capitolo 6

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ANITA POV

Entro dal grande portone della scuola, e mi dirigo all'armadietto dove li mi stanno già aspettando Will, Fred e Molly; li saluto e prendo i miei libri.
Fred e Molly sono già andati in classe, stavo per raggiungerli ma Will mi ferma.

- An cosa ci facevi in macchina con Evans?-

Perfetto mi ha vista, ora aspettiamoci una bella ramanzina da mamma Will.

- Ho perso il pullman e mi ha offerto un passaggio.-

- E lui era li in ospedale ovviamente-

- Si era li, in effetti non so neanche il perché, ma l'ho incontrato anche ieri.-
Will prova a ribattere ma lo fermo.
- Will è tardi andiamo.-
Andiamo in aula, dove ci aspetta già la prof, la saluto educatamente e mi siedo al mio posto.

Mentre arrivo al mio banco sento due occhi conosciuti che mi stanno fissando ma li ignoro.
La prof inizia a spiegare il nuovo argomento di matematica ma come al solito non ci capisco niente, inoltre dopo abbiamo anche una verifica sull'argomento precedente e sono già sicura che andrà malissimo.

- Bene ragazzi, ora facciamo la verifica. Jimmy distribuisci i fogli.-

Jimmy mi da il foglio, incomincio a leggere le consegne, ma non riesco a capire come fare.
Dopo un'ora dove ho scritto solamente il mio nome e qualche esercizio, che so che non sono corretti, neanche se il Papa in persona mi avesse detto che sono giusti, sono sicura che non è così.
Consegno la mia verifica e ritorno al mio banco.
La campanella suona e mi alzo più in fretta possibile.
Sto per uscire quando la prof mi ferma, ecco ci mancava lei , e ovviamente visto che la fortuna non è mai dalla mia parte fa fermare anche Richard.

- Signorina Blossom, la sua prova è stata pessima.-
Che novità! Ma deve proprio dirlo davanti a quel presuntuoso.
- Invece in signor Evans è andato benissimo.-
- Eh buon per lui-

Forse l'ho detto a voce alta, si l'ho detto. La prof mi sta guardando malissimo, perfetto.
- Volevo proporvi di lavorare insieme-
No vi prego, ma tutte a me.
- E naturalmente Richard, avrai crediti extra.-

Richard ma davvero, non sapevo che al posto della mia prof di matematica, c'è una milf.
- Certamente prof.-
- Cosa?!-
Chiedo sbigottita.
- Sono disposto ad aiutarti in matematica.-
Okay, no io non lo faccio.
- Va bene allora iniziate già da oggi pomeriggio. Le lezioni  le potete fare qui a scuola.-
Fantastico, tutto il giorno con mr. Simpatia.
Esce dall'aula e mi lascia da sola, forse non ha capito che deve aiutarmi.

RICHARD POV

Arrivo a scuola dopo aver accompagnato la ragazzina e vado verso Carlos e Logan.
- Carlos, chi è quella?-
Indico la principessa a Carlos, che intanto mi squadra.
Logan è come sempre a limonarsi qualcuna nei bagni.
- È Anita Blossom. Cosa vuoi sapere di lei, vita, morte e miracoli?-
- Se necessario, si.-
- Ah ok, allora, ha 17 anni, è stata con quel ragazzo di fianco a lei, Fred, che è sempre stato il più bello della scuola ed è il capitano di football, adesso lui sta con quella ragazza, Molly, che è la migliore amica di Anita.-

- Ok continua-
- Ma perché ti interessa, così tanto?-

- Vuoi continuare a farmi domande, o vuoi raccontarmi di lei.-

- Ok, tranquillo fra, sua mamma è Loren Blossom, modella di intimo super famosa, ma una grande stronza con sua figlia. È sempre cresciuta da sola, la madre pensa alla carriera o a scoparsi qualcuno, il padre le ha abbandonate quando ha scoperto, che Anita aveva la Fibrosi Cistica.-

Non riesco a ragionare dopo che Carlos mi ha detto, come viva da tutta la vita da sola, senza una figura materna e paterna.
Ringrazio Carlos e vado via.
Mi sembrava la tipica figlia di papà, viziata che ha tutto, ma in realtà non ha niente.
Vado in bagno e mi lavo la faccia, guardo l'orologio al mio polso e mi accorgo che la lezione è già iniziata.
Entro in classe e vado al mio banco, dietro al suo.
Tutte le ragazze mi guardano, ma l'unica da cui vorrei essere guardato, sta con la testa fissa sul suo banco. Penso che mi sta ignorando, anzi ne sono certo.
Sto per uscire dall'aula quando la prof mi ferma e vedo che con me ha fermato anche Anita.
La prof inizi parlare della sua verifica che è andata malissimo, Anita sembra nervosa.
Ad un certo punto la prof chiede se posso aiutarla, con le ripetizioni, in cambio di crediti extra, che mi servirebbe visto che vado bene solo in  matematica e nelle altre materie faccio schifo, eccetto ginnastica, che li vado benissimo, infatti sono già nella squadra di football, della scuola.
Accetto con poco entusiasmo e esco dall'aula.


La ragazzina mi segue.
- Richard, aspetta non correre-
Dice con fiato mozzato, cazzo non può camminare veloce o correre; mi fermo e mi giro, aspettando che mi raggiunga.
- Cosa vuoi? Sputo-
- Forse non hai sentito quello che ha detto la prof, ma dobbiamo lavorare insieme, già da oggi.-
- Prima devo mangiare, e dovresti anche tu.-


La squadro.
- Stai dicendo che sono troppo magra per i tuoi gusti?-
Certo che non capisce proprio niente, è palese che lo sto facendo per lei e di certo non volevo che si offendesse.
- Non è vero, mi hai già stufata, non rompere i coglioni; se vuoi venire a mangiare bene, se no ci vediamo alle due in biblioteca.-

Non le lascio neanche il tempo per parlare che vado verso la mensa.
Poco dopo sento dei passi vicino a me, mi giro e la vedo dirigersi con me verso la mensa.
Si siede ad un tavolo a due posti e io sbuffando mi siedo davanti a lei.
Lei alza lo sguardo dal suo telefono e poi va a prendere il vassoio.
Mangiamo in rigoroso silenzio, fino a quando mi passa per la testa una confessione affrettata.
- Mia sorella ha anche lei la Fibrosi Cistica è per questo che sono tutti i giorni all'ospedale.-

Alza lo sguardo e mi osserva, forse per vedere se traspariscono qualche emozioni, ma so nasconderle molto bene, ho imparato per non farmi vedere debole da mio padre quando mi picchiava.

- Mi dispiace-
Mormora, ha gli occhi lucidi, ma reprime frettolosamente le lacrime. In quel momento il mio cuore ha ceduto per un attimo, ritornano a galla tutte le cose che mi ha detto Carlos su di lei, e tutti i ricordi delle visite mediche di Jessie.
- Da quanti anni ce l'hai?-
- Da quando avevo sei anni.-
La guardo tristemente; lei rincomincia a parlare, per evitare il discorso.
- Andiamo a studiare?-
Annuisco e ci dirigiamo verso la biblioteca.

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