𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗊𝗎𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝖽𝗂𝖼𝗂

223 25 14
                                    

Il bellissimo ritratto di Beomgyu ottiene molto successo e complimenti da parte di tutti, ma egli attende il parere dell'unica persona che ancora non si è nemmeno presentata. Il rimorso per non essere riuscito a trattenere Yuri quel giorno lo tormenta, tanto da fargli lasciare lo stand usufruendo la scusa del bagno per non far innervosire i suoi compagni.

Tutto ciò che vuole è parlarle, vederla, poter di nuovo incontrare quegli occhi scuri di cui capisce non poterne fare più a meno; una parte del suo animo detesta ammettere di essere vulnerabile di fronte a lei, ma la voglia di riaverla fra le sue braccia è più importante di ogni altra cosa, sa che lei lo desidera allo stesso modo e vuole capire il perché stia sacrificando i suoi sentimenti pur di tenerlo lontano.

Il suo vagare ossessivo lo conduce negli angoli più remoti e meno frequentati della struttura ma di lei nessuna traccia finché, al percorso per ritornare in palestra, riesce ad intravederla dietro ad una colonna in compagnia di un ragazzo che non conosce.

Incuriosito si avvicina senza emettere alcun rumore nascondendosi dietro ad una parete lì vicino per cercare di origliare, anche se avrebbe preferito rimanere all'oscuro di tutto una volta compresa la situazione.

Cercando di mantenere quanta più calma possibile, il giovane aspetta l'uscita di scena dell'altro per poi piazzarsi di fronte alla corvina d'impeto, bloccandola tra il suo corpo e il la pietra della colonna; Yuri, visibilmente sorpresa, sobbalza sul posto spalancando le palpebre quando vede il viso del castano fin troppo vicino al suo.

"Spostati immediatamente" ordina, cercando di sgattaiolare sotto al suo braccio, ma la forza di lui è nettamente maggiore ed essa la costringe a rimanere con le spalle al muro, incapace di sfuggire allo sguardo severo "Beomgyu, non farmelo ripetere due volte, togliti di mezzo" continua, affrontandolo a testa alta mentre nasconde il mazzo di banconote dietro la schiena.

Per qualche secondo le parole della corvina rimangono in sospeso ed il silenzio viene riempito solo dai loro respiri, fin quando il più alto si decide a parlare: "io non sono tuo padre, non ho alcun diritto di dirti che cosa puoi o non puoi fare, ma questo è troppo" dice dando una veloce occhiata ai soldi, riportando subito l'attenzione su di lei "perché? Perché venderti in questo modo? Non meriti di essere trattata come un oggetto, ti stai buttando via e ciò mi manda in bestia"

Dalla bocca di Yuri inizialmente non esce nemmeno un suono, ella continua a fissarlo e quasi si impressiona nel vedere la più totale sincerità trasparire dalle sue iridi; nessuno si era mai preoccupato così tanto per lei e, non essendo abituata a ricevere tali attenzioni, non comprende il motivo per il quale qualcuno dovrebbe spingersi a tanto.

Allo stesso tempo si sente tremendamente in colpa per averlo fatto preoccupare ma non c'è altra soluzione, per quanto si sforzi non rivelerà mai il bisogno di cui è schiava, di come si è ridotta per guadagnare quel tanto che serve per vivere in pace; non è la prima e neppure l'ultima a soffrire di una malattia, ma le condizioni imposte non le permettono di godere di molte comodità e la decisione è sua, lo è sempre stata.

"Mi piace essere trattata come tale" mente, mostrandosi più sicura che mai attraverso un mezzo sorriso il quale nasconde una tristezza e amarezza mai esposte davanti a qualcuno se non a sé stessa.

"Non ti credo" per Beomgyu questa è un'occasione importante e niente riuscirà a impedirgli di sapere di più, di capire cosa c'è dietro alla spavalderia di cui va tanto fiera.

La mora sa bene che non sarà una semplice a frase a buttare giù il suo forte animo, perciò decide di cambiare l'oggetto del discorso e per farlo deve attendere a tutto il fascino in suo possesso, capace di far cedere anche la più scontrosa e intoccabile delle persone.

𝖳𝗁𝖾 𝖦𝗋𝖾𝗒-𝗁𝖺𝗂𝗋𝖾𝖽 𝖻𝗋𝗈𝗍𝗁𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora