17. Siamo pazzi!

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Jillian:

Ho detto una piccola bugia, oppure per sentirmi meno in colpa, meglio dire che mi sono limitata a una mezza verità.

È vero che ho imparato l'italiano da una ragazza che ho conosciuto, ma la parte che non ho voluto aggiungere è che non era una tra le tante, bensì un'insegnante dal quale ho approfittato per farmi vere e proprie lezioni private. 

Dopo che Jamie è tornato dall'Italia l'ho sentito qualche volta parlare al telefono e se solo avessi capito che cosa stava dicendo, forse avrei scoperto molto prima cosa mi stesse nascondendo.
Mi sono sentita fuori dalla sua vita e tutto perché non conoscevo una lingua che lui ha imparato così bene.

Ha approfittato della mia ignoranza in materia perché sapeva che io non avrei capito niente.
E mi chiedo per quanto tempo avrebbe continuato, se non avessi scoperto quei messaggi. In fondo penso che sarei stata all'oscuro tutt'oggi.

Il passato tende sempre a tornare, soprattutto se tutte le porte che lo riguardano non sono state chiuse. Lui ha lasciato uno spiraglio e l'ho capito dalla presenza di Luca alla nostra porta.

Sono sicura che quella vita che ha fatto in Italia sia finita nel momento stesso che è andato via, però imparare l'italiano è una cosa che ho fatto per me stessa, per avere il controllo e un po' anche per lasciarlo senza parole, come è successo quando mi ha sentito. 

Faccio un mezzo sorriso e mi dirigo verso la macchinetta del caffè.
Stare ore al computer mi stanca, e soprattutto tendo ad avere spesso mal di testa e questo mi costringe a fare più pause durante la giornata.
Aspetto che sia pronto e nel frattempo mi distraggo a guardare la città attraverso l'intera vetrata che ho di fronte. Essendo un edificio costruito quasi interamente in vetro, potermi godere questi momenti dove non penso a nulla se non a quanto New York sia spettacolare, è una benedizione.

Los Angeles mi è piaciuta, ma questa è la mia città e non la cambierei per niente al mondo.
«A cosa pensi piccola mia?»
Una mano mi si poggia sulla spalla e dopo un attimo di spavento, mi rilasso riconoscendo la sua voce.

«Mi hai spaventato» sorrido e mi volto verso di lui.
«Ti ho visto assorta nei tuoi pensieri. Stai pensando a Jamie?»
Guardo mio padre visibilmente preoccupato per me e non so perché ma mi infastidisco, rispondendo di getto.
«No papà, non è che esiste solo Jamie.»

Il bip della macchinetta mi indica che il caffè è pronto, ma prima che possa andare a prenderlo e troncare il discorso dove è nato, la sua mano si sposta sul mio braccio per bloccarmi.
«Cosa è questo tono? È successo qualcosa? Avete litigato di nuovo?»

Faccio un lungo respiro. Lui non sa niente di quello che è successo queste tre settimane, da quando sono tornata.
«No, in realtà abbiamo fatto pace, più o meno. Insomma, ci stiamo provando.»

Sgrana gli occhi, sorpreso. «E allora perché sei così irritata per una semplice domanda su di lui?»
«Non lo so, papà. È che è stato un periodo stressante. E anche se sono felice che con Jamie le cose stiano migliorando, sono preoccupata che possa finire di nuovo tutto all'improvviso.»

Mi intristisco e fisso la punta delle mie scarpe. «Basta una scintilla per fare scoppiare un incendio e noi siamo troppo vulnerabili, in questo momento.
Non ci vuole niente per litigare o per creare subito una discussione e per la verità, a volte...» faccio un altro respiro, con una lacrima che involontariamente mi cola lungo la guancia. «A volte penso che non siamo abbastanza forti da superare tutte le avversità che ci si presentano davanti» ammetto demoralizzata. Lo dimostra il fatto che ci siamo allontanati tante volte.

Mio padre mette il suo dito indice sotto il mio mento e lo solleva per potermi guardare negli occhi. Quando vede la lacrima, la asciuga lui stesso con un piccolo sorriso. «Siete più forti di quel che credi, invece. Altrimenti oggi non sareste qui e sicuramente non avreste nemmeno tentato di risolvere i vostri problemi.
L'amore non è sempre facile tesoro, ma bisogna affrontarlo come meglio possiamo.
Siete vulnerabili, ma se lottate insieme potrete diventare invincibili e sicuri che ogni battaglia si presenterà davanti, voi sarete in grado di affrontarla.»

Io, tu e un lavoro. (Vol. 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora