capitolo 25

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ANITA POV

Sono in macchina con Carlos e Richard, Richard non ha mai lasciato la mia mano da quando siamo fuori da quel postaccio.
Carlos continua a blaterare qualcosa, ma sono troppo scossa per ascoltarlo; Richard questo lo capisce e mi cinge le spalle, si è voluto sedere di fianco a me, nei sedili posteriori.
Il ragazzo di fianco a me, risponde a qualcuna delle domande, a noi poste, per tranquillizzare anche Carlos, che ci è venuto a prendere.

È per questo che abbiamo aspettato tanto a scappare da Klaus, si erano messi d'accordo, Carlos doveva venirci a prendere e solo in quel momento potevamo scappare.

- Ragazzi siete stati davvero forti!-

Esclama Carlos. Gli sorrido timidamente e lui mi guarda dallo specchietto.

- Com'è... com'è andata?-
Chiede, si capisce che è ancora scosso.
- Ce la siamo cavata.-

Risponde Richard. Lo guardo e lui ricambia, mi avvicino a lui e lo bacio. Sento che ho proprio bisogno di lui.

Lui mi ha salvata. Se non ci fosse stato, non sarei riuscita a venirne fuori.

Le immagini di lui con delle altre ragazze, mi ferisce. La mia autostima è andata sotto ai piedi. So che non voleva ferirmi, anche perché è successo prima che noi siamo diventati NOI. Ma il tormento di non essere abbastanza.

Di non essere abbastanza bella, come quelle ragazze.

Di non essere abbastanza magra, come quelle ragazze.

Di non essere abbastanza, come quelle ragazze.

Una lacrima mi riga il viso e cerco di scacciarla prima che la veda. Ma lui, attento, la raccoglie con il pollice e mi bacia la fronte.

Non mi sono neanche accorta che siamo già arrivati all'ospedale.
Scendiamo e ringraziamo Carlos.
Saliamo al mio piano e appena metto il piede fuori dall'ascensore Barb mi salta addosso, mi abbraccia, come una mamma farebbe con la propria figlia.

Le scendono anche qualche lacrime.

- Pensavo che tu non piangessi mai.
Dico ridendo, lei mi sorride e mi abbraccia ancora forte.
- An!-

Jessie corre verso di noi, ma Barb la ferma, prima che mi abbraccia.

Lei annuisce a Barb e abbraccia Richard.

- Sarai molto stanca tesoro, meglio se vai a letto. Parleremo dopo.-

Mi comunica Barb, annuisco e prendo per mano Richard.
Mi stendo sul letto, non accorgendomi che ho ancora su la sua maglietta sporca di sangue e lui è ancora a petto nudo con tutto il sangue che sporca la sua pelle candida.

- Vado a farmi una doccia.-

Comunico al bel ragazzo di fronte a me.
Faccio una doccia, sperando di scacciare via tutti i pensieri negativi, ma questi continuano a tormentarmi.

Picchiano forte nella mia testa, vogliono che la mia mente sia invasa da quei pensieri.

Mi siedo nel box doccia e piango, ma piango a testa alta, perché nessuno si accorgerà che sto piangendo.
Sento bussare la porta, ma non me ne curo, sembra che per il momento quei pensieri siano la sola cosa. Non voglio pensare a quei momenti, ma non riesco a smettere di pensarli.

È come se io vado da una direzione, ma c'è un peso che mi trascina nella direzione opposta; io provo a scappare nella direzione opposta, ma è solo tempo e fiato sprecato, perché ci sarà sempre quel peso che mi abbatte e mi porta con se.

Mi porta con se nell'oscurità.

E non può succedere di nuovo, da quando ho 9 anni questo peso continua a trascinarmi con lui.

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