla reception mano per la mano, io ormai mi aggrappavo a lui, e lui mi lasciava fare.
-Bella prendi la mia macchina, non penso che Vic torni a casa, porto io a casa la sua.- mi disse dandomi le chiavi.
-Sicuro? La tua Aston?- chiesi sbalordita.
-Hei ti ho insegnato io a guidare, mi fido ciecamente di te alla guida, dai vai!.- afferrai le chiavi e andai al parcheggio.
Solo dopo aver vagato per un po' mi ricordai un piccolo particolare, non sapevo dove avesse parcheggiato, solo allora notai un gruppo di persone intorno a una macchina grigia, guardai ed era la Asotn, inforcai gli occhiali da sole e quando fui abbastanza vicina alla macchina feci scattare le sicure, quando videro le luci si girarono tutti e mi lasciarono lo spazio per mettermi alla guida, accesi la macchina, e feci retromarcia per tornare a casa.
Sulla via di casa passai davanti alla gioielleria e mi ricordai le fedi!
Parcheggiai e chiusi la macchina.
Quando entrai nel negozio notai una ragazza bionda, lei si girò perchè aveva sentito il campanello della porta.
Io mi avvicinai alla commessa.
-Desidera?- mi chiese la donna, una donna sulla settantina, bassina e con gli occhiali.
-Sono qui per ritirare le fedi di Rosalie Hale.-
-Un momento, mmm, si tu devi essere Isabella Swan giusto?-
-Si.- risposi.
-Mi dispiace ma deve favorire la carta d'identità, è solo una cosa formale.- mi chiese gentile la donna.
-Certo.- dissi e gli porsi la carta d'identità.
-Grazie, torno subito.- mi disse prima di sparire nel retro bottega.
Nel frattempo la ragazza bionda si avvicina a me e poggia i suoi acquisti sul bancone, sono una manciata di gioielli, collane e altre pietruzze.
-Scusami, non ho potuto fare a meno di sentire il tuo nome, tu saresti Isabella giusto?- aveva un volto familiare ma al momento mi sfuggiva.
-Si.- risposi.
-Io sono Tanya Denali, piacere di conoscerti.- le strinsi la mano.
uh ora si che ero in imbarazzo, a nemmeno venti centimetri dalla ex di Edward.
Per fortuna la commessa tornò con le fedi, le mise in un sacchetto e io le misi in borsa, prima di uscire però la curiosità ebbe la meglio e le guardai.
Quella di Rosalie aveva un simbolo d'infinito fatto da tanti diamanti, erano entrambi in oro bianco, quella di Emm era semplice con una R intagliata sopra.
Uscì dal negozio seguita da Tanya, che quando vide la macchina a cui mi stavo dirigendo, prima mi guardò male, e poi disse una frase:
-Devi essere molto importante se ti lascia guidare la sua adorata Aston!-disse e poi si allontanò senza darmi il tempo di dire nulla.
Tornai a casa in fretta, passando dal Garage, in cucina non c'era nessuno, perciò corsi di sopra entrai nella mia stanza e passai dal bagno in quella di Edward, aprì l'armadio e levai la parte nascosta sul fondo e ci misi le fedi, ma quando toccai il fondo di quel piccolo nascondiglio non trovai il legno dell'armadio come doveva essere ma una scatola, la tirai fuori e la aprii, dentro c'erano tutte le nostre foto che teneva in camera, e tutte le dediche che gli avevo scritto, non me la presi, lui diceva che nella parte segreta del suo armadio metteva le cose importanti.
Richiusi in fretta l'armadio e tornai nella mia camera.
Lasciai tutto in camera e scesi a vedere i miei bambini.

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