"Ok. Niente panico"
Disse Mike ad occhi sbarrati
"L'unico che sta panicando qui sei tu"
Gli dissi con un tono fin troppo tranquillo rispetto al mio solito
"Ma come fai a non essere agitata?"
Mi chiese nello stesso tono di prima
"Sinceramente sto stupendo anche me per questo"
Gli dissi sinceramente
"Questa è la notizia migliore che potessi darmi"
Mike non sembrava neanche lui
"E se ti avessi portato Manu Rios?"
Gli dissi, cercando di calmarlo.
Non lo avevo mai visto così
"Okay, allora forse è la seconda"
Stette lui al gioco
"Comunque solo tu, eh"
Disse mentre di sistemava un mocassino
"Cosa solo io?"
Io invece mi sistemai i trampoli alti tre metri ai piedi
"Solo tu potresti lasciarti con il tuo ragazzo stronzo e praticamente il giorno stesso quasi baciarti con il ragazzo che ti piace"
Ormai era anche inutile negarlo.
Conrad mi piaceva e non avrei più fatti alcuno sforzo per nasconderlo a Mike.
O a me stessa
"Hai detto bene, quasi"
Gli chiarii io, come se non fossi contenta quanto se non come lui
"Praticamente se ero elettrizzato per il sogno figurati per la realtà, amica. Sono così felice per te"
Si alzò facendo qualche piccolo saltello, facendo ridere
"Non c'è nulla per cui essere felici ancora"
Lo riportai sulla terra
"Come no, cosa vi siete detti dopo? O stamattina?"
Chiese lui ovvio
"Emh, niente?"
Risposi io altrettanto ovvia
"Cioé, quindi non avete più parlato né scambiato alcun messaggio dopo il vero quasi limone?"
Lui sembrò quasi sconvolto dalla mia risposta
"No"
Gli dissi tranquillamente
"E cosa stai aspettando, sorella? Che entri Kim Kardashian da quella porta ad illuminarti?"
Amavo Mike perché aveva il mio stesso umorismo
"Dici che dovrei mandargli un messaggio?"
Ci pensai un attimo
"Non lo dico, lo esigo"
Disse lui serio, facendomi però ridere, al che lui incrociò le braccia al petto
"Ok, e cosa mi consiglia di scrivere l'esperto?"
Gli chiesi con fare teatrale
"L'esperto dice di scrivergli che non vedi l'ora di vederlo nudo davanti a te"
Disse meritandosi uno scalpellotto sulla nuca e un
"Chiaro, perché non ci ho pensato prima?"
Da parte mia
"Dai, scrivigli come va, non lo so, improvvisa"
Mi disse lui stavolta seriamente
"Ma io non sono tanto da messaggi"
Cercai una scusa per non fare assolutamente niente a riguardo
"E adesso lo sarai. Scrivigli quello che gli diresti adesso se lo avessi davanti"
Mi consigliò
"Probabilmente gli darei il buongiorno, ma è un pò imbarazzante"
Gli confessai
"Scrivergli 'buongiorno'? Mettici un'emoji carina e hai risolto"
Mi disse lui, facendola molto semplice.
Alla fine gli diedi ascolto e senza pensarci troppo gli scrissi "buongiorno🌼".
Né più né meno.
Dopo poco le prove iniziarono, e dopo aver imparato a calpestare molto meno i piedi del povero Mike, arrivò Jere che, sostituì Nicole nell'accompagnare Belly a danzare, visto che lei ancora non aveva chiesto a Cam Cameron di accompagnarla.
Potetti giurare che se non avessi saputo che la mia sorellina fosse impegnata, la avrei shippata benissimo con Jere.
Alla fine, dovevo ammetterlo anche io, anche se a volte faceva delle avance anche evidenti, ma ironiche, si poteva quasi definire il ragazzo perfetto.
Quello che ogni madre desidererebbe per sua figlia.
Educato, gentile, cordiale.
Alla mano.
E che non ti faceva mai annoiare.
E il fatto che avesse messo una canzone da discoteca ad interrompere quella noiosissima canzone su cui stavamo ballando da 40 minuti.
Ci lasciammo tutti trasportare, anche se durò poco, visto che tornò la maestra a rimproverare prima Jeremiah, che avrebbe dovuto lavorare in quel momento, e poi noi per avergli dato corda.
Ma come si poteva dire di no ad una cosa del genere?
"Giuro che stravedo per quel ragazzo"
Disse Mike dopo che lasciò la stanza
"Te lo sei anche limonato, ti credo"
"Quanto pagherei per farlo succedere di nuovo non hai idea"
"Dai, Mike, è come se fosse il mio fratellino"
"Si, ma non puoi negare che sia terribilmente eccitante"
"Ok, questo è oggettivo, ma... No, non potrei neanche vedere Jere in quel modo"
"Mi pare che il fratello invece ce lo vedi eccome in quel modo"
"Stai zitto"
"Ok. Girati"
"Emh, perché?"
"Io te l'ho detto, poi non venire a lamentarti con me"
Con le sopracciglia un pò corrugate mi girai verso dove puntava il suo sguardo e la sua figura mi si mostrò davanti.
Aveva i capelli ancora un pò umidi.
Si sarà fatto la doccia da poco.
Però in effetti, la me ubriaca non aveva torto.
I suoi capelli da bagnati erano affascinanti e non poco.
Sorrisi istintivamente e lui sembrò fare lo stesso, accennando con la mano un piccolo saluto.
Lo vidi leccarsi le labbra per poi schiuderle e rivelare di nuovo quel suo sorrisino misto fra il timido e il provocatorio che mi faceva impazzire.
Quel momento sembrò durare un'eternità, se non fosse stato per il fatto che avevo Nicole di fronte a me, rivolta verso di lui, e che quindi, molto probabilmente il tutto era rivolto a lei.
Così, sbattei le palpebre per qualche secondo e feci finta di nulla.
O per lo meno ci provai.
Un pò delusa.
Un pò ci speravo che quel sorriso e quello sguardo fossero per me.
Mike mi disse che dopo poco se ne andò.
E come se qualcuno dal cielo mi avesse ascoltato
"Ci vediamo quando torni"
Mi arrivò una notifica da parte sua.
Mi dovetti sforzare per mantenere il mio sorriso di una dimensione normale e non che superasse le dimensioni del mio viso intero.
Allora forse era veramente venuto lì per me.
Me ne convinsi e continuai quella giornata come se fosse arrivato qualcosa all'improvviso ad illuminarmi il viso.
Tornai a casa in fretta.
Non vedevo l'ora di vederlo.
Era da così tanto che non sentivo quel formicolio per tutto il corpo.
Era una sensazione bellissima, ma che dall'altro lato mi faceva paura.
Lui comunque "stava" con Nicole.
Certo, la loro non si poteva definire una relazione, ma qualcosa erano.
Quindi, io non potevo e non dovevo farmi certi scenari mentali, ma era più forte di me.
Quello che provavo per Conrad mi era costato tanto ammetterlo, e adesso che l'avevo fatto perché avrei dovuto rinunciarci?
Non avrei fatto nulla contro di lei, non avrei cercato di cambiare le cose, perché non volevo.
Non volevo che lei ci stesse male.
Forse avrei dovuto dirle di questi miei sentimenti.
Ma come potevo?
Io ero innamorata di Conrad e non potevo farmi nulla.
Purtroppo o per fortuna.
Arrivai talmente presto a casa che lui non c'era neanche.
Ero talmente entusiasta che non mi preoccupavo nemmeno di rendere la cosa evidente.
A chiunque passasse chiedevo dove fosse.
E ognuno mi rispondeva con qualcosa di diverso.
Qualcuno che stesse surfando.
Qualcun altro che stesse in giro.
Qualcun altro che stesse strimpellando con la sua chitarra in spiaggia.
Io ne approfittai per levarmi quel vestito ridicolo da dosso e mettermi qualcosa di comodo per stare in casa.
Giuro che mi è anche passato per la mente di sistemarmi un pò, eh.
Ma perché avrei dovuto?
Conrad mi aveva visto in qualsiasi situazione possibile.
Non sarebbe stato di certo un filo di correttore sulle occhiaie ad impressionarlo.
Così, mi misi una delle magliette che trovai nell'armadio.
Non era mia.
Non ce l'avevo messa io.
Ma era un sacco bella per non metterla.
La scritta "Cousins Beach" era a caratteri cubitali.
Improvvisamente sentii qualche rumore dalla finestra e così mi affacciai.
Era proprio lui.
Stava raccogliendo alcuni pennelli, supposi, di Susannah, che da inizio estate si era prefissata di fare ad ognuno di noi degli autoritratti.
Oggi era stato il turno di Jere.
Raffigurato come il dio appollo.
Scesi le scale come se avessi un'altra vita disponibile.
Ma cosa mi succedeva se c'era di mezzo lui?
Era per questo che dicevo di avere paura
"Hey"
Gli dissi sorridendo
"Hey"
Mi disse lui, di tutt'altro aspetto
"Vuoi una mano?"
Chiesi senza voler ricevere una risposta visto che era pieno di pennelli in mano e che ancora doveva raccogliere.
Mi piegai e raccolsi quelli rimasti
"Ma quella maglietta non è mia?"
Disse lui dopo aver posizionato a posto i pennelli.
Io arrossii all'istante
"È tua? Era nel mio armadio, vado a cambiarmi"
Gli dissi impacciata
"Nah, tienila, sta meglio a te"
Mi disse, sempre in tono freddo, ma d'altronde mi aveva pur sempre dato la sua maglietta.
Così, respinsi la voglia che aveva di scappare dall'imbarazzo che provavo e mi feci avanti
"Allora?"
La buttai sul vago
"Cosa?"
Mi chiese lui, infatti.
Anche se in quel momento mi sarei aspettata una risposta diversa vista la situazione
"Mi hai detto ci vediamo quando torno, volevi dirmi qualcosa?"
Praticamente lo stavo imboccando pur di farlo parlare
"Forse, mi sono dimenticato"
Disse lui, mantenendo sempre lo stesso tono strafottente.
Come se nulla fosse.
Come se io non fossi lì.
Come se non fosse successo niente ieri.
Non stava facendo sul serio.
Decisi di provarci un'ultima volta
"Non hai da dirmi proprio niente?"
"No, cosa dovrei dirti?"
Ricevetti come risposta da parte sua.
Ormai avevo capito dove sarebbe andata a parare la conversazione.
Era inutile continuare a girarci intorno
"Io e te ci siamo quasi baciati ieri"
Dissi io con tono esausto.
"Esauto" era la parola giusta
"Davvero?"
Disse lui.
Come se stesse cadendo dal pero.
E potetti giurare di aver sentito il mio cuore andare in frantumi
"Ieri ero molto ubriaco, non ricordo"
Mi ci dovette un pò per metabolizzare ciò che avesse detto.
Strabuzzai gli occhi dopo qualche secondo incredula
"Mi stai prendendo per il culo?"
Gli dissi chiaro e tondo.
Era molto meglio che fosse così
"Ok, ci siamo quasi baciati. E con questo? Dovrei dirti che ne sono dispiaciuto?"
Disse lui dopo qualche secondo.
Ed eccolo lì.
L'istinto di tirargli un pugno in faccia si rifece vivo
"Ne sei davvero dispiaciuto?"
Gli chiesi sempre incredula.
Possibile che stesse dicendo proprio le cose che stavo ascoltando?
"Andiamo, Julie"
Disse lui, come se cercasse di farla finita il prima possibile
"Cosa, Conrad?"
Dissi io spazientita.
Non potevo sopportare quella situazione
"Lo sai che... Penso a te"
Disse lui dopo aver aspettato diversi secondi prima di parlare.
Come per darmi qualche secondo per tornare in me ed ascoltare bene ciò che avesse da dirmi
"È solo che io... Non posso"
Fece una pausa a metà della frase come per cercare le parole giuste.
Ma a me non bastava
"E perché?"
Gli chiesi, ferita.
E si poteva chiaramente sentire dalla mia voce.
Tremava.
Ma poco mi importava se se ne fosse accorto.
Non emise fiato.
Così sbottai
"Puoi almeno avere la decenza di spiegarmi perché?"
Dissi io alzando un pò troppo la voce
"Non capiresti"
Disse lui.
Io, incredula, annuii amaramente
"Ok, fa come ti pare"
Dissi ferita
"Fa... Come ti pare"
Ripetetti, scandendo bene e facendo forse un pò fatica a dirlo di nuovo.
Aveva il viso dispiaciuto ed era evidente, ma non potevo farci niente.
Aveva fatto tutto da solo.
Letteralmente.
Ed io non potevo sopportare di stare un'altra volta di merda per amore.
E lui lo sapeva.
Questa era la cosa peggiore.
Basta.
Ok.
Aveva fatto la sua scelta.
Non sarei tornata indietro
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Dove il cuore batte un pò di più, Conrad Fisher
FanfictionConrad Fisher e Juliette Conklin Juliette, una semplice ragazza di 17 anni, ogni estate da quando è nata la passa dai Fisher, la sua seconda famiglia. Ogni anno Cousins le riservava qualcosa di nuovo. Ma chissà se quest'anno quel "qualcosa" non sarà...