13. E lei chi è?

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Jillian:

È passato quache giorno dalla nostra serata insieme e da allora ci siamo visti a malapena. È capitato di salutarlo per le scale di casa quando stava già uscendo, oppure di incontrarlo in azienda e dirgli solo un "ciao" velocissimo.

Ma a parte questo, non ci siamo parlati. Un po' perché entrambi eravamo sempre di fretta, un po' perché non so cosa sta succedendo tra noi.
Quella sera è stato bellissimo, mi sono divertita e mi sono sentita veramente bene e so che è stato lo stesso anche per lui, però poi è finita con quel bacio sulla porta di casa e quella frase sul fatto di fare le cose con calma, cosa che penso tuttora. Il problema è che la calma a dir la verità, nel vocabolario di Jamie non esiste affatto e forse comincio a pensare che si stia sforzando a non starmi sempre vicino proprio per quello che potrebbe succedere.

Finire tra le sue braccia è il mio desiderio più grande, ma salvaguardare il mio cuore lo è ancora di più.

Scuoto la testa e cerco di liberare la mente concentrandomi sul mio amico che da più di dieci minuti mi sta facendo un discorso del quale ho perso il segno sin dall'inizio, distratta dal fatto che la fonte dei miei pensieri mi sia passato davanti poco fa, senza notarmi affatto e che proprio in questo momento si trova a pochi metri da me, di spalle, davanti al bancone, in piedi, ignaro della mia presenza.
Credo stia aspettando qualcuno.

E se invece mi avesse notato e sta solo fingendo che io non ci sia?

«....quindi mia madre pensa che io possa essere adatto per quel ruolo.»
Ascolto una parte di frase che sta dicendo Liam, ma subito dopo mi distraggo nuovamente non appena vedo una donna andargli incontro. Spalanco gli occhi e un campanello d'allarme risuona in me in modo tremendamente fastidioso.

Siamo al bar. Doveva essere un pomeriggio tranquillo da trascorrere con relax, libera dal lavoro, solo per godermi il weekend in santa pace, invece adesso sento addosso una fitta di gelosia così grande che mi sta facendo tremare dalla rabbia.

Si ferma dietro di lui richiamandolo con un leggero colpo sulla spalla e Jamie si gira subito, sorridendole non appena le posa gli occhi addosso.
Lei è bellissima ed elegante. Ha indosso un vestito nero molto attillato che mette in risalto tutte le sue curve e le gambe chilometriche accompagnate da dei tacchi vertiginosi ai piedi che, ovviamente, slanciano la sua figura ancora di più. I capelli sono legati in uno chignon realizzato alla perfezione e tutto di lei trasuda ricchezza da ogni poro.

Sono Jillian Smith, la ragazza più ricca di questa città, eppure in questo momento mi sento una nullità in confronto a questa tipa spuntata all'improvviso che lo sta baciando sulle guance come se si conoscessero da sempre. Con quei tacchi lui non ha nemmeno bisogno di chinarsi per salutarla, sono quasi della stessa altezza.
Le appoggia una mano sulla schiena e la porta verso un tavolo dove prendono posto, iniziando a parlare. Lui mi dà le spalle e lei invece è di fronte, la vedo chiaramente. Si trovano a qualche metro da noi.

Non la sta guardando in modo malizioso,  o che mi possa far supporre sia attratto da lei, questa è l'unica cosa che mi rassicura un po'. Il fatto è che non capisco chi sia e perché ha un appuntamento con lei.

E se avesse rinunciato del tutto a noi?
Si spiegherebbe perché non si sia fatto sentire.

«....e quindi pensi dovrei accettare? Sarebbe strano. E se diventassi famoso anche io? Tuo padre mi potrebbe licenziare e non voglio che succeda. Mi piace il mio lavoro.»

Altri stralci della conversazione di Liam mi arrivano alle orecchie. Abbasso lo sguardo e una piccola lacrima si forma al lato del mio occhio. La scaccio via con un gesto brusco della mano, arrabbiata.

Sono anche io con un altro ragazzo. È Liam, certo, ma è pur sempre un uomo e io ho intenzione di fargliela pagare.

Alzo il viso verso di lui e lo interrompo, anche perché mi sento in colpa di non aver ascoltato nulla.
«Liam, stasera saresti libero?»
Alzo la voce per farmi sentire, consapevole di attirare qualche sguardo verso di noi.

Arrossisco, infatti, quando con la coda dell'occhio intravedo qualcuno.
Evito di guardare nella direzione di Jamie, anche perché se ne accorgerebbe subito.
Liam spalanca gli occhi e alza le sopracciglia in alto. «Stasera? Sì, io credo di sì. Perché?»

«Possiamo uscire insieme di nuovo insieme se ti va. Andare al cinema, guardare un film romantico magari.»
Mi sforzo di sorridere, mantenendo lo stesso tono di voce alto. Temo mi stiano sentendo tutti. Forse sto esagerando, ma non importa. Deve sentirlo e deve sentirlo bene!

«Un film romantico?» sorride. «Sì. Certo. Sono d'accordo. Lo sai che mi piace passare il tempo con te. Sei la mia migliore amica.» Mentre parla afferra la mia mano destra e ci mette la sua sopra.

Osservo il gesto e deglutisco. Questo potrebbe farlo imbestialire, sempre che sia ancora geloso come un tempo. Inspiro aria per darmi coraggio e continuo la mia commedia senza spostare la mano, anzi peggioro la situazione volutamente.
Prendo la sua e gliela stringo forte.

«Lo sei anche tu. Sei speciale.»
Liam sorride ancora di più, quasi commosso.
«Se fossi la mia ragazza, sarei l'uomo più fortunato del mondo.»

«Oooh», pronuncio, senza parole.
Questa sì che è una cosa dolce e inaspettata.
Mi rendo conto che sto approfittando di lui e nella mia mente ritorna il pensiero di Tyron e di come mi sono comportata sempre per lo stesso motivo: Jamie Brown. Non è giusto. Devo rimediare e lo devo fare subito.

«Tyron, forse per stasera è meglio se...»
Sto per rinunciare, per dirgli di lasciar perdere, ma dei passi pesanti si fanno sempre più vicino e temo di sapere chi sia.
Alzo il viso di scatto trovando Jamie di fronte a noi.
Non è solo infuriato, penso proprio stia per commettere un omicidio a sangue freddo. Il suo sguardo dice questo e io mi ritrovo a deglutire nuovamente, stavolta per un valido motivo. Fa quasi paura.

Sta osservando le nostre mani ancora unite e un ghigno diabolico si forma ai lati delle sue labbra, rendendo la sua espressione ancora più spaventosa.

Stavolta l'ho fatta grossa.

Incrocio le braccia al petto guardandoci con sdegno e disapprovazione.
«Bene. Quindi, quando mi date l'invito per il matrimonio? Sono invitato anche io?» chiede, sarcastico.

La sua voce è glaciale e i suoi occhi si spostano su di me, facendomi venire i brividi.
Stacco la mano da quella di Liam, immediatamente, portandola in grembo. 
«Jamie...» Non so cosa dire. «Certo che sei invitato!» ci scherzo su facendo un mezzo sorriso incerto per smorzare la tensione.

Liam non dice nulla e non oso nemmeno guardarlo, perché la reazione di Jamie mi lascia senza fiato.
«Vai al diavolo» sibila, gelido.

Si gira e se ne va e io rimango impalata ad osservarlo mentre chiama la donna con sé, e mettendo la sua mano sulla schiena di lei, come prima, lasciano il locale insieme.







Io, tu e un lavoro. (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora