capitolo 35

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RICHARD POV


In questo periodo, nulla sta andando bene. E con tutti questi problemi, il più grande è stato che io ho ucciso un uomo.
Ma non un uomo qualunque, bensì mio padre.
Anche se definirlo uomo, mi sembra eccessivo. Non è mai stato un uomo. Mai.

Non è mai stato un uomo con mia mamma, quando se ne andò via, con un altro.
Non è mai stato uomo con me, suo figlio, non mi ha mai insegnato ad andare in bicicletta, o giocare a pallone.
Non è mai stato un uomo con Jessie, con lei è stato tutt'altro che uomo.

Devo dirlo a Jessie, devo dirle cosa ho fatto.
Le uniche persone che lo sanno, sono Carlos, che non ha aperto bocca, e Anita.

Salgo di corsa le scale dell'ospedale e mi dirigo subito da Jessie.
Apro la porta e la vedo a letto con quello che dovrebbe essere il suo fidanzato.
Ma mi sa che il suo bel faccino, ora sarà spaccato.

- Ma che cazzo.-
Jessie, si copre con il lenzuolo. Invece quella sottospecie di umano diviene tutto rosso.

- Ma che cazzo fai.-
Spintono il ragazzo.
- Vai subito a vestirti e sparisci di qui.-
Urlo a Brandon, che non se lo fa ripetere due volte e neanche in due minuti è già fuori dalla porta.
- Lo hai spaventato.-
Mi dice Jessie, mentre s'infila la maglietta.
- L'ho spaventato! Oh scusa, ho solo visto come violentava mia sorella.-

- Non mi stava violentando. Che cosa ti salta in mente?-
Urliamo uno sopra l'altro.
- Io ho visto quello scemo, mentre ti toccava.-
- E allora.-
- Allora? Sei troppo piccola per queste cose Jessie.-

Affermo, mentre lei mi guarda male.
- Non ti dico che mi dispiace, perché non mi dispiace, per niente; la vita è troppo corta per far passare le cose e per rimandarle.-
- Perché dici questo?-
- Non te lo volevo dire in queste circostanze, ma devo farlo.-

Una sensazione che non ho mai provato, si sta impossessando di me. L'ansia.
- L'altro giorno, ho fatto una visita di controllo, sai una di quelle che faccio spesso. Solo che mi hanno trovato una cosa.-
Perdo un battito, o forse cento.
- Spiegati meglio, per... per favore.-
- Mi hanno trovato un tumore maligno e... e mi hanno dato solo altri 30 giorni e adesso ne mancano solo 22.-
Dice tutto d'un fiato. Io penso di essere sconvolto. Delle cose mi stanno bagnando le guance. Sto piangendo e non me ne vergogno.
La mia vita ha sempre avuto un obbiettivo, fare felice Jessie.

Lei è la mia unica famiglia, e perderla sarà difficile, probabilmente impossibile.

- Cosa... cosa vuoi fare in questi giorni?-
Le chiedo, ancora distrutto. Voglio che questi ultimi giorni li passi felice.
- Voglio andare al concerto di The Weeknd.-
- Allora sarai accontentata cangurina.-
Mi abbraccia sorridente.
- Resti qui a dormire?-
- Certo.-

In poco tempo si addormenta con la testa, appoggiata al mio petto.
- Buonanotte Cangurina.-
La paura che sia l'ultima volta che glielo posso dire, mi sta lacerando, sempre di più.
Afferro il mio cellulare e vado sul sito dei concerti, seleziono quello di The Weeknd e compro 4 biglietti, uno per me, uno per mia sorella, uno per Anita e uno anche per quel povero ragazzo, che ho fatto scappare.

ANDIAMO A VEDERE THE WEEKND, SABATO. TIENITI PRONTA PRINCIPESSA.
Scrivo ad Anita.
Ho deciso che non dirò niente a Jessie, di Klaus. Non voglio che ci stia male.
Non adesso.


ANITA POV

Il rapporto con mia madre, non è mai stato lineare. È sempre stato un su e giù.

Abbiamo superato molte cose insieme, a partire dall'abbandono di mio padre, a quella sera e alla morte della nonna.
Non posso vantarmi di avere un bel rapporto con lei, per niente. La sua priorità è sempre stato il lavoro e questo non lo dimenticherò mai. Ma devo ammettere, che quando avevo bisogno, se ne accorgeva e cercava di aiutarmi, a volte con scarsi risultati, a volte ci riusciva.

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