Capitolo 8

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Clarice's pov.

"Vuoi capire che per colpa sua potevi morire?!" mi urla contro Ashton. Chiudo gli occhi udendo quelle parole e le scene di quella sera, di quell'uomo che entra in casa mia, che fa del male a me ed Emily. Immagini che vorrei dimenticare, ma che Ashton non fa altro che riportarmi alla mente.

"Lo so. Ma non è successo."

"Ma poteva succedere!" urla sbattendo il pugno sul tavolo e alzandosi di scatto dalla sedia si cui era seduto "da quando è entrata nella tua vita ci sono solo stati problemi, e davvero non capisco se sia questo che vuoi per te. Per noi." Mi guarda con una punta di disgusto per questa situazione. Sento le lacrime bagnarmi il viso e una strana sensazione allo stomaco, come se qualcuno lo stesse stringendo e spostando a suo piacimento.

"Io non abbandonerò Emily. Ne ha già passate tante, ed io voglio aiutarla. Non voglio essere il motivo della sua sofferenza, ma della sua felicità. È come una sorella minore per me, quella che ho perso molti anni fa." stringo i denti bisbigliando quelle ultime parole, mentre penso alla bambina dai lunghi capelli scuri e dai profondi occhi dello stesso colore che, il giorno in cui mi hanno portata via dall'orfanotrofio mi ha sussurrato 'qualsiasi cosa accadrà non ti dimenticherò, Clary. Ti cercherò e torneremo a stare insieme. Lo prometto.' E ora non so neanche come sta, con chi è, dov'è. Non so niente di lei, ho perso l'unica parte della mia famiglia che avevo, e questa cosa mi distrugge.

"Clarice, mi costringi a metterti davanti ad una scelta: lei o me?"

Alzo gli occhi verso di lui e scatto in piedi. Poso una mano sullo stomaco e corro verso il bagno, per fortuna non molto lontano dalla cucina, perché appena arrivo davanti al water do di stomaco. Con una mano mi tengo la fronte, mentre con l'altra cerco di tenermi indietro i capelli. Tiro lo sciacquone e alzo lentamente il capo, con la testa che mi gira.

"Stai bene?" mi chiede Ash restando sulla porta, mentre mi guarda con le braccia incrociate.

"Sto bene." sussurro.

"Voglio una risposta Clarice" sento il suo sguardo perforarmi.

"Lei, Ashton. Lei." Stringo il pugno mentre calde goccioline escono dai miei occhi e si scontrano col pavimento.

"Buono a sapersi." Dice, poi sento i suoi passi allontanarsi e ben presto la porta sbattere. Mi lascio cadere a terra e mi metto in un angolino a piangere. Ho appena perso l'uomo della mia vita ma, nonostante tutto, sento di aver fatto la cosa giusta. Non lascerò Em da sola, lei non lo avrebbe fatto, lo so, e non merita altre delusioni.

***

È passata qualche ora da quando Ash è andato via, e ho passato tutto il tempo a deprimermi mangiando gelato sul divano e aspettando l'arrivo di Emily da casa di Luke, ma sono le 19 e ancora non la vedo. Sto iniziando a preoccuparmi.

Afferro il cellulare dal tavolino che si trova davanti al divano e digito il numero di Calum: se stesse ancora facendo la seduta non vorrei disturbarli, e comunque Cal doveva restare vicino casa di Lucas, quindi dovrà per forza sapere dov'è Em.

"Clarice, va tutto bene, tranquilla." Mi zittisce ancor prima di poter pronunciare anche una sola parola.

"Oh.. okay" non replico.

"Ci vediamo a casa" mi chiude il telefono in faccia. Certo che di persone di genere maschile sane di mente proprio non ne esistono.

Mi alzo e vado in cucina, per procurarmi altro cibo: la mia tuta extra-large inizia a sembrarmi stretta. Forse dovrei davvero darmi una regolata. Guardo la dispensa ricca di dolciumi e cose salate in quantità industriali, tutte cose che praticamente ti urlano 'mangiaci!'. Come potrei non ascoltarli e seguire i loro ordini? Afferro una busta di patatine alla paprika e torno nel soggiorno. Dopo aver messo il dvd di Titanic -giusto per piangere ancora un po', nel caso non sia stato abbastanza- mi lascio andare nuovamente sul divano e mi gusto la visione di quell'opera d'arte, che ogni volta riesce a farmi piangere come la prima.

Second chance - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora