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harry's pov

«Pronto?» domando, accettando la chiamata da parte del mio amico Zayn.

«Haz, devi farmi un favore enorme.» mi fa.

«Dimmi di che si tratta.» gli rispondo, in maniera diretta.

Ci conosciamo da tanti anni, con lui non c'è mai il bisogno di fare troppi giri di parole, ma piuttosto è meglio andare dritti al punto.

«Caleb ha lasciato un suo peluche all'orfanotrofio e senza non vuole dormire.. Liam in questo momento è a lavoro e quindi ha lui la macchina, quindi volevo chiederti se potresti farmi il piacere di accompagnarmi lì, per favore.» mi chiede gentilmente.

«Certo, sarò lì in meno di dieci minuti.» gli rispondo, riattaccando.

Saluto Louis stringendogli la mano, purtroppo è ancora in coma e i dottori mi hanno detto di prepararmi al peggio.

Più giorni passano, più le probabilità che si risvegli calano.

Ormai sono passate più di due settimane, ma cerco di aggrapparmi ancora alla speranza.

Esco dall'ospedale, un luogo che ormai in questo periodo è diventato soffocante.

Raggiungo l'auto e mi metto alla guida, diretto a casa del mio migliore amico.

«Ciao Harry, scusami per il disturbo.» mi dice, mentre allaccia la cintura di sicurezza al bambino, per poi venirsi a sedere affianco a me.

Lo saluto con un gesto della mano e riparto, diretto all'orfanotrofio.

Vorrei vedere come sta Stella.

Quella bambina mi ha stregato con i suoi modi di fare gentili ed educati, nonostante non abbia avuto molto dalla vita.

«Hey Caleb, hai conosciuto Jackson e Mabel?» gli chiedo, per smorzare la tensione che c'è nell'aria.

Dallo specchietto lo vedo annuire.

«Sì, mi stanno simpatici.» mi risponde.

So che questa era la cosa che Liam e Zayn temevano di più, che non potesse andare d'accordo con i suoi fratelli.

Una cosa alquanto difficile, visti i caratteri calmi di entrambi, soprattutto quello della sua sorellona.

Così appena siamo arrivati a destinazione, parcheggio l'auto e li accompagno all'interno.

Si dirigono entrambi verso i dormitori, ed io li attendo nella hall.

Mi guardo intorno e scorgo la figura di Stella, intenta a guardare fuori dalla finestra.

Probabilmente non dovrei andare a parlarle, ciò la farebbe solamente soffrire, vedendomi poi andarmene, senza adottarla.

Ma i miei piedi si muovono da soli, diretti nella sua direzione.

Lei si gira verso di me di soprassalto, sussurrando in seguito qualcosa che non riesco a comprendere.

«Ehm, ciao.. scusami, pensavo fossi la sorvegliante.» si scusa con me.

Per un attimo ho notato nei suoi occhi il terrore, nello stesso istante in cui ha nominato quella donna.

𝑺𝒕𝒓𝒂𝒗𝒐𝒍𝒈𝒊𝒎𝒊 𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 | 𝓗.𝓢 ; 𝓛.𝓣Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora