Capitolo 22

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Brooklyn.
Schifoso bastardo.
In fondo però dovevo ammettere che qualcosa per lui provavo.
Odio?
Amore?
Pena?
Non smettevo di pensare a quel bacio, mi eta piaciuto terribilmente, ma come mi era piafiuto mi aveva fatto anche tanto, troppo male, si stava solamente prendendo gioco di me ma io continuavo a cadere nella sua trappola, ancora e ancora.
La campanella che annunciava la fine della prima ora era suonata interrompendo i miei pensieri su Brooklyn. Okay forse non gli aveva interrotti del tutto. No okay va bene non gli aveva proprio per niente interrotti.
Per tutta la lezione pensai a lui. Ero appena uscita da scuola per dirigermi in palestra dove si sarebbero tenute le selezioni sia di basket che per le cheerleader con Klaire e Jazzy quando...
-Cookie!- mi girai lentamente verso una voce a me piuttosto familiare. Quel soprannome, le lacrime iniziavano a scendere ininterrottamente.
Guardai la persona che avevo davanti per lunghi istanti, con le lacrime agli occhi e un sorriso enorme dipinto sul viso e poi corsi più veloce della luce fiondandomi tra le sue calde braccia che non assaporavo oramai da tanto, troppo tempo.
Ero ancora lì e non intendevo staccarmi da lui. Non mi sarei staccata per nessuna ragione al mondo.
Stavo ancora piangendo sul suo petto, già era decisamente più alto di me, lo è sempre stato, fin dai tempi dell'asilo.
Continuava a stringermi ancora più forte a lui, quando mi sentii sollevare da terra e cinsi i suoi fianchi con le mie esili gambe.
Restammo così per interminabili minuti.
Giurai di sentirlo singhiozzare come me.
Mi volevo assicurare che non stesse davvero piangendo.
Ci staccamo da quel bellissimo abbraccio che aveva riempito le mancanze da troppi anni. Ci guardammo fissi negli occhi. Nessuno proferiva parola. Ma io avevo bisogno di risentire la sua voce un'altra volta ancora.
-Dy-dy-dylan- non riuscivo a finire neanche una parola a causa dei singhiozzi.
-Cookie- mi disse con un grande sorriso sul volto.
-Mi s-sei ma-mancato- mi ritrovai nuovamente a fiondarmi tra le sue braccia.
-Non puoi immaginare quanto mi sia mancata tu, Cookie.- disse stringendomi a sè ancora più forte.
-Sei tornato...-afferami tristemente.
-Esatto e non intendo andarmene mai più, non ti abbandono questa volta, te lo giuro.- disse con fare solenne.
-Lo spero, ho bisogno di te Dylan.-
Dylan, quanto mi era mancato.
Era dovuto andare via con i suoi genitori all'età di 13 anni, si era trasferito a Nashville in america, e mi aveva lasciata sola. Ci conosciamo da tanto tempo, da quando io avevo 1 anno e lui 3, le nostre madri erano colleghe e vicine di casa e noi giocavamo quotidianamente insieme, siamo cresciuti insieme, fin quando appunto non se ne dovette andare.
Non ci siamo più sentiti.
Mi chiamava Cookie. Diceva che ero troppo dolce per il nome Kelsey, lui odiava il mio nome, allora decise che mi avrebbe chiamata Cookie, appunto dolce come un biscotto al cioccolato.
Ah un altra cosa, lui Klaire non la sopporta, non ho mai capito il perché, diceva che mi avrebbe portata via da lui.
-Sei bellissima, scommetto che ti ronzano un casino di ragazzi attorno vero?- disse lui
-Sicuro guarda, non vedi? Mi stanno tutti appiccicati come mosche sulla merda. Non mi caga nessuno Dylan, tranquillo.- dissi ridendo.
Ci incamminammo verso Klaire e Jazzy che erano un po' confuse.
Klaire si avvicinò a me per poi sussurarmi all'orecchio:
-Ma chi è sto gran figo?-
Dylan si avvicinò a lei e dopo averla guardata per vari minuti si avvicinò ancora e l'abbracciò forte, lei non capiva era molto confusa all'inizio ma poi lo riconobbe e lo abbracciò forte, ma sti due non si odiavano? Bah.
Si staccarono dall' abbraccio e io presentai Dylan a Jazzy.
Chiacchierammo di tutti questi anni passati lontani, di quanto ci eravamo mancati a vicenda e di tutte le avventure che avevamo avuto mentre nel frattempo ci stavamo dirigendo in palestra. Molti studenti avevano già preso posto sugli spalti. Dylan e Klaire fecero pace e si scusarono per tutte le cattiverie che si erano afflitti a vicenda nel corso dell'infanzia.
Mi sedetti tra Dylan e Klaire mentre Jazzy si posizionò vicino a quest'ultima...
Chris mi aveva mandato un messaggio avvertendomi che non sarebbe venuto, né lui né Brooklyn, meglio così, decisi comunque di non dire a Chris di Dylan, gli avremmo fatto una sorpresa più tardi, erano come fratelli e si volevano un bene inimmaginabile. Adesso che ci pensavo la nostra cerchia si era allargata notevolmente, Klaire, Chris, Brooklyn, Jazzy, Chaz, Mery, io, e ora anche Dylan, ne ero estremamente felice. Avevo raccontato a Dylan di Brooklyn. Mi aveva detto che non mi meritava, non ne sono sicura.
Le selezioni iniziarono e rullo di tamburi...
Ashley era capitano delle cheerleader, meno male che mi ero ritirata non l'avrei sopportata, già mi aveva dato il tormento dopo l'umiliazione di quella volta.
La squadra di basket era forte, i ragazzi più popolari della scuola ne facevano parte, al liceo è da manuale, c'è un copione da seguire.
...

Dèjà VuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora