Capitolo 16

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Amelia

Che cosa ha fatto? Possibile che abbia captato i segnali sbagliati?
Ho persino sguinzagliato Jack e fatto correre Laila. E lui, invece, ha realizzato tutto questo. Mi sta aprendo la porta di casa; la tiene spalancata perché io possa slittarci dentro.

"Pensi troppo."

Devo fare qualcosa per le mie espressioni facciali, a quanto pare sono un libro aperto per lui e non so se questo sia un bene o un male.
Scuoto la testa, allontanando i pensieri, e gli stringo forte la mano.

"Come sta il tuo frigo a cibo?"
"Non é vuoto, se é questo che intendi, ma se mi dai la lista di quello che ti serve vado a fare una scappata al market in fondo alla strada."
"Uomini! Se hanno la birra in frigo, pensano che il resto non serva", produco uno sbuffo di disapprovazione, ma mi devo ricredere su tutta la linea: il suo frigorifero sta meglio del mio.

Cuciniamo insieme, musica di sottofondo, sorseggiando vino. Argomenti leggeri escono dalle nostre labbra. Assaggi passati di mano in bocca, di bocca in bocca, baci dai mille sapori. Sazi, ma mai abbastanza di noi, tanto da non riuscire a staccarci palmi e labbra di dosso.

"Resta con me, stanotte."
"Vorrei accettare, ma non sono così lungimirante come te. Non ho un cambio.

Il suo dito mi indica una grande busta lasciata su una poltroncina.

"Potrei avere qualcosa per te."

Inizio a frugare, riconoscendo ogni capo perfettamente ripiegato all'interno.

"Laila mi ha aiutato. L'ho chiamata oggi e ha fatto una scappata da te a recuperare tutto il necessario. Ho un messaggio da parte sua: questo vale mille punti. Dovrei chiedermi cosa significa?"

Scuoto la testa.

"No, no, é meglio che tu non sappia."

Provo il bagno che ha allestito per me, e se non fosse che fuori mi aspetta qualcosa di ancora più interessante non mi sarei mai più mossa. Scivolo fino alla camera da letto trovandola vuota, la busta posata sulle lenzuola. Naturalmente la mia personal shopper non ha pensato agli indumenti per la notte.

Maledetta, l'ha fatto apposta.

Mi giro carrellando sul mobilio che circonda il letto fino a intercettare una maglietta su una sedia. Me la porto al naso trovando il suo profumo, quando qualcosa rotola a terra.
Mi lascio scivolare sul pavimento e vedo un flaconcino di pastiglie.
Dovrei prenderlo e metterlo via, ma non posso fare a meno di leggere l'etichetta.
SEROPRAM.

Vorrei non conoscerlo, ma quando sei nel mio stato ti ritrovi a convivere, anche per poco, con gli antidepressivi.

-le prendo-, -un attacco prima del tempo-

Ma perché lui ne ha bisogno?

Sentendo dei passi in avvicinamento, mi riscuoto e poso in fretta la boccetta sulla sedia da dove è caduta. Sfilo le braccia dall'accappatoio e tiro giù la maglietta dalla testa, tutto in tempo zero. Quando mi volto, Josh varca la porta della sua camera da letto.
I nostri occhi si incrociano.

A tutto ho pensato, tutto tranne cercare di mascherare il mio viso.

Il sorriso che ha dipinto sulla faccia si dissolve appena nota il flacone alle mie spalle. Torna a concentrarsi su di me, per poi abbassare lo sguardo sul pavimento.

"Quella maglietta é appena diventata la mia preferita", un'espressione sconfitta.

Voglio cancellare quell'aria afflitta; posso cancellarla.
Avrò le mie risposte. Quando lui sarà pronto, le avrei avute.

"Perfettamente Imperfetti" Volume I "Con Le Mie Forze"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora