Capitolo 19

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Luke's pov.

Finisco di prepararmi e prendo le chiavi della macchina per poi scendere giù e aspettare Em. Sono le 16:00 spaccate e lei non è mai stata in ritardo, quindi tra pochi minuti dovrebbe arrivare. Mi appoggio alla mia macchina e guardo ogni ragazza che passa quasi accanto a me cercando di scorgere la piccola Em, ma niente. Girando la testa a destra e sinistra e sorridendo qualche volte pensando che sia arrivata, guardo l'orologio e vedo che sono le 16:30. Em non è mai stata così in ritardo e mi sto davvero preoccupando. Prendo il cellulare dalla tasca dei mie skinny jeans neri e la chiama al telefono, ma nessuna risposta. Il telefono è irraggiungibile. Perché mai ha il telefono spento? Borbotto tra me e me qualcosa di incomprensibile e chiamo Calum. Lui è sempre con lei, deve per forza sapere cosa è successo.

"Calum, cazzo, rispondi." perdo le speranza quando, dopo svariati squilli, parte la segreteria telefonica. L'ultima mia unica speranza è chiamare Clarice. Uno squillo, due squilli, poi tre, poi quattro, e quando sto per chiedere, sento la sua voce.

"Ehi Luke." risponde e sento il rumore fastidioso del suono che fa la macchina quando non si mette la cintura.

"Clarice, sai dov'è Em? Dovevamo uscire, ma non si è presentata." alzo le spalle e sospiro rientrando in casa. Non penso che venga adesso, sicuramente non è voluta venire ed io mi sto preoccupando come un cretino.

"So che è a casa, ma non so se è uscita." posso scommettere che Clarice, in questo preciso momento, sta alzando le spalle e mi butto sul divano a peso morto.

"Okay, grazie. Ci vediamo." chiudo la chiamata senza aspettare una risposta e cerco di addormentarmi. Lei non è voluta venire. Se non voleva uscire, perché non me lo ha detto prima? Mi avrebbe risparmiato questa delusione. Pensavo che le cose tra di noi stessero andando meglio, e invece, a quanto pare, mi sbagliavo. Magari le chiederò spiegazioni un giorno, se ne avrò il coraggio. Sto per addormentarmi, quando il telefono inizia a squillare. Decido di non rispondere e vado in cucina per prendere un po' di budino. Il cellulare cessa di squillare, ma poco dopo attacca nuovamente. Finalmente decido di vedere chi è e rispondo senza neanche guardare chi mi cerca.

"Pronto?" parlo annoiato.

"Luke, vieni a casa mia. Subito." Clarice parla di fretta e spaventata.

"Arrivo." stacco la chiamata e immediatamente corro giù per prendere la macchina. Dopo pochi minuti arrivo davanti casa e subito entro.

"Che cosa è successo?" domando preoccupato guardando Cal che tiene sulla testa un sacchetto con del ghiaccio dentro.

"Calum è stato colpito alla testa e ha perso i sensi." Clarice lo aiuta e le scende qualche lacrima.

"Dov'è Emily?" la guardo.

"Non c'è." sussurra la sorella che si fa scappare un singhiozzo.

"Il padre." sibilo chiudendo le mani in due pugno.

"Io non so dove cercarla. Potrebbe averla portata ovunque." i singhiozzi di Clarice riempiono la quiete della stanza e porto una mano tra i capelli.

"Stiamo calmi, altrimenti non concludiamo niente." sospiro anche se penso di essere più agitato di loro due messi insieme.

"Chiamiamo Michael, magari Em ha parlato con lui e sa dove potrebbe essere." dice Cal che immediatamente prende il cellulare.

"Okay. Io intanto penso come un pazzo e cerco di capire dove quello stronzo l'ha portata." batto un pugno al muro ed esco fuori in veranda per iniziare a pensare. Il tempo passa e ancora niente. Non ho la mentalità di un pazzo, non ho la più pallida idea di dove abbia portato la mia Em. Tra imprecazioni e altro, guardo Michael arrivare di corsa.

Second chance - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora