diciassette

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Harry Styles.

Con la primavera giunsero le vacanze scolastiche

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Con la primavera giunsero le vacanze scolastiche. Un lunedì mattina, appena sveglio, restai qualche secondo a letto a pensarci. Anche l'anno precedente, nello stesso periodo, ero stato braccato da un vampiro.

Sperai che non diventasse una tradizione...

Mi stavo già abituando ai ritmi di vita di La Push. Avevo passato quasi tutta la domenica sulla spiaggia, mentre Des si tratteneva a casa di Hall. In teoria Ezra avrebbe dovuto farmi compagnia, ma aveva altre faccende da sbrigare, perciò bighellonai da solo, senza dire niente a Des.

Ezra tornò a cercarmi e si scusò per avermi mollato. Disse che i suoi orari non erano sempre così folli, ma del resto, finché non avessero fermato Victoria, per i lupi era allarme rosso.

Ormai, quando passeggiavamo sulla spiaggia, mi teneva sempre per mano.
Quel gesto rievocava le parole di Thiago, quando si era lamentato del fatto che Ezra avesse coinvolto il proprio «ragazzo». Probabilmente, agli occhi di un estraneo le cose stavano proprio in quel modo.

Ma finché la faccenda fosse stata chiara tra me ed Ezra, non era il caso di temere certe insinuazioni.

Certo, ad Ezra sarebbe piaciuto che le cose fossero davvero come apparivano, e lo sapevo bene. Ma la stretta della sua mano calda mi rincuorava, perciò non protestavo.

Il giorno dopo, martedì, lavoravo. Ezra mi scortò in moto fino al negozio dei Coleman e Lee se ne accorse.

«Esci con il ragazzino di La Push? Quello del secondo anno?», chiese, celando a malapena il risentimento.

Mi strinsi nelle spalle. «Non nel vero senso della parola. Passo parecchio tempo con lui, questo è vero. È il mio migliore amico».

Lee strabuzzò gli occhi, scettico. «Non prenderti in giro, Harry. Quel tipo è pazzo di te».

«Lo so», sospirai. «La vita è complicata».

«E anche le persone crudeli», aggiunse Lee a mezza voce. Anche quella era una conclusione come un'altra.

La sera, Alex e Penelope raggiunsero me e Des da Hall per il dolce.

Penelope portò una torta capace di ammorbidire uomini anche più duri di Des. Mentre la conversazione proseguiva spontanea, di argomento in argomento, era chiaro che le preoccupazioni di mio padre a proposito delle bande giovanili di La Push si scioglievano come neve al sole.

Io ed Ez ce ne andammo presto, per restare un po' da soli. Tornammo in garage, a sederci nella Golf. Ezra si lasciò sprofondare nel sedile: era il ritratto della stanchezza.

«Hai bisogno di riposo, Ez». «Prima o poi me lo concederò». Cercò la mia mano e la strinse. La sua pelle era bollente.

«Anche queste sono cose da lupi?», chiesi. «Il calore, intendo». «Sì. Siamo un po' più caldi delle persone normali. Tra i quarantadue e i quarantatré. Non sento più freddo, mai. Potrei restare così», e indicò il proprio petto nudo, «in mezzo a una tempesta di neve, senza fare una piega. I fiocchi mi si scioglierebbero addosso».

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