Capitolo 5

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Era lui.

Il ragazzo che mi aveva fatto fatto fare una figura di merda davanti a tutta la scuola.

Quel ragazzo stronzo che però non voleva andarsene dai miei pensieri.

-Ciao. Mi chiamo Brooklyn.- il suo tono di voce era molto distante come se fosse stato obbligato a dire queste semplici parole.

-Ciao, io sono Kelsey.- riposi piuttosto imbarazzata.

-Sei la tipa che non guarda dove mette i piedi vero?- che grande stronzo

-E tu devi essere il tipo che non si è neanche degnato di guardare se stavo bene dopo avermi travolto vero?- non so dove tirai fuori il coraggio per essere così aggressiva, ultimamente mi capitava spesso.

-Esattamente, in persona.- disse con un tono ironico ma allo stesso tempo freddo.

-Vedo che vi conoscete già.- disse Victoria con uno sguardo confuso

Nessuno dei due rispose ma potrei giurare di aver sentito un "Sfortunatamente" sussurrato uscire dalle sue labbra.

Non ci feci molto caso e mi andai a sedere a tavola il più lontano possibile da quel mostro di ragazzo.

L'aria era parecchio tesa e nessuno spiccicava parola.

Ruppe il silenzio quell'adorabile bambino di Cruz.

-Allora Kelsey, dopo giochi con noi? Ce lo avevi promesso.-

-Certo che gioco con voi, a cosa volete giocare?- chiesi dolcemente a quegli adorabili bambini.

-A nascondino e gioca anche il mio fratellone Brooks vero Brooks?- chiese Romeo a Brooklyn

-Devo proprio Cruz?- chiese Brooklyn al suo fratellino

-Per favore, gioca con noi.- si intromise Harpel

-E va bene giocherò con voi però per poco perché poi devo uscire con con i ragazzi.-

-Oh Brooklyn, porta anche Kelsey con te così le fai conoscere i tuoi amici.- ditemi che è un sogno, non voglio andare con lui.

-Ma mamma e se lei non volesse? Scommetto che non vuole, vero che non vuoi?- si rivolse verso di me.

Adesso farò la stronza caro il mio Brooklyn.

-Beh diciamo che non socializzo molto di solito, però oggi ho proprio voglia di uscire.- lo guardai con un' aria di sfida.

-Bene allora, verrà con te anche Kelsey.- disse Victoria.

Ricevetti un' occhiataccia fulminea da Brooklyn, non gli avevo fatto niente ma mi odiava, non so il perché.

Ho fatto una grande cazzata, io non socializzo mai, sono una ragazza chiusa, gli unici amici che ho sono due pazze.

Non ho altri amici, e nessuno ama parlare con me, non sono né bella né simpatica.

Quella che fa amicizia facilmente è Klaire, bionda, occhi verdi, fisico perfetto, sempre allegra e felice mentre io sono una sempliciotta da cui nessuno si aspetterebbe grandi cose, pelle olivastra occhi e capelli neri lunghi e ondulati, alta, magra, allegra solo quando sono o con Claire o Mery o mio fratello.

Finimmo di mangiare e i tre bambini trascinarono me e Brooklyn in camera di Romeo e Cruz.

-Chi conta?- chiese Harpel

-Conta Kelsey.- disse Romeo

Ma che cazzo? Ma perché?

-E va bene dai, conto fino a 70.-

-Fino a 70! Wow! Noi di solito contiamo solo fino a 20, ma va bene 70.- disse Romeo.

Mi sono proprio fottuta da sola.

Iniziai a contare...

1...2...3...4...5...6...10...14...18...24...29...35...40...46...57...63...66...70

-Settanta io arrivo.- gridai per farmi sentire da tutti quanti.

Vidi Harpel e Cruz per primi ma li lasciai liberarsi in fondo erano solo bambini, continuai a cercare Brooklyn e Romeo che però non trovavo da nessuna parte, mi accorsi poi che la porta dello sgabuzzino era semi aperta così mi diressi velocemente verso la porta e la aprii lentamente.

Romeo uscì correndo dallo sgabuzzino e mi urtò, stavo per cadere ma delle forti braccia mia afferrarono prima che io potessi toccare terra.

-Io l'ho detto che non guardi dove metti i piedi, ringrazia che non ti ho fatta cadere questa volta.- mi disse rialzandomi con la sua cazzo di voce irritante.

-Grazie.- dissi freddamente.

Mi vestii velocemente, misi una gonna e un top blu mono spalla, stavamo per uscire.

-Vedi di muoverti, non mi faccio problemi ad uscire senza di te.- sentii Brooklyn dirmi da fuori la porta mi ero completamente scordata che la mia camera è di fronte alla sua.

Uscii velocemente dalla mia stanza e lo seguii per tutto il tragitto, ci ritrovammo in centro.

-Dove stiamo andando?- chiesi al castano.

-Coffeehouse.- rispose lui senza un minimo di enfasi.

Avevo già sentito parlare di questa caffetteria, molti ragazzi della nostra scuola ci venivamo, era il loro punto di ritrovo dal momento che lo Starbucks più vicino era a 56 km di distanza.

Arrivammo alla caffetteria e ci andammo a sedere in un grande tavolo occupato da altri 4 ragazzi e una sola ragazza.

-Hei Chaz, James, Sean, Bryan,- salutò i suoi amici con un pugno sulla spalla mentre lasciò un leggero bacio sulla guancia a Jazmine così mi sembra che si chiami.

-Ehi bro, chi è lei?- chiese, credo, Chaz indicandomi

-Ah si, lei è Kelsey.- disse freddo

-Ciao Kelsey.- si presentarono uno ad uno a me.

Erano simpatici, li lasciavo scherzare, io sono rimasta zitta per tutto il tempo fino a quando James non iniziò a pormi qualche domanda sul mio conto, cercai in più modi di deviare il discorso "IO" ma si intromise Brooklyn.

-Si chiama Kelsey, ha 15 anni, sua madre mi ha detto che socializza poco o un cazzo, si è appiccato un incendio a casa sua e quindi lei sua madre e suo fratello staranno da noi dal momento che Kate e mia madre sono come sorelle, sono stato abbastanza esauriente James?- non aveva nessun diritto di raccontare i miei fatti in giro.

-Stai calmo bro, volevamo solo conversare.- gli rispose James

-Te l'ho detto socializza poco o un cazzo, la maggior parte delle volte apre bocca solo per sparare stronzate.- basta non ce la facevo più ad ascoltarlo, li non mi conosceva, non sapeva nulla sul mio conto.

-Hai ragione.- mi alzai e iniziai a camminare verso casa.



***SPAZIO AUTRICE***


Lo so il capitolo non è molto lungo, ma spero vi piaccia, commentate e fatemi sapere se vi piace così so se continuare la storia. Baci XO

Dèjà VuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora