7. Maledetto

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Jillian:

Vieni qui.
Due parole, e l'attimo dopo ero tra le sue braccia. Non volevo lasciarlo andare per niente al mondo e mi sono stretta a lui in modo quasi disperato.
Mi ha abbracciato fortissimo, facendomi sentire tutto ciò che non abbiamo avuto il coraggio di dire a voce alta.

Un "mi manchi" urlato dentro di noi e la tristezza di chi vorrebbe ricucire il rapporto ma i problemi sono troppi e non si riesce a venirne a capo, se non per qualche attimo dove solo gli sguardi e un sorriso, ci regalano attimi di felicità indimenticabili.

Peccato che ogni volta che parliamo, il momento viene irrimediabilmente rovinato e finiamo solo a litigare o  discutere fino allo sfinimento.
Come oggi, che alla fine non ci siamo più rivolti la parola.
Sbuffo prima di entrare in casa e trovare un Tyron che sta preparando la valigia, nonostante debba partire sabato e oggi è ancora giovedì.
Mi blocco, con una brutta sensazione addosso.

Ha i vestiti sparsi sul divano e li sta piegando, ma non appena mi sente entrare rimane con una maglietta a mezz'aria per girarsi verso di me.
«Ciao, ben tornata.» Mi saluta con un cenno del capo e una tristezza sul viso che mi spezza il cuore, dopodiché si gira nuovamente e finendo di piegarla, la mette ordinata dentro la valigia.
Sento un peso al petto che diventa più pesante quando finalmente cammino e lo raggiungo.

«Ciao. Come mai stai...»
Scuote lentamente la testa con un sospiro, senza voltarsi, ma continuando quello che sta facendo.
«Ho pensato di passare questa notte e domani in un hotel. Ho già prenotato la camera, si trova vicino all'aereoporto, così sabato posso andare a piedi senza dover chiamare il taxi.»
Ecco che quella brutta sensazione ora si intensifica ancora di più.
«Perché? Sai benissimo che sabato ti accompagno io insieme a Robert! Non hai bisogno di un hotel e nemmeno di un taxi. Puoi dormire qui, Tyron.»

Fa un mezzo sorriso che non ha niente di allegro, mentre adesso si prepara a sistemare i jeans. «So che tu e Robert potreste accompagnarmi, e so anche che potrei rimanere a dormire da te, ma dopo ciò che è successo stamattina con il tuo ex...» nel nominarlo si gira e punta gli occhi dritti nei miei.

Io invece, ho un battito accelerato del cuore nel sentirlo. «Ho capito che questa casa, questo palazzo, questi due appartamenti dove vivete sono parte della vostra vita, del vostro passato, e io mi sento solo in più.
Ho visto come mi ha guardato: con odio» ridacchia, senza divertimento. «E lo capisco. È ancora innamorato di te, è normale che io per lui sia il nemico.»

«Oh no, Tyron. Ti stai sbagliando di grosso» appoggio una mano sulla sua spalla per rassicurarlo. «Jamie per me prova tutto, a parte amore! Credimi, mi odia» dico convintissima. «Non te ne devi andare, lascia perdere come ti guarda! È fatto così.»
Tyron scuote la testa e si gira di nuovo per continuare a sistemare gli altri vestiti.
«È fatto così» ripete con una risata. «Non credo proprio che guardi gli uomini delle altre donne in quel modo. È per te che lo fa, perché ci tiene, perché ti...» sta in silenzio un secondo. «Ti ama» continua ancora con una voce che adesso è diventata più bassa e malinconica.

«No! Non mi ama, Tyron. Smettila di ripeterlo» mi agito, diventando nervosa e non so neanche io perché. La sola idea mi fa tremare le gambe e ancora una volta accelerare i battiti del cuore ormai impazziti.
Tolgo la sua mano dalla sua spalla di scatto, lasciandola ricadere lungo i fianchi.
Tyron si gira verso di me guardando attentamente la mia reazione che, lo ammetto, non ha niente di normale.

«Okay, non lo dirò più, ma se il solo sentirlo ti fa questo effetto chiediti se non altro il perché...»
Schiudo la bocca e non ho parole, non so cosa dire. So solo che preferisco essere convinta che mi odi, piuttosto che il contrario.
Le cose con Jamie non potranno mai tornare come prima, ed è meglio farsene una ragione.
Pensare che potrebbe essere ancora innamorato di me, renderebbe le cose più difficili.

Io, tu e un lavoro. (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora