tredici

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Harry Styles.

Aprire gli occhi alla luce del mattino e comprendere che ero scampato a un'altra notte era sempre una sorpresa

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Aprire gli occhi alla luce del mattino e comprendere che ero scampato a un'altra notte era sempre una sorpresa.

E dopo questa, il cuore iniziava a battere e mi sudavano le mani; il respiro si tranquillizzava soltanto dopo che mi alzavo dal letto e mi accertavo che anche Des fosse sopravvissuto.

Era preoccupato, lo sapevo; d'altra parte, mi vedeva sobbalzare a ogni rumore forte, o sbiancare all'improvviso per ragioni che non capiva. A giudicare dalle domande che mi rivolgeva di tanto in tanto, attribuiva il cambiamento all'assenza prolungata di Ezra.

Il terrore, di solito il mio primo pensiero, mi distrasse dal fatto che un'altra settimana era passata ed Ezra non mi aveva ancora chiamato o scritto.

Una cosa che mi irritava quando riuscivo a concentrarmi sulla normalità della vita quotidiana, ammesso che la mia vita fosse mai stata normale.

Mi mancava immensamente. La solitudine mi pesava già prima di perdere la testa per la paura. Ora più che mai, desideravo ardentemente la sua risata spensierata e il suo sorriso contagioso. Avevo bisogno dell'atmosfera serena e accogliente della sua officina casalinga, del calore della sua mano tra le mie dita fredde.

Il lunedì avevo quasi sperato che mi chiamasse. Se aveva fatto progressi con Embry, perché non aggiornarmi?

Desideravo credere che ad assorbirlo completamente fosse la preoccupazione per il suo amico, non la decisione di rinunciare a me.

Lo chiamai di martedì, ma non rispose nessuno.

Ancora problemi sulla rete? O Hall aveva cambiato metodo e gli aveva ritirato il telefono?

Il mercoledì chiamai ogni mezz'ora, fino alle undici di sera, impaziente di sentire il calore della voce di Ezra.

Giovedì restai davanti a casa sul pick-up - con la sicura inserita - per un'ora almeno, le chiavi strette in mano. Discutevo tra me e me in cerca di una giustificazione valida per andare a La Push, ma non la trovai.

A quel punto ero sicuro che Laurent fosse tornato da Victoria. Se fossi andato a La Push, avrei rischiato di portarmi dietro uno di loro. E se mi avessero assalito in presenza di Ez? Per quanto mi facesse soffrire, era meglio che Ezra stesse alla larga da me. Non poteva rischiare.

La cosa peggiore era l'impossibilità di mettere Des al sicuro. Era più probabile che venissero a cercarmi di notte, ma cosa potevo dire a mio padre per allontanarlo da casa?

Se gli avessi raccontato la verità, mi avrebbe fatto rinchiudere in una stanza con le pareti imbottite. Avrei pure accettato di entrarci - e di buon grado - se ciò avesse potuto salvargli la vita. Ma la prima tappa della ricerca di Victoria sarebbe stata comunque casa nostra. Forse, se avesse trovato me, si sarebbe accontentata. E a quel punto, forse, se ne sarebbe andata per sempre...

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