quattro

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Harry Styles.

Il mattino dopo mi sentivo un vero schifo

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Il mattino dopo mi sentivo un vero schifo. Non avevo dormito bene, sentivo bruciare il braccio e mi faceva male la testa. E a peggiorare il tutto, il ricordo del volto di Louis dolce ma lontano, mentre mi sfiorava la fronte con un bacio e usciva svelto dalla finestra.

Temevo che, nelle ore passate a guardarmi perso nell'incoscienza del sonno, avesse ripensato a ciò che era giusto o sbagliato.

L'ansia amplificava il rimbombo dei battiti nella mia testa.

Come al solito lo trovai ad aspettarmi a scuola, ma la sua espressione era strana. Lo sguardo nascondeva qualcosa che non riuscivo a cogliere... e che mi terrorizzava. Non volevo parlare della sera prima, ma non ero neanche sicuro che evitare il discorso fosse la mossa migliore.

Aprì lo sportello del pick-up per aiutarmi a scendere.
«Come ti senti stamattina?».

«Splendidamente», mentii, scombussolato persino dallo sbattere della portiera che si richiudeva.

Camminavamo in silenzio, lui accorciava il passo per restare al mio fianco. Avevo tante domande che mi si agitavano in testa, ma avrebbero dovuto aspettare perché erano quasi tutte per Niall: come stava Lily?

Cosa si erano detti dopo che me ne ero andato?

Come l'aveva presa Zayn? E soprattutto, cos'è che Niall intravedeva nelle sue strane e imperfette visioni del futuro? Riusciva a leggere i pensieri di Louis, a scorgere il motivo di tanto malumore? Erano fondate le paure istintive e impalpabili che non riuscivo a scrollarmi di dosso?

Il mattino trascorse lento. Non vedevo l'ora di incontrare Niall, anche se sapevo che non sarei riuscito a parlargli in presenza di Louis. Lui restava sulle sue. Di tanto in tanto mi chiedeva come andasse il braccio e rispondevo con una bugia.

A pranzo, Niall ci precedeva sempre: non era costretto a tenere il passo di un bradipo come me.

Ma quel giorno non l'avremmo trovato seduto a tavola di fronte a un vassoio di cibo che non avrebbe mangiato.

Louis non disse nulla riguardo l'assenza del fratello.

Immaginai che la sua lezione si fosse protratta più a lungo del solito, ma poi vidi Conner e Ben, che frequentavano la quarta ora di francese assieme a lui.

«Dov'è Niall?», chiesi inquieto a Louis.
Mentre fissava una barretta di cereali, sbriciolandola pian piano tra le dita, mi rispose: «Con Lily».

«Lei sta bene?». «Per un po' resterà lontano».

«Cioè? Dove?». Louis si strinse nelle spalle: «In nessun posto preciso».

«E Niall ovviamente le farà compagnia», aggiunsi in preda allo sconforto. Ma certo, era sempre pronto ad assistere Lily nel momento del bisogno.

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