𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝖽𝗈𝖽𝗂𝖼𝗂

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"Non capisco, cosa ci dovrei fare io con queste" sussurra Jiwoo tenendo fra le mani una busta contenente fotografie recentemente stampate, egli come previsto le trova all'interno del suo armadietto e, per avere maggiori informazioni a riguardo, decide di chiamare la persona responsabile della consegna.

Uno sbuffo si fa sentire dall'altra parte della cornetta, seguito da una squillante voce femminile «hai idea di quanto ci sia voluto per procurarmele? Non ci penso proprio a rischiare di venire scoperta, è meglio se le tieni tu»

Il giovane, infastidito dalla risposta, si guarda intorno decidendo di spostarsi all'interno dello sgabuzzino del bidello per poter parlare in tranquillità.

"È stata una tua idea, questo non faceva parte del piano iniziale perciò non mi assumo la responsabilità delle tue azioni. Hai voluto strafare e adesso ti occuperai di diffonderle, non voglio sentire obiezioni"

«Sei proprio uno stronzo»

Sul volto del corvino spunta un sorriso malizioso, a ridosso dell'inquietante "tesoro, fosse solo quello il problema" scherza alzando il capo verso la lampadina appesa al soffitto.

"Mi hai chiesto tu di partecipare a questo stupido teatrino, non mi sono offerto volontario. Perciò spero che almeno la ricompensa sia più che soddisfacente"

«Ti credi onnipotente solo perché sei figlio del preside ma se fossi in te non adagerei troppo sugli allori, abbiamo ancora tanto lavoro da svolgere» sibila la ragazza, con evidente prepotenza.

"Non preoccuparti, ho tutto perfettamente sotto controllo. Stasera mi sono guadagnato una cena in presenza della sua famiglia, potrei quasi definirmi parte di essa ormai" un ghigno compiaciuto si fa spazio sul suo volto dall'espressione altrettanto contenta.

I complimenti da parte di una delle sue complici mette fine alla misteriosa telefonata e, prima di ritornare in classe e nascondere il materiale ottenuto nel proprio zaino, il moro si ferma ad osservare con attenzione le foto prendendole fra le mani una per una con delicatezza, evitando di lasciare ditate.

Esse raffigurano il fratello dai capelli biondi della sua attuale fidanzata intento a parlare e scambiarsi piccoli gesti insignificanti con un suo compagno di classe, nonché il rappresentante.

"Guarda un po' il dolce Hueningkai come si dà da fare, perché disturbarsi nel confessare a tutti chi è davvero quando ci siamo noi a fargli il favore" mormora fra sé e sé seguito da un sospiro divertito.

♫︎

Sotto richiesta del professore, Yuri si dirige a passo spedito verso l'aula di arte per prendere dei fogli bianchi.

Credendo non ci sia più nessuno a causa dell'ora tarda, spalanca la porta ritrovandosi due occhi scuri che la fissano interdetti e leggermente colti di sorpresa; l'unica persona dentro alla stanza rimane perplessa dalla sua entrata improvvisa, la quale ha disturbato il momento di quiete formatasi all'interno delle quattro mura.

"Non ci posso credere, tra tutti proprio tu" borbotta abbassando la testa mentre un sorriso sornione spunta sul viso del ragazzo dai capelli castani.

"Non ti hanno insegnato a bussare?" domanda ironicamente Beomgyu, alzando gli occhi al cielo per poi riportarli sul suo blocco da disegno.

La corvina si chiude la porta alle spalle avanzando verso il mobile dove c'è la carta, senza badare alla sua presenza e ignorando ciò che gli è stato appena detto; ma si incuriosisce maggiormente nel momento in cui vede il giovane così preso nel strisciare la punta della matita su e giù per il foglio.

A piccoli passi si avvicina, sporgendosi in avanti per sbirciare il soggetto del disegno, purtroppo senza successo in quanto il maschio se lo porta al petto proteggendolo da occhi indiscreti; quest'ultimo sorride nel vedere la reazione della mora che allunga le braccia lungo in fianchi, stringendo le mani in un pugno.

𝖳𝗁𝖾 𝖦𝗋𝖾𝗒-𝗁𝖺𝗂𝗋𝖾𝖽 𝖻𝗋𝗈𝗍𝗁𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora