Il Duca di Kent raramente si permetteva il lusso di oziare o semplicemente di dedicarsi al dolce far niente, ancor meno da quando si era dovuto fare carico della situazione, oltremodo disdicevole, del signor Murphy. Innumerevoli erano i compiti e gli impegni che occupavano le sue giornate e la sua vita da quando era diventato il duca di uno dei gruppi di possedimenti più importanti della nazione, tanto da essere quasi asfissianti. La sua parentela con il sovrano, per di più, non aiutava di certo a ridurre i suoi impegni e a permettergli di trovare del tempo libero, benché egli detestasse profondamente quel legame e cercasse in ogni modo possibile di rimanere all'oscuro di ogni faccenda di rilievo che lo ricollegasse alla corona.
Quel pomeriggio però si era concesso del tempo per studiare meglio un progetto che alcuni dei suoi consiglieri e alcuni dei migliori banchieri di Londra avevano sottoposto alla sua attenzione, prima di decidere se accettarlo o negarlo con la sua solita troppa fretta. Il tutto si stava svolgendo sotto l'occhio attento e, soprattutto, irritante del signor Murphy che, da qualche giorno, si era trasferito in pianta stabile a Windsor House per ovvie ragioni di sicurezza. La convivenza non era iniziata nel migliore dei modi, ma grazie al cielo, la presenza delle piccole pesti di casa Windsor e la presenza della contessa Cavendish, riuscivano a mitigare un poco il costante scontro silenzioso, e talvolta anche rumoroso, che vi era tra i due uomini.
Tornando al progetto in esame dal duca, per l'inizio dell'autunno vi era infatti l'audace prospettiva di riuscire creare una ferrovia che unisse il nord-est della nazione e le miniere che questo territorio ospitava per favorire gli spostamenti di carbone e di persone. Un progetto ideato dalla società Stockton & Darlington, senza dubbio impegnativo e di grande importanza per la nazione stessa, se destinato a trionfare. Il tutto doveva quindi rasentare la perfezione, soprattutto se a finanziare gran parte di tali lavori era proprio il Duca di Kent.
«Sono due ore che leggi quei fogli e non hai ancora deciso? Non ti ricordavo così invertebrato, amico mio.» La voce ironica del signor Murphy, fece alzare vistosamente un sopracciglio al duca che, tuttavia, non alzò lo sguardo dai fogli che stava studiando.
«Non ricordavo che fossi mai stato duca, amico mio, ma forse la mia memoria mi trae in inganno.» La risposta tagliente del diretto interessato non tardò ad arrivare, ma fu sufficientemente scaltra per far perdere subito la pazienza al signor Murphy.Uno sbuffo spropositato fu solo il primo gesto del signor Murphy, seguito subito dopo da un sospiro rassegnato di chi ha a che fare con qualcuno di ottuso e da un'alzata al cielo degli occhi così melodrammatica da essere anche tremendamente realistica.
«Ti rendi conto che è irrilevante che tu legga o meno quello che c'è scritto, vero? Loro vogliono solo i tuoi soldi, come altra mezza Inghilterra!» In modo pragmatico e limpido, senza troppo garbo all'etichetta, Thomas Murphy si dedicò in quello che era divenuto, in pochi giorni, il suo passatempo prediletto: dare il tormento al suo vecchio e più caro amico, benché costui sostenesse il contrario con tanto e irragionevole fervore.
«Questo non mi impedisce tuttavia di apportare le modifiche che reputo necessarie e contribuire, non solo con il mio denaro, alla realizzazione di un qualcosa di estremamente importante per questo Paese.» Finalmente il duca si degnò di alzare gli occhi e incontrare quelli del signor Murphy, solo per leggervi una sincera ilarità, mescolata a una vera e propria curiosità. Egli infatti aveva iniziato quel discorso, solo per giungere ad un altro.
«Come credi... Tanto la verità la conosciamo bene entrambi.» Borbottò prontamente il signor Murphy, non appena sentì quella risposta che di certo non voleva sentirsi dare. Le reazioni impazienti e irrazionali che il suo amico Henry dava quando era solo un ragazzino, ormai non esistevano più, con suo immenso rammarico.«Di quale verità vai parlando Thomas?» Il duca ormai era del tutto concentrato sull'amico e aveva tralasciato i documenti che stava leggendo poco prima. Voleva prima capire cosa stava elaborando la mente del suo amico e sapeva bene che non vi sarebbe riuscito dedicandogli solo un poco della sua attenzione e non tutta.
«Sai perfettamente anche tu che non sei rinchiuso dentro questa stanza cupa con me, per leggere attentamente e scrupolosamente quel noiosissimo progetto su una ferrovia innovativa, ma piuttosto per scappare dagli occhi cristallini dell'unica donna a cui non sfugge assolutamente niente...» Il signor Murphy non alzò lo sguardo verso il suo amico, ma rimase chiuso nel suo guscio fatto di irriverenza e totale disprezzo delle formalità a cui invece era costretto il suo amico. Il Duca di Kent, da che il signor Murphy ne aveva memoria, era sempre stato un vero cieco in fatto di donne, nonostante queste gli piovessero letteralmente dal cielo, e quella, secondo il suo modesto parere, era l'ennesima prova.
«Cosa c'entra la contessa Cavendish ora?» Fu quello il turno del duca di borbottare del tutto preso in contropiede da quella affermazione. Non si aspettava di certo che il suo vecchio amico fosse ancora così bravo a conoscere, ancor prima di lui stesso, ciò che il suo cuore nascondeva.
«Io non avevo fatto il suo nome, amico mio.» Finalmente gli occhi del signor Murphy incontrarono quelli del duca. L'ironia al loro interno era palese, così come lo era la consapevolezza di aver appena scoperto il fulcro della questione stessa che arrovellava la mente del Duca di Kent in persona: Lady Cavendish.
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Milady - Asso di cuori
Historical FictionIl duca di Kent era sempre stato un uomo di poche parole, vicinissimo alla corona, ma allo stesso tempo anche lontano anni luce, in quanto non era più propenso a quella vita. Benché avesse soltanto trent'anni, per di più da poco compiuti, Henry Char...