Erano passati due mesi.
Due maledettissimi mesi, eppure lei non si era ancora abituata a tutto quello che il suo nuovo ruolo comportava, soprattutto per quanto riguardava la vita pubblica.
Invece la vita quotidiana, sia domestica che lavorativa, era stata una bella ed inaspettata sorpresa. Lynn si era presto creata la sua routine, fatta molto spesso più di doveri che di piaceri, ma lo aveva fatto di buon grado e senza mai lamentarsi, riuscendo ad avere una conoscenza quasi del tutto completa in pochi giorni di ciò che le persone si sarebbero aspettata da lei ora che era duchessa. Era euforica e felice come non lo era da tempo per quella nuova vita, anche se nel profondo, una punta di paura vi era. In società, per ora, nessuno sapeva chi era diventata, eppure le pareva che tutti gli occhi curiosi e allo stesso tempo invidiosi e allo stesso tempo anche arcigni che incontrava ad ogni uscita pubblica, sapessero perfettamente ogni cosa, forse anche meglio di lei.
Ma quella sera in particolare... Quella sera era una dura prova per i suoi nervi. Si era preparata per quel ballo da quando si era sposata. Non aveva mai avuto così tanta angoscia per un'uscita pubblica come quella sera, in parte perché non voleva in alcun modo deludere Henry, in parte perché il peso sulle sue spalle per il suo nuovo ruolo c'era, che lei lo volesse o meno, quel peso e quella consapevolezza rimanevano. Le domestiche le avevano preparato il bagno più bello e rilassante della sua vita, ma non era bastato ad acquietare i suoi nervi. Aveva scelto l'abito più bello che aveva mai posseduto per chiudere la stagione nel migliore dei modi, complice anche l'aiuto sempre servizievole ed eccelso di Beth, quell'abito azzurro pastello le stava un incanto. Così come l'acconciatura magistrale e lo sfoggio dei diamanti appartenenti alla famiglia di Henry che, a suo dire, finalmente rivedevano la luce del sole. Eppure tutto quello non bastava a renderla più serena.
Lo sguardo famelico del ton le faceva venire il voltastomaco, molto più di quanto non facesse solitamente. Non si era mai sentita prima così tanto sotto esame, come in quel momento e lo sapeva che sarebbe successo. Quelle stesse donne, per la maggior parte madri, che solo l'anno prima l'avevano elevata e copiata in ogni modo umanamente possibile, la studiavano vanesie da sotto i ventagli eleganti e ricamati. Eppure Lynn aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai più commesso gli errori del passato. Gli errori servono ad imparare, non occorre mai rifarli due volte per capire e lei non voleva essere da meno. Quello era il primo ballo in società a cui Lynn partecipava insieme al marito e, benché nessuno sapesse che erano sposati, Lynn si sentiva già pronta a sbranare chiunque avesse osato troppo. Le sue emozioni erano un mix così discordante tra loro da essere quasi un ossimoro: impaurita, ma impavida; schiva, ma feroce; coinvolta, ma superiore.
Solo quando ormai il ballo era in pieno svolgimento, nel vero cuore della serata, le cose erano iniziate a precipitare, principalmente a causa della richiesta di Henry di ballare con lei e quindi di essere annunciati pubblicamente, essendo loro i maggiori ospiti presenti per rango sociale. Le donne nubili più sfacciate di Londra si erano fatte avanti curiose, spinte principalmente dal dovere di prendere marito sotto l'occhio di tutta la società, dopo il loro intenso ingresso insieme al ballo di fine stagione, ospitato come ogni anno dai Visconti Andrews, in pieno centro città. Lynn si era ripromessa di non badare alle parole che sarebbero uscite dalle bocche di quelle persone quella sera, proprio come Henry le aveva pregato più volte di fare, ma la sua sopportazione aveva un limite molto basso quella sera e non era certa di poter resistere oltre, visto l'inizio della serata.
«Vostra Grazia come mai questa donna è accanto a voi? Sapete chi è vero? Vi sta per caso importunando?» Occhiatacce bislacche e lingue velenose da parte di quelle donne raggiunsero la figura di Lynn, come se si stesse parlando a un malfattore.
«Infatti Vostra Grazia, non è consono!» Giudizi, pregiudizi e sentenze sputate con astio e arroganza, solo per l'invidia e la presunzione di essere meglio. Meglio di chiunque altro potesse esistere. Meglio di tutti, ma soprattutto meglio di lei
«Suvvia signore! Sono certa che Sua Grazia il Duca di Kent abbia una più che valida spiegazione a questo chiaro gesto di carità.» Carità...Certo, a tutto c'era una spiegazione e presto l'avrebbero avuta anche loro. Nel modo peggiore possibile.
STAI LEGGENDO
Milady - Asso di cuori
Historical FictionIl duca di Kent era sempre stato un uomo di poche parole, vicinissimo alla corona, ma allo stesso tempo anche lontano anni luce, in quanto non era più propenso a quella vita. Benché avesse soltanto trent'anni, per di più da poco compiuti, Henry Char...