20;

285 16 1
                                    

skyler's pov

In questo momento sono a casa con Ellis.

Lei è seduta all'inizio del mio letto, mentre io alla fine.

Siamo l'una di fronte all'altra e stiamo parlando di ragazzi.

Improvvisamente le inizia a squillare il telefono, così lo prende e risponde alla chiamata.

Non riesco a capire con chi stia parlando, ma sento la sua voce incrinarsi e i suoi occhi blu si riempiono di lacrime.

Saluta la persona che sta dall'altra parte della chiamata e riappoggia il telefono sul comodino, ed inizia a piangere.

«Ellis, che succede?» le domando, allarmata.
Vorrei capire che cosa diamine stia succedendo.

«B-babbo..» sussurra, facendomi salire l'ansia.

«Babbo cosa?» le chiedo, appoggiandole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi.

«Sky.. lo hanno investito.» mi informa, continuando a singhiozzare.

«Non può essere vero..» le rispondo, iniziando a piangere insieme a lei.

Mia sorella minore si butta fra le mie braccia ed io l'accolgo in un abbraccio, stringendola.

Restiamo in questa posizione per qualche minuto, cercando conforto l'una nell'altra.

Vorrei solamente che babbo ritornasse dal suo lavoro sorridendo e portando in questa casa felicità, perché è quello che durante questi anni ha sempre fatto.

Vorrei che fosse tutto uno stupido scherzo.

La prima a staccarsi è Ellis, che si alza in piedi.

«Dove vai?» le domando, non capendo la sua azione improvvisa.

«Vestiti, così prendiamo l'autobus e andiamo in ospedale, papà è già lì che ci aspetta.» mi spiega, così annuisco.

Lei esce dalla mia camera, così io mi vesto mettendo un top bianco corto fino a sopra l'ombelico ed una gonna di jeans, poi scendo al piano inferiore.

Dopo pochi secondi mia sorella mi raggiunge, indossa un leggings nero e sopra una maglietta a maniche corte dei Rolling Stones.

Così ognuna prende la propria borsetta ed usciamo di casa.

Prendiamo al volo il bus ed in una decina di minuti ci ritroviamo davanti al grande ospedale.

Ellis lo osserva con occhi sognanti, è da quando è piccola che sogna di diventare un chirurgo, un giorno.

Io credo in lei, a scuola è bravissima e sull'ambito della medicina sa veramente tantissime cose, so che può farcela a realizzare il suo sogno.

Ci incamminiamo, per poi entrare dentro.

Individuo subito mio padre seduto in sala d'attesa, così corriamo verso di lui.

«Com'è successo?» domanda mia sorella, sedendosi accanto a papà.

«Stava attraversando la strada per andare a lavoro, sulle strisce pedonali! Colui che l'ha preso sotto non si è neanche fermato, vi rendete conto?» ci domanda, tenendosi la testa con le mani e piangendo.

Non l'ho mai visto così distrutto, chissà quanto sta soffrendo nel sapere che la persona che ama è su un filo sottilissimo, tra la vita e la morte.

«Vedrai che c'è la farà, è forte.» gli sorride Elly, dandogli la mano.

«Ora dov'è?» chiedo io.

«Lo stanno operando, mi hanno detto che ogni tanto sarebbe venuto qualcuno ad informarvi ma io non ho visto anima viva.» ci informa, asciugandosi le lacrime ed alzandosi in piedi.

«Vado a prendermi un caffè, vi va qualcosa?» domanda, prendendo delle monete dalle tasche dei jeans scuri.

Entrambe scuotiamo la testa.

Così lui si avvia alle macchinette.

Dopo pochi secondi ritorna e si risiede tra noi due.

Finalmente, dopo diverse ore, vediamo un dottore venire verso di noi.

«L'operazione è stata conclusa con successo, ma non possiamo ancora sapere che succederà nelle prossime ore, potrebbe svegliarsi, andare in coma o, nella peggiore delle ipotesi, diventare un vegetale.» ci informa, facendoci tornare a piangere.

Mi rifiuto anche di pensare che mio padre possa vivere solamente se attaccato a delle macchine, perchè quella non si può nemmeno definire vita.

Spero che si riprenda, mi serve il mio babbo, non possiamo stare senza di lui, fa' parte di noi, della nostra famiglia.

Papà ringrazia il chirurgo, che se ne va salutandoci con un gesto della mano.

«Lo hanno portato in una camera singola, ve la sentite di andare a vederlo?» ci chiede e noi annuiamo.

Così ci alziamo tutti e tre da quelle scomode sedie, andando verso la stanza.

Entro e lo vedo, su un letto, pieno di fili.

Questa vista mi fa venire il mal di stomaco, non posso vederlo così a causa di un deficiente.

Così mi siedo accanto a lui, prendendogli una mano.

Anche papà ed Ellis si avvicinano a lui.

«Non so se puoi sentirmi, ma spero di sì. Sii forte e lotta con tutte le tue forze. Combatti e ritorna da noi, è qui il tuo posto, con la tua famiglia.» sussurro, accarezzandogli la mano.

«So che ultimamente non lo dico spesso e che passo meno tempo insieme a voi, ma vi voglio bene.
Babbo tu mi hai sempre difesa quando da piccola combinavo qualcosa e papà si arrabbiava, ci sei sempre stato quando le cose non andavano. Non voglio immaginare una vita senza di te, torna da noi, ti prego.» anche mia sorella finisce il suo discorso, con le lacrime agli occhi.

Rimaniamo lì ancora per un po', poi io ed Ellis andiamo al bar dell'ospedale a prendere qualcosa da mangiare, per lasciare papà un po' da solo con babbo.

Non può lasciarci, non per uno stupido sbaglio commesso da un guidatore poco attento.

Spazio autrice🍁:

Capitolo molto triste.

Fatemi sapere che ne pensate nei commenti, se vi va. Secondo voi che succederà nei prossimi capitoli?

𝑺𝒕𝒓𝒂𝒗𝒐𝒍𝒈𝒊𝒎𝒊 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 | 𝓗.𝓢 ; 𝓛.𝓣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora