11. Io ti...

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Jillian:

Chiudo gli occhi e lascio andare un lungo gemito liberatorio, segno di quanto mi sia mancato.
Senza Jamie Brown mi manca il respiro, ma con lui ritorno a respirare.

Non mi aspettavo che mi baciasse, ma allo stesso tempo una parte di me non desiderava altro che questo momento.
Mi sento su di giri.
Stringo le mie braccia sulla sua schiena per sentirlo ancora più vicino e rispondo con la stessa intensità, la stessa voglia, lo stesso desiderio che ci sta facendo impazzire. Il mio respiro si fa più pesante, più affannato, più impaziente e il suo è identico; non riusciamo più a staccarci, anche essendo in strada, in mezzo a tantissime persone.

Ma loro non possono sapere che è il nostro primo bacio dopo mesi e mesi. Non possono sapere la nostra storia e non possono sapere il nostro passato, tanto meno il presente. E quindi lascio che tutto il mondo stia fuori dalla nostra bolla. Siamo solo io e lui, nessun altro.

Ma quest'attimo di follia dura solo un brevissimo istante perché subito dopo mi rendo conto di che cosa stiamo facendo. Non posso.
Mi stacco facendo un passo indietro e metto una mano davanti alla bocca, come per cancellare ciò che è stato. Tutte le sensazioni che mi ha fatto provare in così poco tempo.
Lo amo ancora...

Questo pensiero è come un colpo dritto al cuore; mi spezza il respiro e il mio stomaco si contrae in una morsa.
Lo guardo dritto negli occhi, scuotendo la testa. La sua espressione è ancora più confusa della mia. È come se stesse provando la stessa identica cosa.
«Cazzo...» pronuncia quest'unica parola passandosi una mano tra i capelli, agitato.
Guarda il cielo e sospira forte.
Io nel mentre tolgo la mano dalla bocca e provo a calmarmi con un lunghissimo respiro.

«È meglio tornare» dico dopo un po' di tempo. Stare qui a rimuginarci non servirà a niente.
Mi rivolge di nuovo lo sguardo. «Io...»
So cosa sta per dire, lo so benissimo, così bene che alzo una mano e gli tappo la bocca. «Non dirlo, Jamie. È meglio lasciare le cose come stanno» mormoro, piano. «Abbiamo sbagliato. Non sarebbe dovuto succedere.»
Non potendo rispondere mi guarda, sbattendo le ciglia.

Lascio scivolare la mano più in basso, fino ad arrivare al suo petto, sentendomi in balìa di emozioni contrastanti.
Adoro toccarlo nuovamente. E se da un lato mi piacerebbe stargli vicina tutto il giorno, dall'altro vorrei non provare queste cose.
Mi sposto lateralmente dove si trova il suo cuore e mi fermo lì, guardando quel punto e sentendo il ritmo dei suoi battiti.
Decisi e regolari.
Si è calmato.

Regna il silenzio per un po', mi perdo nei ricordi del passato ed è Jamie che mi fa tornare al presente, stringendomi la mano. Si china fino al mio orecchio, avvolgendomi con il suo profumo travolgente. «Non starò zitto» sussurra.
Schiudo la bocca e mi mordo l'interno della guancia. Non sono pronta a sentire quelle tre parole. Rendono tutto troppo vero.
«Io ti...» inizia.
«Jamie, non dirlo.»
«Io ti dico che dobbiamo andare» dice, ironico.

Rimango basita e mi allontano da lui a bocca aperta. «Sei uno scemo» gli schiaffeggio il braccio, facendo la finta offesa. E io che credevo fosse serio!
Scoppia a ridere e mi dà una pacca sulla natica che mi fa sobbalzare per la sorpresa.
«Siamo in ritardo e tuo padre potrebbe licenziarmi! Quindi muoviti.»

«Mi hai sculacciato?» sgrano gli occhi.
«È una domanda?» chiede, impertinente.
«Sei proprio...»
«Ssh» un altro colpo sullo stesso punto e io salto nuovamente.
Ci sta prendendo gusto.

«Andiamo!» cammina, lasciandomi indietro.
Scuoto la testa e sospiro, ma poi mi scappa un sorriso perché sembra ritornato lo stesso ragazzo di un tempo, quello a cui piaceva sempre ridere e scherzare.
Lo raggiungo in fretta e camminiamo l'uno accanto all'altra e quando mi volto così per caso, ad osservarlo, si gira anche lui e mi fa l'occhiolino. Un gesto semplice e così spontaneo che mi fa sentire magnificamente felice.

Dopo qualche minuto arriviamo alla Smith Enterprise e dopo aver preso l'ascensore ci ritroviamo di nuovo al nostro piano. Camminiamo insieme solo per un pezzo e quando raggiungo la porta del mio ufficio ci fermiamo lì davanti.
Sento un po' di imbarazzo per via di quel bacio che non riesco a dimenticare e allo stesso tempo, sento addosso una strana allegria.
Forse è perché oggi le cose sono andate diversamente.
«Ciao» parlo piano, sorridendo appena.
Jamie invece infila una mano in tasca e curva le labbra all'insù in un sorrisetto che si potrebbe benissimo definire strappa mutande.
Quella stessa bocca che prima era sulla mia...

«A dopo, Jilly» accentua il sorriso e poi si gira di spalle, procedendo dritto.
Osservo le sue spalle muscolose, il suo corpo statuario e un sospiro fuoriesce dalle mie labbra per via di ciò che sto provando in questo momento.
Sono tremendamente confusa.
Non so cosa mi sta succedendo, ma quel bacio ha risvegliato tutto.
Il problema è che non è così semplice.
Ci vorrà del tempo prima di fidarmi nuovamente, ma so che lui è l'unico che dopo aver distrutto il mio cuore è il solo  capace di ricostruirlo pezzo dopo pezzo.

***
Perdonatemi! Lo so che questo è solo un briciolo di capitolo,  ma ci sarà la seconda parte di Jillian, nel prossimo! Poi verranno uniti in un unico capitolo.
Ho pensato di fare così perché mi sono resa conto che è passato tantissimo tempo dall'ultimo aggiornamento, così nel mentre che mi faccio venire altre idee in testa🤪, voi potete iniziare a leggere😘

Ultimamente non ho tanta ispirazione per scrivere, ma sono sicura tornerà!🥰
Nel frattempo, godetevi un po' di loro🥰😍
Quanto li amo!

Un bacione 😘

Io, tu e un lavoro. (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora