Uscita dall'ufficio del preside c'erano Robin, Max e i ragazzi ad aspettarmi "allora? ti ha dato una punizione?" chiese Max "no ha detto che chiuderà un occhio a patto che non succeda più" risposi "ah menomale" esclamarono i ragazzi "almeno ti sei sfogata senza gravi ripercussioni" disse Robin "oh si e mi sento molto meglio" risposi ridendo...
Finite le lezioni, mentre tornavo a casa fui fermata da mio fratello "sorella aspettami!" esclamò "che vuoi?" chiesi perplessa "volevo parlarti" rispose "se devi fare il coglione risparmiamelo" dissi stufata "no sono serio stavolta... ho saputo cosa è successo tra te e Munson..." disse con tono preoccupato "ohhh madonna cos'è mi vuoi prendere in giro?" chiesi alzando gli occhi al cielo "anche se sarebbe quello il mio solito comportamento, mi sono reso conto che è sbagliato... e ho pensato di vedere come stavi" rispose sorridendomi "ok ora mi stai spaventando" dissi confusa ma ridendo "daii sei comunque mia sorella e solo io posso trattarti male" disse ridendo "e sappi che lo stesso vale per te fratellino" dissi prendendolo sotto braccio "allora come stai?" chiese "bene, soprattutto dopo aver preso a pugni Chrissy" risposi sollevata "si ti ho visto, hai un buon gancio" disse ridendo "modestamente" risposi sorridendo... Tornati a casa i nostri genitori rimasero stupiti dalla confidenza che sia io che Nathan davamo all'altro "sto sognando o voi due state andando d'accordo?" chiese mio padre stupito "inaspettatamente si" rispose mio fratello "ohh ma che bella notizia" esclamò mia madre felice, io e Nathan le sorridemmo "che miracolo è avvenuto per farvi andare d'accordo?" chiese mio padre "io dovevo essere trattata male da qualcuno che non fosse lui" risposi ridendo "nessuno può trattarla male se non io" esclamò Nathan "ok??? ci sembra legittimo" risposero confusi i nostri genitori... Io e Nathan andammo in camera sua e passammo la giornata insieme, era bello avere un buon rapporto con lui, ci chiedemmo scusa per gli insulti e gli scherzi di tutti quegli anni, ci mettemmo ad ascoltare David Bowie a tutto volume fino allo sfinimento.
Poco dopo tornai in camera e mi addormentai...La mattina dopo andai a scuola e la giornata passò così velocemente che non mi resi neanche conto che mi trovai fuori dalla scuola, andai nel retro e vidi Eddie steso sul tavolo da picnic mentre fumava... stavo per andarmene quando notai che era un po' strano, quasi afflitto, così decisi di avvicinarmi... sbattetti lo zaino sul tavolo e lui saltò dallo spavento "che fai qui?!" chiese spaventato "e tu?" chiesi guardandolo seriamente "mi rilassavo" rispose con un tono strano "scusa quante canne hai fumato?" chiesi guardandolo con occhi socchiusi incrociando le braccia "da stamattina credo una ventina" mi rispose cadendo per terra "e si vede... non dovresti fumarne così tante, sei fatto come una pigna" dissi aiutandolo ad alzarsi "che importa a te?" mi chiese allontanandosi violentemente "mi ha ferita ma mica voglio che collassi" esclamai, lui mi guardò fisso negli occhi "ok basta ti porto a casa" dissi trascinandolo alla sua macchina "ma che dici?" mi chiese confuso "tu non puoi guidare in queste condizioni, ti porto a casa, dammi le chiavi della macchina!" esclamai a tono fermo "ma ora perchè dovrei dartel..." lo interruppi "DAMMI QUELLE CAZZO DI CHIAVI." urlai nervosa, così mi passò le chiavi e salimmo in macchina "perchè ti preoccupi per me?" chiese ancora intimorito "perchè non dovrei?" chiesi ignorando il fatto che mi guardava fisso con gli occhi da cerbiatto "dato che ti ho ferita pensavo non volessi più parlarmi" disse confuso "questo è vero ma non voglio mica che ti ammazzi... ora per curiosità perchè cazzo lo fai?!" gli chiesi alzando la voce "per sopportare Chrissy... non fa altro che parlare di cose che non capisco e non mi lascia mai parlare" rispose "non puoi rischiare la vita per questo" esclamai arrabbiata "non urlarmi contro" disse con tono lagnoso "ti prego non fare mai più una cosa del genere" lo rimproverai "va bene..." rispose "e torna a stare con i tuoi amici!" aggiunsi "perchè dici questo?" chiese sorpreso "non immagini come si sono sentiti quando non sei venuto a mangiare con loro o semplicemente agli incontri dell'Hellfire" risposi "hai ragione, li ho abbandonati... non è che potresti aiutarmi a riconciliarmi?" mi chiese "va bene ti aiuterò" risposi alzando gli occhi al cielo.
Arrivammo a casa sua, io lo accompagnai fino al letto e lo poggiai lì... stavo per andarmene "ehi senti... grazie" esclamò "e di che, ci vediamo" risposi sorridendo ed uscendo... tornai a casa a piedi, era così strano che io avessi deciso addirittura di aiutarlo, dopo quello che era successo, forse lo facevo per Dustin e gli altri... mi buttai sul mio letto confusa, non capivo cosa era quella sensazione che sentivo al petto, era come se qualcuno me lo stesse trapanando.Erano le 8 di sera quando i miei pensieri furono interrotti da un rumore provenire dalla mia finestra, erano i soliti sassolini che sbattevano su quest'ultima... sapevo già che se avessi aperto la finestra mi sarei ritrovata Eddie così presi coraggio e mi alzai dal letto "ehi..." esclamò vedendomi affacciata "ciao" dissi sorridendo forzatamente "posso salire un attimo?" mi chiese guardandomi fisso negli occhi "si va bene, vieni" risposi tornando dentro, lui salì, si mise davanti a me mentre respirava profondamente "perchè sei qui?" chiesi distogliendo lo sguardo dai suoi occhi "volevo ringraziarti di nuovo per prima, credo che a quest'ora starei in ospedale se tu non mi avessi accompagnato a casa..." rispose balbettando "oh si certo... non potevo lasciarti in quelle condizioni" dissi sorridendo sempre forzatamente "e poi volevo scusarmi con te..." disse prendendomi le mani, io mi allontanai subito "ma va non preoccuparti, sto benone... mi passerà" dissi cercando di nascondere l'imbarazzo e il disagio che stavo provando in quel momento "lo so tu sei forte ma non riesco a pensare di averti fatto star male" disse provando ad avvicinarsi ma io continuavo ad allontanarmi "già, si sono forte comunque non preoccuparti, è successo... ora pensa a stare bene tu" dissi tirandogli un pugnetto amichevole sul braccio "sei sicura di stare bene? vuoi che me ne vada?" mi chiese preoccupato mentre cercava un qualsiasi contatto fisico con me che io gli impedivo "no è che ho paura che qualcuno ti veda tutto qui" mentì... all'improvviso qualcuno bussò alla porta "Gaia posso entrare?" chiese Nathan dall'altra parte della porta "cazzo... aspetta un attimo e ti apro" risposi "vabbè io vado... ci vediamo va bene?" mi chiese bisbigliando "si va bene, ora va" risposi... subito dopo feci entrare Nathan "come mai ci hai messo così tanto?" chiese confuso "ehhh non stavo trovando la maglietta scusa" risposi "ah va bene, comunque anche se credo dirai di no io te lo chiedo lo stesso, io esco con degli amici vuoi venire?" mi chiese sorridendo "se c'è Jason assolutamente no" dissi ridendo "purtroppo c'è" esclamò ridendo "allora divertiti" esclamai sorridendo "ehi cerca di uscire, non rintanarti qui ok?" disse con tono serio "va bene, allora andrò a fare una passeggiata" risposi sorridendo "brava, io vado, ci vediamo più tardi" disse abbracciandomi per poi uscire dalla mia stanza, io mi lasciai cadere sul letto stremata...
By Gaia
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you are my drug || Eddie Munson
Fanfictie|RIASSUNTO| Dopo aver passato la sua infanzia a New Orleans, Gaia torna alla sua città natale, Hawkins, all'età di 17 anni. Non è mai riuscita a socializzare con gli altri suoi coetanei ma arrivata qui un ragazzo riesce ad attirare la sua attenzione...