Capitolo 12

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Michelle's pov.

Mi preparo con tutta la mia calma possibile fin quando vedo l'orologio appeso alla parete della mia camera segnare le otto. Calum tra mezz'ora passerà a prendermi ed io ancora non so cosa mettermi, dato che ho passato più tempo ad asciugare i capelli per farli venire bene, piuttosto che pensare ai vestiti. Apro l'armadio e, dopo aver guardato un paio di volte tutti gli abiti, decido di mettete una gonna tutta colorata che arriva poco più sopra del ginocchio, con un top nero e le ballerine dello stesso colore del top. Faccio una bella coda alta in modo da non sentire caldo e sudare e per le otto e venticinque sono vestita e truccata. Metto le chiavi nella borsa e a passo lento scendo giù. Il mio più grande pregio? Riuscire sempre a calcolare i tempi giusti per fare le cose, infatti non ci vuole molto prima che Calum arrivi. Suona il campanello più volte e vado ad aprire sorridendo.

"Ciao Michelle." mi da un bacio sulla guancia ed arrossisco violentemente.

"Ciao Calum." mordo la guancia interna per il nervosismo e poi cerco di contenermi.

"Allora, andiamo?" mette una mano sulla mia schiena per farmi uscire e tocca con le sue grandi dita un pezzo di pelle scoperta. Rabbrividisco al suo tocco e cerco di non svenire all'istante. Annuisco, chiudo a chiave la porta e passo svelto vado alla macchina, entro e mi sistemo comodamente sul sedile. Seguo tutti i suoi movimenti e noto quanto è fluido nei suoi gesti e nel suo portamento. Di solito le guardie del compo sono rigide e tese.

"Ti porto a mangiare a casa mia." sorride Calum. Ero così immersa nei miei pensieri che non mi ero neanche accorta che è salito in macchina e ha messo in moto.

"Oh.. okay.." torturo le dita delle mie mani e guardo fuori dal finestrino nervosa. Non nego che Calum è un bel ragazzo. La prima volta che l'ho visto con me, sono rimasta a fissarlo per cinque minuti, circa. La sua pelle ambrata e i suoi tratti somatici gli danno un non so che di affascinante. Guardo il mare e mi giro verso di lui.

"Tu hai la casa qui?" domando battendo le mani come una bambina.

"Si, ho un piccolo appartamento qui." sorride e posteggia la macchina.

"Dopo che finiamo di mangiare, ci facciamo una passeggiata?" chiedo mordendomi il labbro. I suoi occhi così scuri mi scrutano con attenzione e mi sento nuda davanti a lui.

"Certo piccola." sorride e scende dalla macchina aspettandomi. Mi ha chiamata 'piccola'. Mi ha chiamata 'piccola'. Vorrei urlare a squarciagola e buttarmi sopra di lui per abbracciarlo, ma mi contengo e scendo dalla macchina per poi affiancarlo. Mi prende per mano e raggiungiamo una porta marrone con tanto di pomello decorato. Osservo incantata ancora una volta tutti i suoi movimenti. Il suo modo di prendere le chiavi, di aprire la porta. Osservo ogni minimo e piccolissimo dettaglio. Mi trascina letteralmente dentro e chiude la porta dietro di noi.

"Hai cucinato tu?" mi guardo intorno osservando ogni dettaglio del suo appartamento.

"Si, non posso mangiare sempre schifezze, dovevo per forza imparare." ridacchia e mette una mano sulla mia schiena per poi andare in cucina.

"Cosa hai cucinato?" domando leggermente preoccupata. Ho dimenticato di dirgli che..

"Una buona fettina di carne con le patate a forno. Non mi piace mangiare la pasta di sera, ma se la vuoi, non ho problemi a farla." sorride passandosi una mano tra i capelli.

"Calum, io sono vegetariana." abbasso la testa mortificata.

"Oh.. tranquilla. Se vuoi possiamo uscire e prendiamo qualcosa che tu mangi, tanto i supermercati chiudono tra mezz'ora." si avvicina a me e mi fa alzare lo sguardo. "Ehi piccola, davvero, non c'è nessun problema." mi abbraccia goffamente e ricambio.

Second chance - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora