Harry Styles.
Mi sembrava di aver dormito per un'eternità. Il mio corpo era rigido, come se per tutto quel tempo fosse rimasto immobilizzato, e i miei pensieri confusi e lenti. Nella testa si muoveva un groviglio di sogni - sogni e incubi - strani e variopinti. Vividissimi. Il terrore e il paradiso congiunti in una mescolanza bizzarra. Impazienza pungente e paura riempivano il solito sogno frustrante in cui non riuscivo a correre abbastanza veloce... E c'erano tantissimi mostri, nemici dagli occhi rossi composti, educati, per questo ancora più spaventosi, e di cui ricordavo persino tutti i nomi. Ma l'emozione più nitida e potente del sogno non era l'orrore, perché colui che vedevo meglio di tutti era l'angelo.
Fu difficile abbandonarlo e svegliarmi. Era un sogno che non chiedeva di essere sepolto nella cripta onirica che mi rifiutavo di visitare. Mi sforzai di emergerne, mentre recuperavo lucidità e mi concentravo sul mondo reale.
Non ricordavo che giorno della settimana fosse, ma ero sicuro che ad aspettarmi ci fossero Ezra, il lavoro o qualcosa del genere.
Respirai a fondo, chiedendomi come avrei affrontato la giornata. Qualcosa di freddo mi sfiorò la fronte con delicatezza.
Con tutte le forze cercai di non riaprire gli occhi. Evidentemente stavo ancora sognando e il sogno era straordinariamente verosimile. Ma ormai stavo per svegliarmi, e sapevo che tra pochi secondi sarebbe sparito.
Mi resi anche conto che sembrava troppo reale, troppo vero per gioirne. Le braccia solide che pensavo mi avvolgessero erano fin troppo concrete.
Se non mi fossi deciso a riaprire gli occhi, me ne sarei pentito. Con un sospiro di rassegnazione, spalancai le palpebre per spezzare l'illusione.
«AAH!», esclamai e mi coprii gli occhi con i pugni.
Già, avevo proprio esagerato. Era stato un errore lasciar correre l'immaginazione a briglia sciolta. Be', forse "lasciare" era il termine sbagliato. L'avevo costretta a correre a briglia sciolta all'inseguimento delle mie allucinazioni e avevo perso il controllo.
Mi bastò meno di mezzo secondo per decidere che, visto che ero impazzito del tutto, mi sarei goduto le illusioni, fintanto che fossero piacevoli.
Riaprii gli occhi: Louis era sempre lì, il volto perfetto a pochi centimetri dal mio.
«Ti ho spaventato?». C'era un filo d'ansia nel suo sussurro.
Per essere un'illusione, era splendidamente reale. Il viso, la voce, il profumo, tutto era molto meglio di quando ero annegato.
Il bellissimo prodotto della mia immaginazione scrutava allarmato le mie mutevoli espressioni. L'iride dei suoi occhi era scurissima, cerchiata da occhiaie che sembravano ustioni.
Ciò mi sorprese: di solito, il Louis delle mie allucinazioni era meglio nutrito.
Sbattei le palpebre due volte, nel tentativo disperato di ricordare l'ultima cosa senz'altro vera che avessi visto.
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Seclusion
VampireMATURE CONTENT. | sequel to Compelled. (IN REVISIONE) Mi sentivo intrappolato come in uno di quegli incubi terrificanti in cui, per quanto corri e corri finché i polmoni non ti scoppiano, non sei mai abbastanza veloce. Più cercavo di farmi strada t...