Capitolo 6

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Amelia

Un trillo fastidioso rimbomba nella mia testa.

Senza aprire gli occhi inizio a menare fendenti tutt'attorno, nella speranza di riuscire a far cessare quel suono. Ma la mia mano tocca qualcosa, o meglio qualcuno, e chiunque questo sia risponde con un grugnito soffocato.

"Laila?"

Un click e la sveglia maledetta smette di suonare.

"È uscita a comprare la colazione e mi ha ceduto la sua metà del letto per riposare. Jack doveva alzarsi presto per la rivista, quindi è già tornato a casa", una voce mascolina mi arriva attutita dal cuscino.

Non una qualsiasi... Proprio la sua.

"J... Josh?"

Mi alzo sui gomiti solo per vederlo sdraiato a pancia sotto, il volto girato nella mia direzione segnato dalla stanchezza e da un inizio di impronta del guanciale.

"Buongiorno, Ami."
"Bu... Buongiorno", deglutisco cercando di ristabilire una parvenza di salivazione nella mia bocca.

Da quanto tempo non condivido un letto con un uomo? Troppo tempo, ecco quanto, e sono fin troppo consapevole che oltre a questo risveglio non ce ne saranno altri.
Forse è questo il motivo per cui non riesco a scostare le pupille dalla sua persona.

Ho già detto che Josh stropicciato è una vera visione? Sulle guance l'accenno di barba si è infittito, i capelli neri arruffati sulla fronte, il viso disteso in un sorriso... compiaciuto?

"Mi stai squadrando per bene?"

Mentire, mentire, mentire!

"Penso di non avere ancora il pieno controllo del mio cervello."

Distolgo lo sguardo, che nel mentre è sceso sul suo fondoschiena perfettamente avvolto in un paio di jeans, e inizio a sentire caldo.

"Stai diventando rossa?"

Beccata!

"Ragazzi, siete svegli? Porto in dono caffè e cornetti appena sfornati!" La voce di Laila mi salva la faccia. Voglio proclamarla Santa subito!
"Salvata dalla campanella", ridacchia il mio compagno di risveglio.

Uccidetemi!

Sono alla presa coi miei pensieri alquanto suicidi, quando l'uomo nel mio letto si alza stiracchiando i muscoli; allunga le braccia sopra la testa e la maglietta gli si solleva quel tanto da farmi intravedere un lembo di pelle.

Pelle perfetta su addominali scolpiti!
Non salivare. Ami, non salivare!

Chiudo gli occhi alla ricerca di un accenno di autocontrollo, dove diavolo si sia ficcato è un bel dilemma, e, come se questo risveglio non sia già abbastanza disorientante, il viaggio di ritorno si abbatte nel mio cervello con prepotenza.
Tempo di sbattere le palpebre un paio di volte e sono consapevole di quello che ho fatto. Del preciso momento dove ho snocciolato... tutto.

Che mi è preso?
Cosa volevo dimostrare spiattellando il mio incubo personale?
Forse ho cercato di giustificare la reazione spropositata avvenuta per strada.
Forse ho voluto rispondere a tutti i quesiti che si sono affacciati sui lineamenti duri del mio capo mentre mi scrutava dalla punta dei capelli fino alle ruote della sedia a rotelle.
Forse...

Allontano dalle meningi le mila elucubrazioni che si sono affollate.
C'è poco da rimuginarci sopra. Ormai quel che è fatto, è fatto. Non si torna più indietro.

Scosto le lenzuola rivelando il pantaloncino e la maglietta large che uso per dormire. Mi avvicino al bordo del letto per raggiungere la mia sedia a rotelle, quando vedo Josh accanto al mio fidato mezzo di trasporto.

"Perfettamente Imperfetti" Volume I "Con Le Mie Forze"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora