Capitolo IV

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16 maggio 1825

Aveva messo piede per la prima volta dopo anni nella sua terra natia, eppure non si sentiva affatto a casa. L'odore salmastro che gli invadeva il naso, pizzicandogli le narici, gli ricordava di essere ancora fermo al porto. Londra era la sua meta finale, o forse no. Non ne era del tutto certo, nemmeno in quel momento, dopo aver attraversato mezzo mondo per essere lì. Dopo qualche altro attimo di riflessione, si decise a partire e togliersi dall'aria sudicia e salata del molo. Aveva un piano in mente dopotutto e poco tempo per metterlo in atto. La sola ed unica Arabella O'Dean lo stava aspettando dalla parte opposta del mondo, ma di lei parleremo più avanti.

Cillian Thomas Murphy, per tutti solo Thomas, aveva ben chiaro che tutto quello non sarebbe stato affatto semplice, ma aveva fatto una promessa alla donna che amava e l'avrebbe mantenuta, ad ogni costo. Parola sua e la sua parola non la tradiva mai. Due giorni dopo infatti, sapeva che il modo più sbrigativo con cui avere udienza dal duca di Kent era essere qualcuno di altolocato, proprio come il diretto interessato. Cillian però non aveva né un titolo nobiliare, né amicizie rilevanti di cui poter usufruire. Aveva solo il suo intelletto, affatto scarso, la sua affascinante persona e la sua infinita furbizia, tutt'altro che poca. Si fece coraggio, ingoiando tutto il risentimento e la vergogna che stava provando a bussare alla porta del duca di Kent, quello che un tempo era il suo più vecchio e caro amico al mondo.

«E voi siete?» In perfetta livrea da lavoro che si addice a un domestico di un duca, candida e immacolata, si presentò alla porta quello che Cillian riconobbe essere il maggiordomo personale del duca, con uno sguardo di puro sdegno dipinto sul volto. Non male, pensò il signor Murphy, dopotutto poteva andargli peggio, ma lì non aveva ancora finito.
«Sono Thomas Murphy, il duca mi sta attendendo.» Mentire, mentire e ancora mentire. Solo così sarebbe riuscito ad ottenere ciò di cui aveva così disperatamente bisogno. Solo così era arrivato dove era in quel momento. Raccontando bugie più grandi della sua vita stessa e arrancando alla ricerca della sua tanto agognata felicità.
«Non credo proprio.» Sentenziò aspro il maggiordomo, dopo averlo squadrato con sdegno da capo a piedi per l'ennesima volta. Stava già per chiudere la porta, ma il signor Murphy fu più lesto e impertinente.
«Gli dica il mio nome, poi vedremo cosa vi dirà Sua Grazia.» Rispose lapidario Cillian Thomas Murphy, del tutto incosciente che proprio in quel momento, dietro il grande portone della tenuta principale di Sua Grazia il duca di Kent, vi era niente di meno che la contessa Annie-Lynn.

«Signor Bennet temo pro-» Aveva parlato tenendo lo sguardo basso, rivolto alle due pesti che in quella settimana aveva imparato a conoscere e ad amare con tutto il suo cuore. Le stavano sempre appresso alle gonne come se fosse stata la loro madre.
«Chiedo scusa, non sapevo foste già impegnato. Vi disturberò più tardi.» Al suo fianco, attaccate letteralmente alle sue gonne vaporose, vi erano le due piccole di casa che, oltremodo curiose, osservavano il nuovo arrivato con occhi vigili e inquisitori.
«Milady, non si preoccupi. Stavo mandando via questo impostore.» Il signor Bennet calcò volutamente sull'ultima parola della frase, facendo immediatamente incuriosire anche la contessina. Dopotutto, una zitella della sua età non aveva poi molti problemi o impedimenti di alcun tipo a trovare sempre tempo per le novità e i pettegolezzi!
«Non sono un impostore! Ho udienza con il Duca e pretendo di parlare con lui ora.» Il signor Murphy, con un solo gesto del fianco, riaprì quel tanto che bastava il grande portone d'ingresso, mostrando finalmente la sua intera figura alla dama presente.
«Non dite fandonie, per ca-» Il maggiordomo avvampò furioso, con le guance paonazze e le orecchie che gli fumavano dalla rabbia, era già pronto ad uno scontro. Tuttavia non era quello il luogo o il pubblico adatto per cui lasciarsi andare a tali comportamenti.
«Signor Bennet, mi permetta.» Lady Annie-Lynn incenerì con lo sguardo il maggiordomo, indicandogli con un rapido cenno del capo le due bambine al  suo fianco. Non era buona cosa mostrare tali comportamenti dinnanzi a due fanciulle della loro età.

Milady - Asso di cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora