Kelsey POV
Chris un giorno o l' altro giuro che ti uccido.
Seguii Brooklyn fuori dalla porta, mettevo i tacchi raramente e non riuscivo proprio a camminare, barcollavo da una parte all' altra.
-Perché ti sei messa quei trampoli ai piedi se non riesci a camminarci.- mi disse Brooklyn con la solita freddezza.
-Mi hanno obbligata.- risposi
-La prossima volta se ti dicono di fare Bunjy Jumping da un elicottero a 3456 metri di quota senza corda, mi raccomando fallo.- disse con sarcasmo.
-Scusami se per una volta volevo sembrare carina.- gli risposi con un aggressività che avevo usato poche volte nella mia vita.
-Spari un mucchio di stronzate.- giuro che adesso lo prendo a sberle.
-Scusami se non sono perfetta.- gli risposi sul punto di scoppiare, non avevo usato un tono aggressivo bensì triste e lui se ne accorse
-Dai basta sali.- mi ordinò.
Salii nella parte anteriore della macchina, nel sedile passeggero, avevo 15 anni e quindi non avevo ancora diritto alla patente mentre invece Brooklyn avendone 16 ce l'aveva già.
Il viaggio fu un costante silenzio se non per quelle poche volte che il vibrare di Brooklyn occupò quel silenzio infernale.
Siamo arrivati.
Avevo un terribile presentimento.
Brooklyn scese dall'auto dopo aver parcheggiato, io invece ero rimasta seduta. Non mi sentivo bene, stranamente avevo paura.
-Hai intenzione di rimanere lì l' intera serata.- mi portò Brooklyn alla realtà affacciandosi dal mio finestrino aperto.
Aprii lo sportello e scesi, ma a causa dei tacchi inciampai.
Chiusi gli occhi aspettando il tonfo del mio corpo cadere sull' asfalto. Ma al posto del cemento trovai solo due forti braccia che mi avevano appena salvato a una caduta disastrosa.
Mi ricordai di quel giorno mentre giocavamo a nascondino con i suoi fratelli.
-Voi ragazze siete incomprensibili.- disse avviandosi verso la musica assordante.
Lo seguii, alla porta ci stavano aspettano Chris, Jazzy e Klaire.
Entrai dentro con le mie due amiche, Chris e Brooklyn erano già scomparsi.
La musica era fortissima e appena varcammo la soglia della porta si sentì un acre odore di alcool e fumo mischiati assieme, non mi erano mai piaciute queste feste, ma non posso dire di essere astemia dopo essermi ridotta in quel modo la sera prima.
La casa era enorme, non sapevo neanche chi l'avesse organizzata questa festa sinceramente.
-C'è della Jack Daniel's su quel tavolo!- gridò Klaire.
-Io direi che faccio a meno di Jack Daniel's per un po'.- le risposi.
-Okay sentite, andiamo a cercare della vodka.- si intromise Jazzy.
Girammo l'intera casa per trovare della vodka e alla fine l'abbiamo trovata.
Prendemmo tre bicchierini per shot e ci sedemmo al tavolo di quella che penso sia la cucina.
Iniziammo a bere shottini su shottini, le altre erano già completamente fuori.
Io reggevo bene la vodka, avevo solo leggeri giramenti di testa ma capivo ancora tutto.
Klaire e Jazzy si avviarono verso due ragazzi un po' ubriachi, io evitai.
Mi incamminai verso il salotto dove vidi una scena che avrei voluto non vedere più in tutta la mia vita. La stessa scena che vidi a casa quando le nostri madri erano appena partite.
E lui si accorse di nuovo che lo avevo visto, preferii non rimanere lì a guardare, non ce l'avrei fatta così andai alla porta che aprii velocemente e corsi fuori prendendo fiato, dal momento che mi ero completamente dimenticata di farlo.
Andai in giardino in cui c'era un po' più di tranquillità.
Pochi secondi dopo sentii gridare.
-Ma ciao bambolina!- era un ragazzo poco più grande di me, e si stava avvicinando velocemente a me, era palesemente ubriaco, la puzza di alcool che trasudava si poteva sentire a chilometri di distanza, era buio e avevo paura.
-Vieni a farmi compagnia.- gridò di nuovo.
Lo riconobbi, era Robbie. Ora sì che avevo paura, sapevo cosa era in grado di fare.
Con un balzo mi strinse in uno sporco abbraccio, cercai di staccarmi, ma mi prese per il vestito e mi trascinò di nuovo a lui.
Le lacrime minacciavano costantemente di uscire.
Iniziò a vagare con le sue mani per tutto il mio corpo.
Trovò la cerniera del mio vestito.
-Oh così sarà ancora più facile.- disse iniziando a tirarla giù
-Ti prego lasciami stare.- iniziai a gridare sperando che qualcuno potesse sentirmi.
Continuò a toccarmi, ad un certo punto caddi a terra, non lo sentivo più, continuavo a piangere rannicchiata a terra con vari strappi sul vestito.
Mi sentii i nuovo toccare la spalla.
Mi ritrassi velocemente piangendo ancora più forte.
-Basta non toccarmi, basta.- Gridai
-S-s-ono io.- alzai di scatto il volto ancora piangendo, Brooklyn era davanti a me e delle lacrime gli stavano rigando il viso, lo abbracciai, lo abbracciai fortissimo.
-Non andartene, ti prego.- dissi ancora tra i singhiozzi. Ricambiò l'abbraccio ancora più forte.
-Mai, te lo giuro.- disse per poi prendermi in braccio e portarmi in macchina, mi mise apposto il vestito dopo avermi adagiato dolcemente sul sedile dell'auto.
Entrò e partimmo diretti verso casa.
Non smettevo più di piangere, era stata l'esperienza pi brutta della mia vita.
Piangevo senza sosta, come se questo avesse potuto cambiare qualche cosa.
***SPAZIO AUTRICE***
La continuo? Fatemi sapere.
BaciXO
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Dèjà Vu
FanfictionKelsey è una ragazza di 15 anni, timida, riservata, ama la sua famiglia, è tutto ciò che ha, una tragedia la porta a vivere a casa di un ragazzo antipatico che non le riserverà alcuna attenzione...finchè...