Capitolo XIII

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"Tutto è lecito in guerra e in amore, ma alcune battaglie non lasciano vincitori, solo una scia di cuori spezzati che ci fa chiedere se il prezzo che paghiamo valga davvero la pena di combattere."

Lady Whistledown
-Bridgerton-

•••

«Non posso credere ai miei occhi.» Fu il sussurro che lasciò la bocca arsa di Annie-Lynn non appena riprese conoscenza. Era tutto buio intorno a lei, un odore stantio e di umidità le inondava le narici, rendendole quasi difficile respirare. Come diavolo ci era finita lì? L'ultimo ricordo che aveva riguardava l'incontro con il re di Inghilterra in persona, insieme al Duca di Kent. Cercò di muovere le braccia, poi le gambe per capire se fosse ferita o altro, ma non percepì dolore. Si udì invece un suono metallico, un suono che le fece gelare il sangue nelle vene. Era incatenata. Urlare non sarebbe servito, anche perché non sapeva chi l'aveva rapita, perché di rapimento si trattava, e il buio rendeva impossibile capire dove si trovasse.

«Lynn, siete sveglia?» Quella voce ebbe l'immediato potere di farla tranquillizzare. Henry era lì.
«Henry? Buon Dio, grazie!» Quasi urlò tanta era la gioia di sapere di non essere da sola, confinata in quel luogo sconosciuto e inquietante.
«Fate piano, non devono sapere che abbiamo ripreso conoscenza.» Sussurrò il duca, mentre un lieve rumore si diffuse nell'ambiente. Henry si stava lentamente spostando.
«Chi? Chi non deve sapere che siamo svegli?» Annie-Lynn percepì la bocca del suo stomaco chiudersi, per poi aggrovigliarsi su se stessa, tutta quella situazione aveva del surreale e, di certo, non era un qualcosa a cui lei era abituata, ma fortunatamente non era sola quella volta.
«Quel mentecatto di Greenwald... Chi altri può essere così fuori di testa per elaborare una cosa simile!» Borbottò furente di rabbia Henry, facendo tintinnare le catene. Era ovvio che stesse cercando di avvicinarsi alla contessina di casa Cavendish.
«Il marchese... no, no, no!» Lynn era oltremodo esausta da quell'uomo. Il Marchese di Greenwald era stato una spina nel fianco per anni, ma mai aveva osato tanto come in quella stagione.
«Cosa?» Nel frattempo il duca si era avvicinato il più possibile ed ora era solo a un paio di metri da Lynn.

«Avrà scoperto che ho reclutato il suo fedele servitore e che ora lui lavorava per me.» Rivelare ad alta voce ciò che aveva fatto per tutelarsi, per Lynn parve essere più inquietante che solamente detto nella sua mente.
«Non sono sicuro di voler sapere il motivo, ma ora sono curioso e abbiamo tempo.» Henry non parve essere affatto costernato da quella rivelazione, anzi un pizzico di curiosità lo fece essere più disinvolto del suo solito.
«Il signor Noah Cross è una sorta di sicario ed era al servizio diretto del marchese, questo almeno fino a quando non l'ho incontrato e ci ho parlato.» La scelta di quali parole era meglio usare per descrivere l'accordo con il signor Cross, non fu così semplice come lei aveva creduto in un primo momento. Ogni sua parola poteva essere travisata ed era importante pesare attentamente ogni singolo termine da usare.
«Voi avete parlato con un sicario?!» Sorpresa e sincera preoccupazione, miste a un malcelato sentimento di frustrazione furono le emozioni palpabili che il tono di voce del duca lasciò trapelare, ma solo in un primo momento.

«Lady Lynn voi non potete fare così. Voi non sapete che pericoli vi sono in questa città!» La sconsideratezza della contessa in quel frangente era stata enorme! Henry non poteva esimersi dal precisare ciò che ella aveva fatto con così tanta leggerezza.
«Credetemi Henry, credo proprio di saperlo da un po' ormai.» Lynn d'altro canto non aveva raccontato ogni cosa del suo passato al duca, era quindi ovvio che egli non sapesse delle innumerevoli volte in cui Lynn aveva dovuto fare affidamento solo su sé stessa.
«Se vi fosse successo qualcosa io-» La rabbia era scemata un poco, lasciando spazio a una sorta di tacito rammarico.
«Voi cosa? Cosa avreste fatto?» La contessa rispose piccata, non lasciando l'opportunità al duca di terminare la frase e spiegare il suo pensiero, cosa che lo fece infuriare e non poco.
«Dopotutto sono una donna nubile, troppo vecchia per il matrimonio, troppo furba per rinchiudermi in un convento e anche maledettamente troppo orgogliosa per rinunciare alla mia indipendenza, seppur prossima alla disperazione.» L'alzata di spalle di Lynn fu ben visibile al duca, nonostante i metri che li separavano e il buio totalizzante che li circondava. Il respiro concitato della contessina era l'unico suono che faceva da sottofondo.

Milady - Asso di cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora