Jillian:
«Vorrei solo che tu non fossi nella mia testa.»
«Vorrei la stessa cosa, dato che non ho mai smesso di pensarti.»
Non riesco a dimenticare queste parole.
Rivederlo e soprattutto, affrontarlo faccia a faccia è stato devastante.
Sapevo che non saremmo andati d'amore e d'accordo, ma forse speravo solo non avremmo litigato già dai primi cinque minuti.Sono trascorse alcune ore da quando ci siamo parlati, ma da quel momento in poi mi ha completamente evitato e io ho fatto la stessa identica cosa.
Questo ufficio, seppur spazioso, comincia a diventare soffocante e io ho bisogno di prendere aria.
Mi sembra di non riuscire più a respirare.
La tensione si è fatta troppo pesante.Arrivata l'ora di pranzo, infatti, mi alzo di scatto attirando il suo sguardo su di me.
Sento le gambe tremare. Non lo vedo, ma lo percepisco addosso. È intenso e penetrante.Cerco di far finta di nulla e senza degnarlo di un'occhiata vado verso la porta.
Arrivata però di fronte ad essa, mi sento una stupida e mi fermo.
Non posso comportarmi come una bambina, lasciandolo qui da solo.
Respiro a fondo prima di parlare, ma non mi volto. Gli do le spalle perché guardarlo negli occhi mi fa male.
I ricordi si accumulano uno dopo l'altro e non posso sopportarlo.
Tutto ciò che siamo stati non esiste più.«Cosa fai tu per pranzo? Vieni con me o...»
«No, preferisco stare solo» una risposta secca, decisa, autoritaria, gelida.
Mi arriva come un secchio d'acqua ghiacciata.
Stringo i pugni lungo i fianchi e afferro la maniglia con forza, quasi come se volessi distruggerla.
«Bene, perfetto» rispondo con lo stesso tono freddo e distaccato.
Apro la porta e lo lascio lì, chiudendola alle mie spalle.Una volta sola, mi concedo un altro enorme respiro e procedo a passi spediti quanto più lontana possibile da lui e dal nostro ufficio.
Nostro...
Mio padre non doveva farmi una cosa del genere.
So che lo ha fatto per farci fare pace, ma così non si è reso conto che ha solo peggiorato le cose.
Non sa il vero motivo del perché ci siamo lasciati. Gli ho solo detto che le cose tra noi non andavano bene e che quindi sono partita perché avevo bisogno di stare sola.In parte è la verità, in fondo.
Ma non saprà mai il vero motivo. Possiamo odiarci, detestarci, non parlarci più, ma di me si potrà sempre fidare. Non lo dirò mai a nessuno.
E credo lo sappia anche lui.
Chiudo gli occhi, sbatto le palpebre e mi fermo quando un ragazzo si avvicina all'ascensore e preme il tasto per scendere.
Spalanco la bocca e strillo come una matta.
«Liam!» pronuncio il suo nome con una voce così suadente che salta per lo spavento e si volta di scatto nella mia direzione.Non è cambiato di una virgola. Sempre uguale. Capelli biondissimi, sguardo allegro e un sorriso che spunta subito sulle sue labbra non appena mi riconosce. Sorrido anche io e gli vado incontro velocemente.
«Dio, ma sei tu? Jillian Smith!»
Mi abbraccia e io rido, stringendolo forte.
«Mi sei mancato!» gli dico, contentissima di rivederlo.
«Anche tu, ma che fine hai fatto?»Ci stacchiamo a vicenda e io lo guardo negli occhi, sorridendo.
«È una lunga storia. Però ora sono tornata e non ho intenzione di andarmene nuovamente.»
Circonda un braccio attorno alla mia spalla e mi bacia la fronte in un gesto innocuo e fraterno.
«Lo spero tanto» sorride.
È bello rivederlo, sapere che lavora ancora qui e che niente è cambiato.
Non l'ho più cercato, ho preferito tenermi alla larga da tutto ciò che mi ricordava New York e... Jamie.
Mi sento in colpa per essermi comportata così con lui che non c'entrava niente con tutta questa storia.«Scusa se non mi sono più fatta sentire. Io... Ecco, dovevo stare sola.»
Divento seria e lui fa lo stesso.
«Lo capisco, importante però che tu ora sia qui. Hai incontrato anche...»
I suoi occhi si sollevano all'improvviso guardando il ragazzo che adesso si è piazzato davanti a noi per premere il pulsante dell'ascensore.
«Jamie» continua, guardando la sua schiena muscolosa a due passi da noi.
Altissimo e imponente, non passa certo inosservato.
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Io, tu e un lavoro. (Vol. 2)
Romance***Storia coperta da copyright. Certificazione Patamu. Tutti i diritti riservati.*** Secondo libro di "Io, tu e uno stage". Prima di leggere questa storia, dovete aver letto l'altra, in quanto sono strettamente collegate. ATTENZIONE: adatta ad un pu...