𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗊𝗎𝗂𝗇𝖽𝗂𝖼𝗂

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Il cuore di Lily è spezzato, lo sente battere, tenerla in vita, ma ha perso colore. Poche volte lo aveva sentito fare così male e per questo vorrebbe potergli dare la colpa di tutto: di non essere stato abbastanza attento.

Nonostante il suo rammarico, per quanto ci provi, non riesce a non sentirsi in difetto; la sua mente non avrebbe dovuto cedere alla prima gentilezza e viaggiare troppo lontano.

Eppure è stata talmente ingenua da esporsi, rendendosi vulnerabile, tale debolezza le ha procurato un altro taglio al suo interno già malconcio.

Non avrebbe mai pensato di risentire quel dolore dopo il tradimento della madre, invece ora è costretta a riaffrontare quella dura lotta contro il suo stesso stomaco che si rifiuta di mangiare da due giorni.

Ci sperava davvero, credeva di poter riporre fiducia in lui, invece ha sfruttato il suo amore per umiliarla di fronte a tutti mettendo a nudo non solo il suo corpo fisico ma soprattutto i suoi veri sentimenti e questo non potrà mai perdonarglielo.

In tutta la sua vita non si era mai sentita così piccola e la paura di alzare la testa la spaventa a morte, non vuole vedere i muri della sua stanza che sembrano innalzarsi con una velocità spropositata, facendola sentire un insetto, un inutile e patetico granello di sabbia in una spiaggia di conchiglie taglienti.

"Lily, ti prego facci entrare"

La voce ovattata di Yeonjun risuona dall'altra parte della porta, essa è dolce e gentile ma non abbastanza per convincere la castana ad aprire la porta chiusa a chiave dal momento in cui è tornata a casa.

Stringendo i pugni, aggrottando le sopracciglia in attesa della fuoriuscita di altre lacrime e a malincuore trova la forza necessaria per dargli una risposta: "ti prego.. lasciami sola"

Ai sensi di colpa si aggiunge il comportamento distaccato verso i fratelli, sa che su di loro potrà sempre contare ma non riesce a comunicare il suo stato d'animo e le dispiace di aggiungere un peso in più sulla schiena di qualcun altro.

Non riesce a condividere la sofferenza, non l'ha mai saputo fare e le poche volte in cui ha tentato le sono state dette cose che le hanno fatto capire di dover imparare a fingere meglio, così che nessuno si sarebbe mai accorto di lei.

Dando una possibilità ha fatto in modo che la promessa con sé stessa venisse infranta, lasciarsi andare equivale ad una sfida e anche stavolta l'ha persa; in questo momento, ogni barriera è infranta e il solo pensare di dover ricostruire tutto da capo la ferisce ulteriormente.

"Fosse per me ti avrei già strappato dal petto tanti anni fa, per tutte quelle volte che mi hai costretta ad essere forte per proteggerti. Vorrei non avere un cuore così egoista" sussurra nascondendo la testa fra le ginocchia, rigorosamente attaccate al torace.

"Forse l'egoista sono io a non accettare ciò che mi è stato dato, pretendo troppo e non sono nessuno per farlo" continua dopo qualche secondo speso a organizzare i suoi pensieri.

Il pomeriggio del terzo giorno sta passando velocemente e i famigliari non possono più aspettare: la ragazza deve uscire fuori dal guscio e mangiare qualcosa per riacquistare le forze.

Per quanto gli dispiaccia doverla costringere, si sentono in dovere di interessarsi e aiutare per quanto possibile; così si riuniscono tutti davanti alla sua porta, compresi i genitori che la avvertono di buttarla giù se si ostina a rimanere là dentro.

Tanti sono i tentativi ma nessuno va in porto, al che il grigio, rimasto in disparte a osservare, decide di farsi avanti appoggiando la mano fasciata sulla superficie legnosa: "Lily, sono Tae. Ti va se parliamo un po' io e te?" propone, avvicinando l'orecchio per udire la risposta.

𝖳𝗁𝖾 𝖦𝗋𝖾𝗒-𝗁𝖺𝗂𝗋𝖾𝖽 𝖻𝗋𝗈𝗍𝗁𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora