Capitolo 37

688 48 5
                                    

Londra

Emily's pov.

"Jason, ci penso io alla signora. Puoi andare." sorrido leggermente e lo vedo allontanarsi verso il bancone.

"S-signore, potete ordinare." balbetto un po' e anche con loro cerco di sorridere. È praticamente impossibile. La somiglianza di Luke e questa donna è talmente tanta, che è impossibile. Lui è stato in orfanotrofio, ma non gli ho mai chiesto perché. So quanto può essere delicato un argomento del genere. E poi adesso, non sono più nessuno per chiederglielo. Prendo il telefono che mi squilla e vedo il mittente che ovviamente non cambia.

"Luke, basta, ti prego." sussurro ormai capace di trattenere le lacrime che ogni secondo minacciano di uscire.

"Scusi, ha detto Luke?" domanda la signora bionda uguale al mio ex ragazzo.

"Umh, mi scusi, prendo subito le vostre ordinazione." cerco di posare il telefono, ma la signora mi blocca il polso.

"Tu non sei di qua, vero?" mi guarda attentamente.

"Sono australiana." sussurro piano quelle parole.

"Oh. Conosci un certo Luke Hemmings?" domanda con il labbro inferiore all'infuori e gli occhi leggermente spalancati. Sentire il suo nome mi provoca una fitta allo stomaco, che in questo lascio stare, per rispondere alla domanda della signora.

"Si, lo conosco." mi scende una lacrima che affretto ad asciugare e la guardo. Maledetta lacrima.

"Mio figlio." sussurra sperando che io non l'abbia sentita, ma succede tutto il contrario.

"Lei è la mamma di Luke?" adesso ho io gli occhi spalancati.

"Si." si asciuga una lacrima sfuggita al suo controllo e mi guarda. "Puoi parlarmi di lui?" mi guarda quasi implorandomi e annuisco.

"Avverto il mio collega. Un attimo." vado da Jason ancora sotto shock e richiamo la sua attenzione facendo un colpo di tosse finto.

"Dimmi tutto." sorride e vorrei tanto che quel sorriso mi contagiasse, ma è una cosa impossibile.

"Devo fermarmi un attimo al tavolo con quelle due signore. Ci metto davvero poco." lascio il libretto delle ordinazioni con la penna sul bancone e raggiungo di nuovo la mamma di Luke.

"Perché ha lasciato suo figlio in orfanotrofio?" con una mano stringo il grembiule e picchietto nervosa il piede sul pavimento.

"Ho già altri due figli. Se non fosse stato per i problemi economici, avrei dato a Luke tutto. Anche la mia stessa vita." la verità traspare nelle lacrime che le scendono dagli occhi. "Non volevo lasciarlo in orfanotrofio. Sono stata obbligata. Non potevamo andare avanti con tre figli." sussurra e nella sua voce sento la sofferenza di una mamma che non voleva realmente allontanare il proprio figlio dalla famiglia. Io non ho la stessa possibilità di lui. Luke ha sempre avuto la possibilità di avere una famiglia, eppure non lo ha mai fatto.

"Suo figlio sa che siete vivi?" domando stroppiciando il grembiule per il nervosismo.

"Si. Non ha mai voluto incontrarci. Ma come biasimarlo? Neanche noi lo siamo andati a riprendere in orfanotrofio. E siamo andati via dall'Australia. Lo abbiamo abbandonato." sussurra e abbassa la testa. Titubante allungo la mano e stringo quella della signora.

"Non conosco persona più buona e gentile di Luke, signora. Ha un cuore grande per amare, e abbastanza grande per perdonare. Non ha mai chiesto niente e ha sempre cercato di fare del bene. Vedrà che vi perdonerà. Lui è così." sussurro e solo allo sguardo confuso della mamma di Luke, noto che sto piangendo. Era più facile solo pensarlo, ma parlare di lui ad alta voce fa dannatamente male, soprattutto mettendo in mostra tutto quelle sue grandissime qualità. Non penso che abbia difetti dopottutto.

"Perché piangi?" la mamma di Luke mi asciuga il viso e mi guarda.

"Perché sono una cretina." rido amaramente e secondo dopo secondo mi accorgo sempre più di quanto io abbia sbagliato a scappare.

"Sei la ragazza di mio figlio?" sposta la sedia e si avvicina a me.

"Ero." sussurro abbassando la testa.

"Io adesso devo andare. Ti va domani di vederci?" mi accarezza i capelli.

"Oh okay." sorrido vedendo il suo volto e poi mi alzo.

"Non siamo arrivate ad ordinare. Sarà per la prossima volta. A che ora finisci il turno domani?" Si alza e mi guarda.

"12:00, signora"

"Perfetto, significa che mangeremo insieme" mi accarezza la guancia e sistema la borsa sulla spalla.

"Va bene, a domani" le sorrido e lei, dopo aver ricambiato il sorriso, esce dal bar insieme alla sua amica. Ritorno da Jason ancora sotto shock per quella conversazione e prendo di nuovo la penna e il libretto.

"Stai qui che adesso ti spiego come funzionano un po' di cose." sorride e mi fa girare per mettermi dietro il bancone.

Sydney

Luke's pov.

Sarebbe bello riuscire a dormire la notte. Con quell'aria fresca che entra dalla finestra aperta e il riflesso della luna. Sarebbe bello dormire la notte, se solo non pensassi alla mia unica ragione di vita. Sarebbe bello riuscire a dormire, se solo non ci fosse l'odore di Emily nella parte di letto accanto a me. Il bagnoschiuma alla vaniglia, il profumo alle more. Due profumi contrastanti, che però lei ha sempre saputo portare, lasciandosi dietro una scia meravigliosa. Con una lacrima solitaria che scende sul mio volto, mi alzo in piena notte, e mi affaccio alla finestra guardando la Luna e le stelle. "Ovunque sarai, ti troverò. Te lo prometto mia piccola Em." sussurro lasciando libere le lacrime che scorrono sul viso e mi irrigidisco all'idea di averla persa un'altra volta per il mio stupido comportamento. Mi basta semplicemente farle capire che la amo e mi basta un sorriso per starle accanto, invece sono stato così coglione, da voler affrettare le cose. Mi odio. Mi odio così tanto. Dovevo accorgermene che stava male. Era mio dovere ed ho fallito... con lei e con me stesso. Prendo il telefono da sopra il comodino e scorro i contatti. I miei occhi vanno sempre lì. Sul suo numero di telefono, eppure sento che non è buona idea chiamarla adesso. Ma devo. Ho bisogno di sentire la sua voce. Clicco il tasto per chiamarla e dopo due squilli la telefonata viene accettata, ma la voce che sento non è di Emily, ma di un maschio. Deglutisco a fatica e inizio a respirare velocemente. Stringo un pugno e chiudo gli occhi. Non può essere. Non può essersi dimenticata di me.

"Pronto? Con chi parlo?" domanda la voce sconosciuta dalla parte della linea.

"Jason, perché hai preso il mio telefono?!" sento Emily urlare e il cuore fa una capriola nel petto.

"Scusa.. lo hai lasciato qua. Ma comunque non parla nessuno." sento il tono dispiaciuto di questo ragazzo, ma continuo a tenere a il pugno serrato.

"Sono Luke. Passami la mia ragazza." sibilo.

"Dice che si chiama Luke e che sei la sua ragazza." e prima di sentire i bip della chiamata chiusa da parte loro, il singhiozzo di Emily mi entra in testa, senza alcuna intenzione di uscire.

Angolo autrici

9k CIAONEEEE
Non ci crediamo oddio. Grazie a tutti.❤

#SpazioPubblicità

Our little secret - Muke di wookevoices (ovvero io)
Beside you - Harry Styles di wookevoices (sempre io sono)
My memory di Hemmo_my_anchor
The masked guy di Hemmo_my_anchor
Green eyes Mad girl di novi_hemmings96
Insane love di novi_hemmings96
Alice♧ di novi_hemmings96
Toxic di CliffordIsMyAnchor_
A past of psychopath di CliffordIsMyAnchor_
Ombre dannate di seventh28

Second chance - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora