ANITA POV
Ripensando a quel giorno di 9 anni fa, mi rendo conto quanta fatica io ho fatto, tante volte mi appariva quel pensiero malsano, che mi consumava il cervello, di farmi del male.
Appariva nei momenti più fragili, quando mia mamma si arrabbiava con me, perché non avevo fatto quello che mi aveva chiesto, cioè rimanere in casa senza farmi vedere da nessuno; tutti i giorni mi ripeteva sempre la stessa frase: " Anita, non devi mai uscire di casa o dire quello che succede qui dentro, intesi" e io annuivo sempre.
Mi trattava come una prigioniera, io cercavo di immaginare di essere Rapunzel, la mia principessa preferita, lei era coraggiosa, voleva esplorare il mondo, proprio come me; mi affacciavo alla finestra, fingendo che fosse la torre di Rapunzel, guardavo le persone che passavano, cercavo il mio principe, quello che mi avrebbe salvata da quella prigione.
Un giorno, dopo che mia mamma era uscita con un uomo diverso, un uomo alto e possente, di bell'aspetto; Mi affacciai alla finestra e vidi mia madre, mentre piangeva e urlava.
Non sapevo cosa fare, quindi chiamai la polizia, ed è stato da quel gesto, come quello di chiamare la polizia, che io sono diventata libera.
9 anni prima
Sono le 19:45 e mia madre è appena uscita, con un uomo alto e possente, vestito con una camicia e dei pantaloni blu eleganti.
È una serata buia di novembre.
Mi affaccio, come ogni sera, alla finestra; la pioggia fitta tamburella sulla piccola finestrella del mio appartamento.
Mi guardo attorno, finchè noto un'ombra, nascosta tra i cespugli bagnati; poco dopo mia madre raggiunge la macchina, la sua macchina è lussuosa, al contrario del nostro appartamento che è molto piccolo e buio, a mia madre non le interessano le condizioni in cui viviamo, lei non sta mai in casa , quando torna dal lavoro si fa una doccia e poi se ne va.
Ho provato molte volte a dirle che avevo paura a restare da sola ogni notte, che facevo degli incubi in cui ritraevano me nel lettino, mentre dormivo e un'ombra scura e tetra che si avvicinava sempre di più alle lenzuola rosa, e mi afferrava portandomi via.
Mi svegliavo sempre piangendo, ogni sera facevo quell'incubo.
Mia madre, aggira la macchina per entrare nel posto del guidatore, quando quell'ombra scura la raggiunge dalle spalle e la colpisce con uno, due e tanti altri calci, che la fanno cadere a terra sanguinante.
Tante lacrime salate mi dipingono il volto, presi coraggio e composi il 911.
Il telefono squilla, uno, due, tre squilli e una voce femminile mi risponde.
- 911, qual è l'emergenza?-
Non riesco a parlare, i singhiozzi mi impediscono di emettere i suoni.
- Signora qual è l'emergenza?-
La signora, dall'altro capo del telefono, insiste, prendo un profondo respiro e le rispondo.
- Mia mamma è stata picchiata.-
Un signore, complice di quell'uomo che non smetteva di picchiare mamma, alzò lo sguardo e incrociò i miei occhi terrorizzati e stracolmi di lacrime, notò anche il telefono nella mia mano e sparì.
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contrasto
Lãng mạnDARK ROMANCE Anita è una ragazza di diciassette anni, che all'età di sei anni ha scoperto di avere la Fibrosi Cistica. Da quel momento la sua vita si è divisa tra problemi in famiglia e le numerose visite in ospedale. È stata tradita da amici e fam...