Capitolo 41

804 47 14
                                    

Londra

Emily's pov.

"Jason, non ho la più pallida idea di cosa prendere ai ragazzi per Natale! Ti rendi conto che con un regalo devo sistemare tutto il dolore che gli ho inflitto in questo periodo?" passo le mani sul viso pensando ancora al giorno in cui sono andata via e mi lascio scappare un sospiro.

"Ehi Em, conosci il detto 'conta il pensiero'?" Dice per poi ridacchiare Jason, per farmi tranquillizzare un po'.

"Si, lo conosco ma..." non mi fa finire di parlare, che subito mi blocca.

"A loro non importerà neanche il regalo. Il fatto che tu torni da loro è il regalo più che bello che tu possa far a tutti." Mi sorride e mi abbraccia, facendomi sentire più piccola di quando sono già.

"Grazie Jason, non so cosa farei senza te in questa grande città." sorrido sincera e lo stringo forte. Restiamo qualche secondo così, poi gli do un bacio sulla guancia e mi stacco. Da quando ho deciso di tornare a casa il sorriso è tornato sulle mie labbra, il cibo non finisce più nella spazzatura ma dentro il mio stomaco ed è spuntato nuovamente un piccolo spiraglio di luce nella mia vita. Avevo bisogno di tutto questo. Nella vita, impari ad essere forte da solo, ma una volta trovato chi ti aiuta, difficilmente si può fare a meno di quell'aiuto.

"Beh ovvio, sono qualcuno a cui non si può rinunciare." Dice con aria modestra e poi ride. Mi prende la mano e mi trascina in un negozio di peluche.

"Promettimi che ci sentiremo." Dico guardandolo girovagare tra i vari scaffali del negozio, fin quando non si ferma e afferra un orsetto che stringe un cuore tra le mani, con sopra scritto 'Ti voglio bene'.

"Questo è il mio regalo di Natale per te. E sì, ci sentiremo." sorride e mi lascia la mano per stringere il peluche tra le braccia, mentre si dirige verso la cassa.

"Ma... Jason, io non ho bisogno che tu mi faccia questo regalo." lo seguo velocemente, sperando che non sia già arrivato lì per pagare, ma ovviamente, con la sfortuna e la lentezza che mi ritrovo, ha già il sacchetto in mano. "Jason!" esclamo portando le braccia in aria esasperata. Questo ragazzo, non cambia mai eh. Non mi ascolta e se io dico A, lui ovviamente dice B. E forse è per questo che gli voglio bene. Con i suoi modi di fare, la sua testa dura, la sua determinatezza, riesce sempre a farmi sorridere.

"Dobbiamo comprare i regali ai tuoi amici." ride per il mio comportamento e mi porta fuori dal negozio. E ovviamente, ha la capacità innata di cambiare discorso come se niente fosse. Stupido bastardo! Sbuffo e roteo gli occhi al cielo, poi inizio a pensare.

"A Michael posso prendere delle tinte per capelli" sorrido entusiasta.

"Ma sull'aereo non puoi portare flaconi che superano i 100ml" mi guarda confuso.

"Nascondo le tinte tra i vestiti, semplice." Dico disinvolta e lui ride per poi mormorare 'che ribelle!'. Rido anch'io e lui continua a ridere. Quando entrambi ci calmiamo, riprendo fiato e continuo a parlare "comunque, dicevo. A mia sorella e ad Ashton compro qualcosa per il bambino. Magari compro sia tutine maschili che femminili, dato che non so il sesso." batto le mani soddisfatta delle mie idee e Jason mi guarda contento. "A Jade e Michelle possono prendere dei vestitini, tanto so le loro taglie e sono più che sicura che alcuni capi di abbigliamento che ci sono qua, là non ci sono." sorrido.

"Bene, chi manca ancora?" ridacchia prendendo il cellulare per controllare l'ora probabilmente, dato che lo posa immediatamente.

"A Calum posso prendergli una giacca nera. E manca solo una persona adesso." abbasso la testa guardando la strada.

"Luke?" domanda Jason mettendo un braccio attorno alle mie braccia e stringendomi a lui.

"Si.." sussurro e una lacrima scorre sul mio viso, e lui prontamente me l'asciuga accarezzandomi la guancia.

Second chance - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora