dieci

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Harry Styles.

«Bene

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«Bene. Dov'è la frizione?». Indicai la leva sinistra.

Mollare la presa fu un errore. La motocicletta pesante traballò e quasi cadde, trascinandomi con sé. Afferrai il manubrio e cercai di raddrizzarla.

«Ezra, non sta in piedi», mi lamentai.

«È perché sei fermo, stai tranquillo», promise. «Il freno, invece, dov'è?». «Dietro il piede destro». «Sbagliato». Afferrò e strinse le dita della mia mano destra attorno alla leva vicina all'acceleratore.

«Ma hai detto...». «Questo è il freno da usare. Per ora lascia stare quello posteriore, ti servirà dopo, quando avrai più confidenza con la guida».

«Non mi quadra», dissi sospettoso. «Non sono importanti entrambi i freni?».

«Dimentica il freno posteriore, okay? Ecco...». Strinse la mia mano nella sua e mi fece tirare la leva. «Così si frena. Non dimenticare». E strinse di nuovo la mano.

«Bene», dissi. «Acceleratore?». Girai la manopola destra. «Cambio?». Lo sfiorai con il polpaccio sinistro.

«Molto bene. Direi che hai individuato tutti i componenti. Adesso ti basta soltanto metterla in moto».

«Già», mormorai, e non osai aggiungere altro. Sentivo strane contorsioni allo stomaco e temevo mi mancasse la voce da un momento all'altro. Ero terrorizzato. Cercai di convincermi che era inutile avere paura. Ero sopravvissuto a momenti ben peggiori. Ormai, cos'altro avrebbe potuto spaventarmi? Avessi visto la morte in faccia, mi sarei messo a ridere.

Ma lo stomaco non se la beveva.

Osservai il lungo tratto di sentiero sterrato, affiancato da densa vegetazione. La strada era sabbiosa e umida. Meglio quella, del fango.

«Ora tira la frizione», ordinò Ezra. Feci come mi diceva. «Questo è un passaggio fondamentale, Harry», sottolineò lui. «Non mollarla, okay? Devi fare come se stringessi una bomba a mano. Ho staccato la sicura, se lasci la leva, esplode».

Strinsi più forte. «Bene. Pensi di riuscire ad avviarla?». «Se alzo il piede, cado per terra», risposi digrignando i denti, con le dita strette alla bomba a mano innescata.

«Okay, ci penso io. Non mollare la frizione».
Fece un passo indietro e all'improvviso affondò un colpo di pedale. Sentii un breve rumore di strappo e un forte contraccolpo che scosse la moto. Quasi caddi su un fianco, ma Ezra afferrò la moto prima che mi schiacciasse a terra.

«Tieni duro. La frizione è sempre stretta?». «Sì», esclamai.

«Tieni i piedi piantati a terra. Ci riprovo», e per sicurezza afferrò la parte posteriore del sedile.

Ci vollero quattro tentativi per accendere il motore. Sentivo la moto brontolare sotto di me, come un animale arrabbiato. Strinsi la frizione fino a sentir male alle dita.

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