"Abbassate un dito se avete mai pomiciato con Jeremiah Fisher"
Vidi Belly abbassare un dito alle parole di Taylor e per poco non mi prese un colpo.
Eravamo sulla barca del padre di Nicole la sera della partita.
Con mio non così tanto stupore vinse Belly, inizialmente con Taylor, che però a metà partita si infortunò e lasciò il suo posto a Jere.
In quel momento realizzai che forse l'infortunio non era così tanto reale quanto la bionda aveva fatto credere a tutti
"Cooooosa? Stai scherzando?"
Mi girai verso di lei a bocca spalancata dallo stupore
"Scusa Gigi"
Si limitò a dire lei
"No, tu mi stai prepotentemente prendendo per il culo, sorellina"
Dissi io ancora non avendo realizzato.
Ci avevo visto lungooooo
"Direi di no"
Continuò lei
"Ma quando è successo?"
Le chiese Gigi, che fortunatamente la prese sul ridere
"Una settimana fa, nella piscina di casa"
Confessò lei tutta rossa
"E tu vieni a dirmelo adesso? Dopo una settimana? E soprattutto in piscina, nella quale mi immergo praticamente ogni sera?"
Mi finsi allibita.
Lei annuii un pò imbarazzata, mentre però rideva.
La guardavo e ne sembrava felice.
Ero contenta.
Quando i nipotini?
"Comunque no, siamo amici. Ci siamo solo baciati"
Disse lei mettendo le mani avanti.
Sapevo che nel linguaggio di Belly questo significava che ancora ne dovevano parlare.
Non mi fregava
"Ok, basta con Jeremiah. Abbassate un dito se avete mai fatto il bagno nude"
Vidi qualcuno abbassare le proprie dita, ma Taylor non fece in tempo neanche a finire la frase che
"Abbassate un dito se avete mai fatto il bagno nude a Hopper's Cove"
Nessuna abbassò un dito alle parole di Nicole.
Ci limitammo a scambiarci sguardi complici tra tutte noi
"Ci stai sfidando?"
Chiesi io, come se non si fosse capito.
Infatti mi rispose
"Assolutamente si"
Non passarono neanche due minuti che già ci eravamo spogliate del tutto.
Nessuna aveva niente addosso.
Ci buttammo dalla barca ed iniziammo a ridere.
Era un bel momento.
Ci stavamo divertendo.
In più c'era quell'adrenalina in più.
Era sera e chiunque fosse passato ci avrebbe viste nude, ma era propio quello che provocava il brividino.
Iniziammo a schizzarci in ogni momento e a chiacchierare ininterrottamente.
Ad un certo punto a Gigi suonò il telefono, così salì velocemente sul molo e rispose.
Disse che sarebbe dovuta andare via, così si rivestì velocemente visto che la stavano aspettando.
Mentre si rimetteva la maglietta, però, la vidi guardare verso il basso, dove c'erano tutte le nostre cose e la sentimmo tutte dire
"Hey, Nicole, Conrad ti sta scrivendo"
Così vidi la ragazza avvicinarsi al molo insieme alle altre.
Super curiose di sapere il contenuto del fantomatico messaggio.
Io sbuffai.
Involontariamente.
E non passò inosservato a qualcuno
"Julie, tutto apposto?"
Mi chiese Taylor dopo avermi squadrata per bene.
Io annuii semplicemente, ma senza aggiungere altro
"Okay, perché hai quella faccia da quando hai sentito il nome Conrad?"
Mi chiese lei diretta, andando dritta al punto.
Io non osavo guardarla negli occhi.
Era abbastanza plausibile e prevedibile che dopo ciò che era successo le avrebbe riscritto, ma non pensavo così presto.
Ero semplicemente infastidita visto quello che mi aveva detto quella stessa mattina
"Aspetta, aspetta, aspetta"
Continuò lei visto che io non osavo aprire bocca
"Scherzi, Julie? Ti piace Conrad?"
Mi chiese lei stupita.
E se provai a negare inizialmente, il fatto che mi girassi ininterrottamente per controllare se qualcuno stesse ascoltando mi tradiva
"Bugiarda, ti si legge in faccia"
Disse stavolta Belly.
Ancora più stupita dell'amica
"Okay, okay, è vero, ma abbassate la voce"
Sputai io finalmente.
E loro si guardarono a bocca aperta
"Oh mio dio, Julie. Tu Conrad e io Jeremiah, aiuto. Ci sposeremo insieme e... E magari..."
Iniziò Belly, al che la fermai immediatamente
"Hey, hey, frena con la fantasia, sorellina. E poi tra me e lui non c'è niente"
Le chiarii, così da farla tornare con i piedi per terra
"Hey, aspettate. Dove sono le altre?"
Chiese Belly cambiando argomento.
Io e Taylor ci girammo e con nostra sorpresa non c'era nessuno.
Le ragazze sembravano essersi volatilizzate.
Quando però le luci di una macchina ci vennero puntate in faccia, tutto si fece più chiaro.
Ci avevano lasciate lì da sole e nude nell'acqua
"Lo sapevo che erano delle stronze. Vedi, Belly?"
Iniziò a rinfacciarle Taylor
"Okay, si, lo sono. Ma adesso non c'è tempo per questo. Rivestiamoci e andiamocene. Domani c'è il ballo e dobbiamo essere riposate"
Dissi io, facendo la responsabile del gruppo.
Ero arrabbiata, ma ormai quel che era fatto era fatto
"Emh, c'è un piccolo problema"
Disse Belly avvicinandosi al molo
"Ovvero?"
Chise Taylor
"Si sono portate via tutto"
Disse lei, senza specificare cosa significasse 'tutto', ma non ci volle tanto per vederlo con i nostri occhi
"Si sono prese tutti i nostri vestiti. Qui c'è solo il tuo telefono, Julie, con un messaggio molto ambiguo da parte di Conrad"
Mi disse mia sorella, facendomi perdere un battito.
Iniziai a nuotare velocemente verso la sua direzione e una volta arrivata lì, Belly lesse il contenuto del messaggio
"Sono stato un coglione. Lo ripeto perché lo so meglio di te. Devo parlarti e non posso permettermi di non averti più vicino a me"
Iniziai involontariamente a sorridere.
Non riuscivo proprio a volercela con lui.
Quel messaggio era dolce.
Incredibilmente dolce da parte sua.
E io non potevo non esserne felice
"Perché dice di essere stato un coglione?"
Chiese Belly curiosa.
Con quella frase, però, tornai in me.
Eravamo in un lago completamente nude.
Senza vestiti.
Con soltanto un telefono.
E distanti almeno 5 isolati da casa nostra.
Tutto apposto, insomma
"Ve lo spiegherò più tardi, adesso dobbiamo tornare a casa"
Dissi io seria.
Così uscimmo dall'acqua ed iniziammo a cercare qualcosa per coprirci.
Il caso volle che fossimo in un porto.
E fortunatamente una delle barche lì parcheggiate aveva un enorme telo a coprirla.
Non ci pensai due volte.
Lo presi con l'aiuto delle altre due e ci infilammo dentro a mo di burrito.
Ci incamminammo e dopo aver camminato per neanche 100 metri iniziammo a ridere per la scena.
Sembravamo un enorme involtino primavera che camminava in mezzo alla strada di notte.
Chissà cosa avrebbero pensato i passanti.
Ma poco ce ne importava in quel momento
"Quindi con Conrad?"
Riprese Belly l'argomento
"Non te lo so dire"
Dissi io vaga
"Se ti ha ferita giuro che lo picchio"
Disse lei in tono arrabbiato
"Cosa è successo? Perché sembrava volersi scusare?"
Mi chiese Taylor
"Una volta stavamo per baciarci, anzi, lui stava per baciarmi, e il giorno dopo prima mi manda messaggi ambigui e poi faceva finta che non fosse successo nulla"
Dissi io brevemente
"Ma che stronzettto"
Disse Taylor
"Poi diciamo che mi ha chiesto scusa e io non ho detto niente"
Continuai io
"E questo sarebbe successo?"
Chiese Belly curiosa
"Stamattina"
Dissi io brevemente
"Alla partita, lo guardavo a volte. Ti guardava sempre. Ad ogni vostro punto esultava"
Disse lei, rivelandomi qualcosa che io non avevo minimamente notato
"Era una scena carina. Poi, però, mi dici così e mi crolla tutto"
Continuò lei
"Ma tu cosa vuoi fare?"
Mi chiese Taylor
"Non lo so. Emh... Si è comportato tante volte da stronzo, però tante altre mi ha aiutato. È grazie a lui se adesso non sto più con quell'altro"
Dissi, senza specificare.
Loro mi guardarono comprensive
"Ad occhio esterno sembra che ci tenga tanto. E non credo di essere l'unica a pensarlo. L'altro giorno a colazione, quando era su di giri, tutti si sono girati verso di te perché sapevano che fossi l'unica in grado di calmarlo. Ma tu neanche lo avevi notato perché ti eri già alzata per andare da lui. Senza che nessuno ti chiedesse niente. Soltanto perché te lo sentivi. Perché evidentemente lo volevi"
In quel momento sembrava lei la sorella maggiore.
Mi aveva detto qualcosa che non sapevo.
Non dissi niente.
In quel momento milioni di immagini si facevano spazio nella mia mente
"Dai, bella addormentata, chiama il tuo principe azzurro"
Mi disse Taylor.
Io negai con la testa
"Non esiste. Poi manca poco per arrivare a casa"
Dissi io cercando di trovare una scusa.
Orribile, ma pur sempre una scusa
"Ma se non saremmo neanche alla metà della metà del tragitto?"
Chiarì Taylor
"Perché devo chiamare io Conrad?"
Chiesi io cadendo dal pero
"Perché dovete parlare"
Disse Belly
"Emh, mi sbaglio o anche tu devi parlare con l'altro Fisher, mia cara sorellina?"
Le ricordai io, ironicamente
"In effetti, però, è vero"
Le disse Taylor.
Ormai era chiaro che io non mi sarei abbassata a nessun compromesso.
Quindi, se volevano tornare a casa in macchina di certo bisognava chiamare Jere.
Così dopo un minuto, la chiamata terminò.
Jeremiah arrivò dopo neanche 10 minuti.
Dietro di lui c'era anche un'altra macchina.
Chi poteva mai essere se non proprio lui?
E io che speravo di cavarmela almeno per oggi.
Avevo realizzato tante cose, ma d'altro canto non potevo dimenticare le altre
"Ragazze, mio dio"
Disse Jere scendendo dall'auto e venendo verso di noi
"Nicole mi ha dato i vestiti"
Si avvicinò anche Conrad
"L'hai mandata a fanculo, spero"
Chiesi io, ancora incazzata per ciò che era successo.
Lui annuii con la testa leggermente
"Emh... Potreste..."
Dissero Belly e Taylor, passando loro il telo che ci copriva così da reggerlo mentre noi ci saremmo cambiate
"Vi va se vado con Jeremiah? Dopo il bacio vorrei che parlassimo chiaramente"
Chiese Belly mettendosi la maglietta
"Emh, si, ovvio"
Volevo andare anche io con lui, ma per la mia sorellina avrei fatto di tutto.
Anche Taylor annuì, chiaramente.
Così entrammo nelle auto diretti verso casa.
Il tragitto non era lungo.
E nonostante ciò, andai comunque nei posti dietro.
Lasciando a Taylor l'onore di stare d'avanti.
Peccato che forse avrei fatto meglio a stare al suo posto.
Ci fu un silenzio incredibile per ogni singolo istante.
Se non fosse stato per lo specchietto retrovisore.
Sentivo il suo sguardo su di me.
E io non potevo non fare altrettanto.
Il silenzio era colmato da quello che si dicevano i nostri occhi.
Confusi.
E dispiaciuti per tutto.
Forse troppo orgogliosi per chiarire.
Ma così chiari da capirsi.
Arrivammo a casa.
Senza dire una parola e evitando il suo sguardo andai dritta in camera.
Per quella sera decisi che il mio bagno notturno poteva anche aspettare a domani.
Dopo il ballo.
Anche perché per oggi avevo dato e anche fin troppo.
Mi asciugai al volo un pò i capelli.
Giusto perché non volevo svegliarmi con un torcicollo proprio il giorno dopo.
Così mi misi nel letto.
E se a lago avevo detto che oggi sarebbe stato meglio riposarsi, mi fu impossibile.
Non riuscivo a chiudere gli occhi.
Osservavo il soffitto.
E pensavo ancora a lui.
Cosa avrei dovuto fare?
I miei pensieri vennero interrotti dal suono di una notifica
"Sei sveglia?"
C'era scritto.
Non c'era neanche bisogno che leggessi il mittente.
Lo sapevo benissimo.
Potevo scappare oggi.
Scappare domani.
E poi il giorno dopo.
Ma tanto a cosa mi avrebbe portato?
A niente.
Voleva parlarmi.
Quindi perché non ascoltare cosa avesse da dirmi?
Mi misi le ciabatte e mi incamminai di sotto.
In salone non c'era nessuno.
Anche la cucina era vuota.
Ed escludevo il fatto che mi stesse aspettando nella sua stanza.
Quindi andai fuori.
Lo trovai in quello che ormai era diventato un pò il nostro posto.
Ed era impossibile negarlo
"Hey"
Non appena mi vide levò i piedi dalla piscina per alzarsi e raggiungermi
"Basta mandarmi messaggi. Hai visto com'è finita stasera?"
Gli dissi io.
Lui sembrava aspettarsi una risposta così
"Ho sbagliato, emh... Lo so"
Disse lui un pò impacciato
"Cosa vuoi dirmi?"
Gli chiesi io diretta e seria
"Volevo... Solamente darti questa"
Fece lui una pausa prima di proseguire con la frase.
Si portò una mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloncini e qualche istante dopo ne estrasse il contenuto
"Puoi farne quello che vuoi. Puoi gettarla nei rifiuti, regalarla, bruciarla. È tua"
Mi passò quella collana di cui tanto si era parlato.
Io la presi tra le mie mani e me la girai tra le dita, guardandola in ogni suo dettaglio
"Perché adesso?"
Gli chiesi senza staccare gli occhi dal gioiellò dopo qualche secondo di silenzio
"Perché è adesso che mi sto rendendo conto di tante cose"
Mi disse lui, al che io finalmente alzai lo sguardo.
Lui al mio gesto sembrò prendere coraggio.
Deglutì visibilmente.
E fece qualche passo verso di me
"Julie, è solo che... Io... non voglio perderti"
Mi disse dopo diversi secondi.
Prendendomi una mano.
Io puntai lo sguardo sulle nostre dita vicine.
Quando si avvicinò di un altro centimetro, però ci fu qualcosa che mi spinse via.
Mi allontanai leggermente.
Gli presi la mano.
E sotto lo sguardo di una persona che aveva già capito cosa stavo per fare, gli ridiedi la collana.
Non era giusto che ce l'avessi io
"Io non riesco"
Mi limitai a dire.
Rientrai senza voltarmi indietro.
Ricordando però ad ogni passo il suo viso che mi implorava di restare lì con lui.
Non me la sentivo
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Dove il cuore batte un pò di più, Conrad Fisher
FanfictionConrad Fisher e Juliette Conklin Juliette, una semplice ragazza di 17 anni, ogni estate da quando è nata la passa dai Fisher, la sua seconda famiglia. Ogni anno Cousins le riservava qualcosa di nuovo. Ma chissà se quest'anno quel "qualcosa" non sarà...