"Ragazzi, qualcuno ha visto Mike per caso?"
Iniziai a chiedere per tutta la sala, ma nessuno sembrava aver visto il bel faccino del mio migliore amico.
Era quasi giunto il momento del ballo e non c'era alcuna traccia di Mike.
Non riuscivo a trovarlo da nessuna parte.
Ero anche andata nei bagni, ma di lui nessuna traccia.
Era come se si fosse volatilizzato nel nulla.
Non aveva neanche risposto ai 75543 messaggi che gli avevo mandato nel giro di 5 minuti.
Stavo già iniziando ad abituarmi all'idea che non avrei ballato proprio niente quella sera.
E un po' me ne dispiaceva.
Qualche secondo più tardi mi si avvicinò anche Belly, tutta agitata, forse quanto me
"Julie"
Mi disse subito in tono preoccupato e fece per iniziare una frase, ma io la interruppi prima c
"Belly, hai visto Mike? Non lo trovo da nessuna parte"
"No e, anzi, volevo chiederti se avessi visto Jere. È da qualche minuto che lo sto cercando, ma non l'ho visto"
Mi disse lei.
Ok, era il colmo.
Possibile che...
"Ti giuro, se scopro che stanno facendo zozzerie, li ammazzo quando li rivedo"
Le dissi, al che lei mi guardò male e io non ne capivo il motivo.
Poi mi ricordai e mi diedi uno schiaffo da sola
"Oddio, scusa, sorellina, devo ancora abituarmi all'idea che Jere sia tuo adesso"
Le dissi accorgendomi di ciò che avevo detto
"Non è 'mio'... Ma comunque adesso questo non è importante, dobbiamo cercarli"
Disse lei, ma
"Mi sa che per te non c'è bisogno"
Le dissi, vedendo davanti a me la figura di Jeremiah fare il suo ingresso in sala.
Belly mi guardò per un attimo come per ringraziarmi, sorridendomi, e poi andò verso di lui velocemente.
Magari mi sbagliavo ed era solo una mia impressione, ma Jere sembrava spento.
Quasi sconvolto oserei dire.
Fino a 15 minuti prima, quando ballava insieme agli altri accompagnatori, sembrava totalmente un'altra persona.
Prima anche lui sembrava un felice pinguino danzante, e adesso invece, sembrava letteralmente sconvolto.
Avrei voluto andare da lui per scoprirlo, ma proprio in quel momento prima sentii Paige battere una forchetta su un bicchiere di vetro per attirare l'attenzione di tutti per annunciare l'ufficiale inizio del ballo, ma soprattutto, mi arrivò una notifica
"Julie, mi dispiace, ma non posso ballare con te. Mentre ero in bagno non ho visto il cartello del pavimento bagnato e sono scivolato. Adesso la caviglia mi fa tanto male, sono in infermeria. Mi dispiace tanto"
Mi arrivò questo messaggio e mi ritrovai a bocca aperta.
Possibile che fossero successe così tante cose in 10 minuti?
Gli scrissi velocemente di non preoccuparsi e che non faceva niente.
Ormai era andata e, anzi, ne avrei approfittato per andare in infermeria a vedere come stava.
Certo che pensandoci, ma quanto potrei essere fortunata?
Ero ancora nel bel mezzo della pista e non sapevo come dileguarmi da lì.
Ormai era questione di secondi e la musica sarebbe iniziata.
E proprio quando presi coraggio e feci un passo verso il tavolo dove erano i parenti, però, successe qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Vidi Conrad alzarsi immediatamente.
Come se avesse capito quali fossero le mie intenzioni.
Si avvicinò a me, ormai immobile in pista.
Ad ogni passo che faceva potevo sentire una scossa di elettricità per tutto il corpo.
Qual era il bello?
Era che la provavo sempre con lui.
Mi arrivò davanti.
Ad un palmo di distanza.
Lo guardai.
Aveva un'aria angelica.
Lo guardavo e non riuscivo a trattenere un sorriso.
E lui come me.
Era impossibile
"Ricordo quasi tutti i passi"
Mi disse con tono calmo, come per rassicurarmi, abbassando lo sguardo sulle nostre mani vicine.
E che non ritardò ad unire.
Le guardai anche io e pensai che non c'era luogo più giusto in cui potessero stare.
Così mi trascinò e ci mettemmo nelle rispettive file.
Io in quella delle debuttanti e lui in quella degli accompagnatori.
I nostri sguardi non ne volevano sapere di staccarsi.
Era la prima volta che provavo sulla mia pelle il detto "se sei con la persona giusta, sentirai come una bolla in cui sei solo con lui. Non esiste nessun altro".
Ed era proprio così.
Per me non esisteva nessun altro.
La musica iniziò a riempire la sala.
Il primo passo toccava agli uomini.
Un giro su se stessi e poi stendere la mano destra verso di noi.
E poi a noi debuttanti.
Dovevamo inchinarci leggermente per poi prendere la mano dell'accompagnatore.
Arrivare davanti a loro.
Petto contro petto.
Mano sui fianchi da loro.
Mano sulla spalla da noi.
E subito iniziammo a danzare.
A dondolare dolcemente.
I nostri occhi parlavano.
Si volevano.
Si desideravano.
E forse non erano gli unici.
Già.
In quel momento realizzai che era proprio così.
Io e lui ci appartenevamo.
Ed eravamo stati così stupidi a non capirlo prima.
Lo guardavo come si guarda la cosa più preziosa al mondo.
Il suo viso era così vicino al mio che potevo distinguere i suoi pori.
E contarli.
Se non fosse stato per il fatto di essere occupata dai continui giri che erano previsti dalla coreografia.
Che me ne avrebbero fatto perdere il conto.
I passi erano l'ultimo dei miei pensieri in quel momento.
Conrad era tutto ciò a cui mi stavo dedicando.
Perché lo volevo.
E perché dopo tempo, passato a stare male, penso di essermelo meritato.
La coreografia finì con un dolce casquet.
Mi teneva stretta a sé.
Come se avesse paura di farmi cadere.
Io lo guardavo.
Fu inevitabile alternare il mio sguardo dai suoi occhi blu oceano alle sue labbra rosee.
Venne naturale.
E per quel poco che il mio cervello riusciva a recepire, era proprio quello che stava facendo anche lui.
Poco dopo ci rialzammo.
Ma la situazione era identica a qualche secondo prima
"Ho sbagliato qualche passo"
Disse lui, interrompendo quel silenzio incredibile che si era creato tra di noi, mentre gli applausi ancora riempivano la stanza
"Sei stato perfetto"
Gli dissi io.
Ed ero sincera.
Se era vero, neanche me ne ero accorta.
Era stato davvero incredibile
"Sono felice di essere stato io"
Mi disse.
Ed io iniziai a sorridere di cuore.
Non dissi nulla.
Ma anche se avessi voluto, non ne avrei avuto il tempo visto che qualche secondo dopo
"Hey, Conrad"
Jeremiah interruppe quella piccola conversazione.
Ma poco importava.
Ci avevano già pensato i nostri occhi a dire tutto ciò che non c'era da dire.
Ci girammo entrambi contemporaneamente nella sua direzione.
Aveva gli occhi rossi.
Ma tanto rossi.
Come se avesse appena finito di piangere
"Hey, Jere, che hai?"
Gli chiesi allarmata, non capendo e volendo sapere cosa avesse
"Conrad, possiamo parlare? Si tratta di mamma. Ho scoperto una cosa"
Chiese al fratello.
Ignorando la mia domanda.
Cosa che mi fece davvero preoccupare.
Da quando avevo memoria non aveva mai ignorato niente di ciò che gli avessi detto.
Perché era così fermo nel voler parlare con Conrad?
Perché era così sconvolto?
E cosa intendeva dire con 'si tratta di mamma'?
Mi stava facendo preoccupare e non poco.
E la cosa che mi fece davvero scattare fu vedere il volto di Conrad cambiare alla seconda frase del fratello
'Emh... Possiamo parlarne più tardi?"
Disse lui impacciato.
Come se si fosse ritrovato in una condizione in cui non avrebbe mai pensato di ritrovarsi.
Jere inizialmente non rispose.
Lo guardò per qualche secondo zitto, ma poi prese parola.
Spurando acido un
"Tu lo sapevi"
Catturando l'attenzione dei presenti su di noi
"Sapere cosa?"
Belly mi levò le parole dalla bocca
"Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?"
Riprese lui la parola, non levando mai il suo sguardo, che sembrava terribilmente ferito, al fratello.
Nessuno fece in tempo a dire altro che Jeremiah diede un gancio destro proprio in faccia a Conrad.
Mandandolo al suolo e raggiungendolo subito dopo per dargliene chissà quanti altri.
Era una situazione surreale.
Ed io neanche sapevo quale fosse il motivo.
Io e Belly iniziammo a urlare di fermarsi, ma non ci davano ascolto.
Ci stavamo per mettere in mezzo per provare a fermarli, ma la voce di Susannah li interruppe.
I due fratelli piano piano e un po' ammaccati si alzarono.
Sembravano entrambi essere sul punto di piangere.
E infatti quando Susannah chiese
"Volete spiegarmi cosa sta succedendo?"
In tono fermo e rimproveratorio, ne ebbi la conferma
"Noi lo sappiamo, mamma"
Fu Conrad a prendere parola.
Interrompendosi un altro a causa del suo tono tremolante
"Entrambi, lo sappiamo"
Riprese la parola
"Che diamine, cosa sapete?"
Sbottai io.
Mi pentii del tono a dir poco esausto che avevo utilizzato un secondo dopo.
Quando colei che io consideravo una seconda mamma, rispose, facendomi cadere il mondo addosso nel giro di pochi istantiSpazio autrice
Come mi ha fatto notare la mia lettrice più fidata (Si, proprio tu che stai leggendo) nell'ultimo capitolo ci stiamo avvicinando alla fine di questa mia amata storia.
Vi volevo fare una domanda.
Se aveste la possibilità di fare una domanda a Julie, quale sarebbe?
Per chi lo farà, vi risponderò come farebbe lei.
Lasciate un commento e una stellina💓Xoxo
G💕
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Dove il cuore batte un pò di più, Conrad Fisher
FanfictionConrad Fisher e Juliette Conklin Juliette, una semplice ragazza di 17 anni, ogni estate da quando è nata la passa dai Fisher, la sua seconda famiglia. Ogni anno Cousins le riservava qualcosa di nuovo. Ma chissà se quest'anno quel "qualcosa" non sarà...